La fisioterapia oggi e domani

Ultimo aggiornamento il 23 Marzo 2023
fisioterapia

Una scienza in profondo cambiamento

di Simone Cecchetto, Presidente AIFI Associazione Italiana di Fisioterapia

La fisioterapia è una disciplina che negli ultimi decenni ha subìto profonde e rapide trasformazioni su diversi fronti.
Oggi non è più la stessa disciplina che risponde al classico immaginario comune. Questa evoluzione costante suggerisce agli attori del sistema – medici, fisioterapisti, pazienti e le professioni sanitarie tutte – un aggiornamento continuo della conoscenza delle potenzialità e delle innovazioni nel panorama fisioterapico. Proviamo a sintetizzare alcuni fronti di cambiamento.

Una visione sistemica secondo un approccio bio-psico-sociale

Il percorso fisioterapico parte sempre dall’analisi della storia clinica della persona e da una attenta valutazione funzionale secondo il modello bio-psico-sociale. Questo considera non solo i fattori biologici, come un danno o una disfunzione, ma anche quelli psicologici e sociali, come paura del movimento, atteggiamento verso la patologia, aspettative, tipologia di attività nell’ambito lavorativo e nel tempo libero e così via.

In alcune condizioni – quelle che chiamiamo “patochinesiologiche” – lo studio del paziente si concentrerà maggiormente sulle alterazioni del movimento indotte da una patologia, come un trauma cranico, una frattura, un intervento chirurgico, una malattia sistemica. In altri casi – noti come “chinesiopatologie” – l’analisi e la decodifica delle disfunzioni del movimento che possono portare ad esempio a dolore restano la prima valutazione fisioterapica.

É il caso dei quadri aspecifici di dolore lombare, cervicale o ad altri distretti corporei in cui si cerca la causa, biomeccanica o neurofisiologica e cognitiva del dolore o, quantomeno, dei suoi fattori perpetuanti. Se un tempo la fisioterapia era considerata solo “sintomatica”, oggi non è più così perché la ricerca dei determinanti delle disfunzioni è parte integrante del percorso di ragionamento clinico. Se un tempo la fisioterapia era considerata solo riabilitazione, oggi non è più così perché il suo ruolo nella prevenzione, nella cura, nella abilitazione e nella palliazione è ormai acclarato.

Tante strategie a disposizione per le soluzione di problemi

Dopo la definizione della ipotesi di rapporti di causalità tra tutti gli elementi patologici rilevati nella persona (diagnosi
fisioterapica), il percorso prosegue con la formulazione di un piano di trattamento, attingendo dalle migliori prove di efficacia presenti in letteratura, e con la condivisione degli obiettivi con la persona in cura e, laddove parte del percorso, con i suoi familiari/care-givers (shared decision making).

Tra le tante strategie a disposizione della fisioterapia, troviamo:

  • esercizi terapeutici finalizzati non solo a migliorare funzioni quali mobilità articolare, equilibrio, forza e resistenzmuscolare, ma anche a ridurre il dolore, la fatica, la paura del movimento e ad aumentare l’autonomia e, più in generale, la qualità di vita
  • terapie manuali su sistemi articolari, muscolari, fasciali, neurali, vascolari e linfatici
  • terapie fisiche, sfruttando gli effetti sui tessuti biologici di energie meccaniche, termiche ed elettromagnetiche
  • proposta e addestramento all’uso di tecnologie assistive, dagli ausili per la deambulazione agli adattamenti ambientali per la vita quotidiana
  • educazione terapeutica per aiutare la persona e i suoi familiari a modificare abitudini e stili di vita e a mantenere più a lungo i risultati raggiunti.

Lungo l’intero iter, attraverso indicatori soggettivi e oggettivi validati in letteratura, viene monitorato l’andamento del percorso
fisioterapico e verificato il raggiungimento degli obiettivi.

Approcci diversi per condizioni di salute diverse

A seconda della condizione di salute (diagnosi medica) per la quale la persona si rivolge alla fisioterapia, diverso sarà l’approccio adottato: di fronte a disabilità temporanee conseguenti ad un evento acuto – come ictus, distorsioni, interventi chirurgici – la fisioterapia mira ad aumentare la velocità, la quantità e la qualità del recupero, modulando i fattori influenzanti la plasticità dei tessuti corporei, la neuroplasticità cerebrale e più in generale l’apprendimento motorio e cognitivo, in particolare attraverso esercizi terapeutici e terapie manuali.

Nelle disabilità persistenti e progressive – ad esempio in malattie come Parkinson, sclerosi multipla, artriti, malattie respiratorie croniche – la fisioterapia punta a ridurre la velocità, l’entità e la qualità del declino funzionale della persona attraverso un lavoro attento sui fattori contestuali in cui vive, sull’educazione terapeutica per la promozione dell’autocura, sulle tecnologie per favorire l’autonomia.

Una disciplina, tante specializzazioni

È innegabile che i fondamenti dell’agire fisioterapico siano unitari: il riapprendimento motorio in condizioni patologiche, le strategie per potenziare la plasticità tissutale, il ruolo dei fattori contestuali nel modulare gli effetti del trattamento e molto altro. È altrettanto vero che ormai le conoscenze nei diversi ambiti di intervento sono cresciute talmente tanto che oggi fare fisioterapia muscoloscheletrica, fisioterapia neurologica, fisioterapia cardiorespiratoria, fisioterapia pelvi-perineale, fisioterapia linfologica, richiede competenze assolutamente peculiari perché diversi sono i driver di potenziamento dei meccanismi fisiologici di recupero post-lesionale o di modulazione del decadimento funzionale in situazioni croniche o degenerative.

Analogamente, la fisioterapia pediatrica, la fisioterapia nell’anziano, la fisioterapia nello sportivo hanno conoscenza e competenze specifiche per le particolari caratteristiche dello stato di vita della persona per le quali, ad esempio, la guida dello sviluppo in età evolutiva, l’adattamento delle proposte terapeutiche alla fragilità, dell’anziano con uno sguardo attento all’invecchiamento attivo, il ritorno all’attività sportiva dopo infortunio, sono processi ormai complessi e articolati che richiedono grandi competenze precipue. Il tutto viene sviluppato nella consapevolezza del valore dell’interdisciplinarietà – con medici di medicina generale, specialisti, altre professioni – vista non come annacquamento delle differenze tra discipline, ma come reale condivisione di alte competenze specifiche in un’ottica sistemica, integrata e integrante per la risoluzione di problemi di salute complessi.


Management, didattica e ricerca


Oltre che nelle attività cliniche, la fisioterapia ha sviluppato sapere in campo manageriale, con la proposta di nuovi modelli organizzativi a sostegno della sostenibilità del Sistema Salute, come pure in ambito didattico, con nuove modalità formative sia nei percorsi di base che post-base, senza trascurare frontiere della ricerca, con lo sviluppo della produzione scientifica dei fisioterapisti italiani che oggi si pongono come ottimi interlocutori nel panorama internazionale.

Anche Top Physio Academy da anni si occupa di formazione in ambito fisioterapico, chinesiologico e medico.

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