Lo screening for referral in fisioterapia muscoloscheletrica

Ultimo aggiornamento il 23 Marzo 2023
screening for referral

L’importanza delle bandiere rosse

del Dott. Mattia Bisconti, Presidente GTM AIFI

In fisioterapia muscoloscheletrica, per impostare il percorso fisioterapico più appropriato per il paziente, il fisioterapista deve comprendere l’origine del problema. Se il problema della persona origina da una patologia specifica o è il riferimento di un disturbo di natura osteomuscolare non specifico. Il fisioterapista deve essere in grado, attraverso competenze specialistiche di ragionamento clinico, di fare triage tra i vari sistemi ed apparati. Così, sarà in grado di riconoscere comportamenti clinici anomali, eventualmente riconducibili a patologie gravi, ma senza definire una specifica diagnosi. Lo specialista responsabile di questo processo sarà, infatti, il medico. È opportuno, quindi, parlare di screening for referral: invio del paziente al medico specialista idoneo.


La World Physioterapy (WP), infatti, definisce la diagnosi fisioterapica come “il risultato di un processo di ragionamento clinico che porta all’identificazione di menomazioni esistenti o potenziali, limitazioni di attività, restrizioni di partecipazione, influenze ambientali o abilità/disabilità”. Il ragionamento clinico fisioterapico è basato sulle prove di efficacia e deve considerare:

  • le evidenze scientifiche esistenti
  • l’esperienza del clinico e le preferenze del paziente.

Come individuare le Red Flags

L’anamnesi, condotta in modo appropriato ed empatico, rappresenta il momento ideale per acquisire dati utili al fine di individuare la presenza di una o più Red Flags. Si parla di Red Flags con riferimento a segni e sintomi che, mimando un problema muscoloscheletrico, fanno insorgere il sospetto nel fisioterapista che possa sussistere una patologia al di fuori del proprio scopo di pratica clinica. Competenze di screening for referral sono cruciali in fisioterapia anche rispetto alla centralità del paziente nel Sistema Salute. Ad esempio, prendendo in considerazione:

  • lo stile di vita del paziente (alimentazione, attività fisica, fumo, lavoro ecc.), eventuali storie di tumori, perdita di peso
    inspiegabile, presenza di osteoporosi predisponente alle fratture, specialmente se abbinata all’uso di corticosteroidi,
    febbre riconducibile ad uno stato infiammatorio infettivo
  • la mancanza di miglioramento con il trattamento fisioterapico basato sulle prove di efficacia a seconda della condizione clinica: se dopo due/ quattro settimane il paziente non migliora o, anzi, peggiora, è auspicabile il referral al medico specialista.

Risulta fondamentale, quindi, la “revisione dei sistemi”, cioè l’esame dello stato anatomico e fisiologico dei maggiori sistemi corporei. Questa revisione può essere condotta dopo l’esame clinico sul dolore per identificare gli eventuali segni e sintomi, indici di disturbi sistemici. Identificare il prima possibile tali obiettività permette di ottenere migliori outcome, ridurre la gravità degli esiti della patologia e il rischio di mortalità del paziente.

Sia il profilo professionale che gli educational standard del fisioterapista specializzato in terapia manuale e fisioterapia muscoloscheletrica OMPT (come indicati da IFOMPT, International Federation of Orthopaedica Manipulative
Physical Therapy), identificano e mirano ad elevare la competenza specifica riconosciutagli nel valutare e discriminare i fattori di rischio e le presentazioni cliniche relative a patologie extra-professionali, indicando ed attuando le adeguate attività di screening (D.M. 741/94; L. 3/2018;L 24/2017).

Il processo di screening fisioterapico, quindi, ha lo scopo primario di non nuocere al paziente e di assicurare al fisioterapista che la persona rientri nel perimetro della propria competenza professionale.

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