La vasca riabilitativa in cui si svolge l’Idrokinesiterapia ha una struttura complessa e caratteristiche specifiche che la rendono molto diversa da una normale piscina. Ci sono due elementi rispetto ai quali le due vasche divergono in maniera più evidente: temperatura e grandezza. Infatti, la vasca riabilitativa ha solitamente dimensioni più ridotte e una temperatura più…
Numerose sono le caratteristiche che distinguono la vasca riabilitativa dalle piscine natatorie: vale la pena conoscerle per comprenderne i vantaggi. Partiamo dagli elementi principali che le contraddistinguono per poi scoprire insieme gli altri.
La vasca riabilitativa rappresenta l’ambiente ideale per svolgere sessioni di fisioterapia in acqua: l’idrokinesi, infatti, deve essere eseguita in un ambiente non solo confortevole per il paziente e la paziente a cui occorre beneficiare di un recupero neuro-osteo-msucolare in condizioni diverse rispetto a quelle a secco, ma anche standardizzato secondo le più moderne evidenze fisiatrico-riabilitative.
Temperatura acqua vasca riabilitativa
L’Idrokinesiterapia si svolge in vasche riabilitative caratterizzate da acqua riscaldata, i cui effetti benefici sono ormai ampiamente confermati da numerosi studi scientifici.
Generalmente, è consigliabile svolgere sedute di Idrokinesiterapia a temperature definite come termoneutrali (tra i 32 e i 34 gradi centigradi). Storicamente, 1uesto intervallo di riferimento era particolarmente indicato per le finalità iniziali della riabilitazione in acqua: infatti, agli esordi, l’Idrokinesiterapia si rivolgeva al trattamento di patologie ortopediche e neurologiche particolarmente critiche che comportavano ridotte chance di movimento. Pian piano la terapia in acqua si è però evoluta e si è allargato anche il campo delle patologie trattabili, prevedendo così una rivisitazione dei protocolli terapeutici; è quindi permessa e suggerita, per specifiche patologie, l’Idrokinesiterapia a temperature inferiori, che consentono l’esecuzione di esercizi impossibili da attuare in acque più calde. Dunque, a seconda della tipologia di pazienti accolti, la temperatura dovrà variare restando però sempre in un range tra i 28 e i 34 gradi, basandosi sulle indicazioni, in continuo aggiornamento, delle Linee guida di associazioni internazionali per esercizi in acqua. Queste ultime forniranno precise raccomandazioni sulle temperature più appropriate in base alle patologie trattate e alle condizioni dei pazienti.
Struttura di base
Sottolineiamo ancora una volta che le vasche riabilitative dedicate all’Idrokinesiterapia possono variare molto in base al tipo di pazienti cui sono rivolte. Le loro particolari esigenze possono richiedere piscine sanitarie rialzate o sommerse ed essere caratterizzate da sistemi di filtrazione e disinfezione “a sfioro” o con skimmer.
Le vasche a sfioro devono il loro nome al fatto che l’acqua che tracima dalla struttura defluisce in una canalina di sfioro; da lì viene raccolta nella vasca di compenso dalla quale viene convogliata ai filtri e, infine, immessa nuovamente nella piscina. Le vasche a sfioro consentono una migliore pulizia dell’acqua e del bordo e mantengono la superficie più ferma; quest’ultimo aspetto è particolarmente importante per effettuare al meglio una serie di esercizi durante i quali il paziente beneficia di un movimento attenuato dell’acqua.
Nelle vasche con skimmer il livello dell’acqua è più basso rispetto alla parete e alla pavimentazione. Al loro interno sono previste aperture per la filtrazione posizionate lungo il bordo della vasca. In queste aperture si raccoglie l’acqua, poi convogliata all’impianto di filtrazione, e infine rimessa in circolo. Pur essendo più economiche e strutturalmente più semplici, le vasche con skimmer presentano però uno svantaggio: per funzionare in modo ottimale gli skimmer devono per metà essere immersi in acqua e per l’altra metà fuoriuscire; c’è quindi una parte che rimane scoperta dal lavoro di pulizia, dove può depositarsi lo sporco. Comunque, anche queste vasche si stanno evolvendo negli anni e consentono, grazie a innovativi skimmer sfioratori, una pulizia ottimale dell’acqua.


Elementi strutturali aggiuntivi
Molti sono gli elementi strutturali aggiuntivi che, combinati con la struttura di base indicata sopra, vanno a completare l’impianto per l’Idrokinesiterapia. Le vasche riabilitative possono infatti essere dotate di:
- Scalini
- Panche
- Zone a diverse profondità
- Fondi con pendenza
- Camminamenti
- Getti sommersi
Ogni elemento concorre a rendere il percorso riabilitativo del paziente più vario e organizzato per rispondere alle sue esigenze. Gli esercizi per l’Idrokinesiterapia si basano proprio sull’utilizzo di questi elementi strutturali aggiuntivi e di attrezzi e accessori che contribuiscono ulteriormente al perfezionamento della terapia. Scopriamoli nel prossimo paragrafo.
Ausili, attrezzi e accessori
Le vasche riabilitative, come dicevamo, si avvalgono di utili ausili, a completamento dell’impianto, che facilitano il percorso del paziente. Tra questi rientrano:
- Corrimani
- Sedute e appoggi laterali
- Ringhiere e spalliere in acqua
- Getti d’acqua
- Scalini immersi o immergibili
Gli elementi riportati sono parte integrante della struttura e garantiscono al paziente adeguati supporti e appoggi appropriati.
Le strutture fisioterapiche che hanno la possibilità di ospitare una vasca riabilitativa sono per lo più presenti nelle grandi città, come Roma, che offre una eterogenea offerta di servizi sanitari. Per le caratteristiche della vasca adibita ad Idrokinesiterapia e per gli ingenti investimenti nella costruzione e manutenzione dell’impianto, nonché per il fatto di rivolgersi a personale sanitario debitamente formato per assistere il paziente in ogni sua necessità, il costo dell’intervento idroterapico può essere piuttosto elevato.
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Bibliografia
Idrochinesiterapia, Manuale di Riabilitazione in Acqua, di Piero Benelli e Milco Zanazzo, EdiErmes.