Tumori cerebrali: la moderna chirurgia neuro-oncologica

Ultimo aggiornamento il 19 Gennaio 2023
CHIRURGIA NEURO-ONCOLOGICA

La sfida della neurochirurgia

DOTT.SSA BARBORA TIRPAKOVA – SPECIALISTA IN NEUROCHIRURGIA E CHIRURGIA VERTEBRALE – CASA DI CURA VILLA STUART ROMA

PROF. ANGELO POMPUCCI – SPECIALISTA IN NEUROCHIRURGIA E CHIRURGIA VERTEBRALE – CASA DI CURA VILLA STUART ROMA

Una delle grandi sfide della neurochirurgia moderna è trattare un numero sempre maggiore di patologie del sistema nervoso. Malattie ritenute fino a poco tempo fa non operabili per il concreto rischio di vita o di danni neurologici post-operatori inaccettabili e incompatibili con una dignitosa qualità di vita. L’obiettivo principale della chirurgia neuro-oncologica è sempre stato quello di rimuovere più massa tumorale possibile per aumentare la sopravvivenza del paziente, minimizzando le complicanze in termini di deficit neurologici focali come:
⁜ difetti di forza di parte del corpo
⁜ disturbi della parola e/o della visione
⁜ compromissione della sfera neuropsicologica e delle funzioni nervose superiori.

Le innovazioni tecnologiche

Le innovazioni tecnologiche, che hanno cambiato la nostra vita quotidiana, hanno avuto un impatto enorme nel migliorare l’affidabilità della neurochirurgia in termini di precisione del gesto e di rispetto delle intoccabili funzioni nervose, potendo contare anche sulle straordinarie informazioni oggi fornite dalle indagini diagnostiche.

La risonanza magnetica morfologica

La risonanza magnetica morfologica, sempre più precisa, permette di ottenere delle vere e proprie mappe anatomiche. A questa si associa, con i moderni macchinari, la possibilità di effettuare con la risonanza magnetica sequenze funzionali e di diffusione, perfusione, trattografia. Queste speciali sequenze di indagine offrono informazioni determinanti nel condizionare gli approcci chirurgici.

La neuronavigazione

La neuronavigazione, ovvero la possibilità per il neurochirurgo di farsi guidare nella scelta della posizione, del punto di incisione e della traiettoria da seguire durante la fase chirurgica, grazie ad un complesso software che sovrappone le immagini della radiologia alla realtà fisica del paziente. Ne risultano la minimizzazione dell’incisione, della craniotomia e del coinvolgimento del tessuto cerebrale sano (Minimally invasive neurosurgery).

Il monitoraggio intra operatorio (IOM)

In tutti gli interventi cerebrali e spinali per patologie oncologiche è ad oggi imperativo l’utilizzo di metodiche di monitoraggio delle funzioni neurologiche. L’utilizzo di elettrodi di superficie e di stimolatori corticali e profondi offre la possibilità di monitorare le principali funzioni motorie e sensoriali e consente di guidare la resezione senza provocarne alterazioni durante la procedura chirurgica.

Le fluorescenze

Il tessuto cerebrale, stante le caratteristiche tipiche di una speciale barriera che permette solo ad alcune sostanze di diffondersi
nel cervello, non si colora in presenza di speciali sostanze fluorescenti, non tossiche e biocompatibili, che possono essere iniettate al paziente durante la procedura chirurgica.
Diversamente, il tessuto patologico tumorale, all’interno del quale si perdono le caratteristiche strutturali del tessuto sano, può essere meglio riconoscibile grazie proprio alla diffusione intralesionale delle fluorescenze (5-ALA, Verde Indocianina). Ne consegue l’ottimizzazione della resezione chirurgica che deve sempre tendere alla rimozione della maggior quota possibile di tessuto malato in quanto la disponibilità di microscopi operatori di ultima generazione con adeguati filtri per specifiche frequenze
luminose permette di individuare tutta la patologia.

Ecografo ad alta definizione

Le immagini vengono inoltre continuamente aggiornate grazie all’acquisizione intraoperatoria con l’ecografo ad alta definizione e, in casi speciali, con la risonanza magnetica intraoperatoria quando confrontate con le immagini acquisite in precedenza. Questo permette di ottenere informazioni importantissime circa la stima dell’entità della resezione.

Tecniche anestesiologiche ed intensivistiche

Non da ultimo lo straordinario progresso delle tecniche anestesiologiche ed intensivistiche amplia ulteriormente le prospettive. Così, per verificare l’integrità di funzioni complesse come linguaggio, visus o percezione dello spazio, il paziente può essere operato in piena analgesia e sicurezza da sveglio. É necessaria la presenza attiva di un neuropsicologo che interagisce con il paziente e lo sottopone a una serie di test specifici durante la fase centrale della procedura. Questa pratica è definita Awake surgery.

La mappatura del cervello

Grazie alla mappatura delle strutture corticali e subcorticali del cervello e al monitoraggio cognitivo in tempo reale durante l’intervento di asportazione del tumore, il rischio di un grave deficit permanente è ora inferiore al 2% (mentre era più del 10% con la tecnica tradizionale).
Questo permette al paziente di conservare le funzioni cerebrali come:
⁜ movimento
⁜ linguaggio
⁜ cognizione
⁜ emozione
⁜ comportamento.

L’obiettivo della chirurgia neuro-oncologica

Un obiettivo a medio termine della chirurgia neuro-oncologica è studiare e sfruttare al meglio la neuroplasticità del cervello, ovvero la capacità tipica dell’organo di riorganizzare le proprie funzioni grazie alla rigenerazione delle connessioni che rendono il sistema nervoso così straordinariamente performante ed allo stesso tempo delicato. Grazie alla neuroplasticità del cervello si potrebbe programmare di rimuovere il tumore in due tempi chirurgici:
⁜ garantendo resezioni sempre più ampie
⁜ e allo stesso tempo sfruttando questa capacità di riorganizzazione.
Lo scopo è quello di assicurare sopravvivenze sempre più lunghe e dignitose ai nostri pazienti.

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