La tecarterapia, o tecar, è un elettromedicale che sfrutta un agente elettrofisico in grado di indurre variazioni di temperatura corporea a scopo terapeutico agendo tramite una tecnica meglio nota come diatermia. Le applicazioni della tecarterapia e della sua capacità di erogare localmente calore sono molteplici e comprendono trattamenti per le contratture muscolari, il dolore cronico e i disordini del pavimento pelvico.
Durante una generica ricerca on-line della parola “Tecar” o “Tecar Wiki” o “Tecar Wikipedia”, ci imbattiamo in un elevato numero di contenuti relativi all’argomento. Non è facile districarsi tra le informazioni spesso discordanti che troviamo in rete, ecco perché in questo approfondimento proveremo a fare chiarezza riguardo la storia, la funzionalità, e lo stato dell’arte dell’applicazione di questo elettromedicale.
Che cos’è la tecarterapia
Iniziamo con lo spiegare cos’è la tecarterapia.
Con la parola tecar si indica una tecnologia che impiega le onde elettromagnetiche nello spettro della radiofrequenza a scopi terapeutici, cosmetici e preventivi per gli infortuni sportivi. La tecar è stata inizialmente sviluppata da INDIBA® e, grazie al suo impiego in ambito fisioterapico, ha segnato una vera e propria rivoluzione nei protocolli riabilitativi che prevedono l’impiego del calore a scopi curativi (la così detta diatermia).
Il lemma stesso Tecar è un acronimo derivato da Transferencia Electrica Capacitiva-Resistiva (Trasferimento Elettrico Capacitivo-Resistivo), il principio dei primi apparecchi sviluppati da INDIBA® all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso. Questi, grazie all’impiego della radiofrequenza non invasiva e non ablativa – vedremo nel paragrafo Come funziona cosa si intende con questa terminologia –, sfrutta la corrente elettrica generata da un macchinario appositamente sviluppato per stimolare in profondità il sistema circolatorio sanguigno e linfatico. L’effetto biologico che ne deriva consiste in un aumento della velocità dei processi di guarigione, sfruttando le reazioni fisiologiche che il nostro corpo mette in atto naturalmente, accelerando i tempi di recupero o preparando i tessuti ad affrontare uno sforzo successivo [1].

La tecarterapia rappresenta una metodica per certi versi innovativa. Le sue molteplici applicazioni ne fanno una preziosa alleata durante il percorso riabilitativo.
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Storia della tecarterapia
La tecarterapia, sebbene sia una metodica sviluppata solo in tempi recenti, ha in realtà una storia di oltre 130 anni. L’applicazione della corrente elettrica per indurre un calore terapeutico non è nuova: sin dai primi studi sulle correnti alternate ad elevato voltaggio fu chiaro che queste, se debitamente controllate, non solo non arrecano danno ma, anzi, apportano benefici inediti.

Come funziona la tecar e a cosa serve
Come dicevamo nei paragrafi precedenti, la tecarterapia produce una notevole accelerazione dei processi di guarigione delle lesioni e delle patologie infiammatorie che interessano l’apparato muscolo-scheletrico. Tutto ciò è possibile grazie al trasferimento di energia dal macchinario ai tessuti: questo processo consente al corpo di produrre calore dall’interno, con evidenti benefici. Gli effetti che vengono generati dalla tecar non sono altro che reazioni endogene (ossia che hanno origini interne), generate dalle radiofrequenze prodotte dal macchinario della tecarterapia. Le onde elettromagnetiche erogate dalla tecar hanno una frequenza di 390-449 kHz, e sono in grado di raggiungere i tessuti in profondità.
È sempre bene specificare che, prima di orientarsi verso sedute di tecarterapia, è necessario essere provvisti di una prescrizione fornita dal medico che avrà provveduto alla diagnosi della patologia per cui è indicato l’impiego di questo elettromedicale. Proprio sulla base del ragionamento clinico, il fisioterapista stabilisce la modalità di intervento più appropriata, impostando i livelli energetici più adatti per trattare la zona lesa.
Tecarterapia capacitiva e tecarterapia resistiva: quale scegliere
Il dispositivo tecar può essere impiegato in due differenti modalità, capacitiva e resistiva. La scelta dell’approccio più adeguato da utilizzare dipende per lo più dal tipo di tessuto interessato dalla lesione.
La tecarterapia capacitiva è più adatta per agire sui tessuti molli, meno resistenti e più ricchi d’acqua. Quando si parla di tessuti molli si fa riferimento a quelle zone anatomiche che hanno una densità minore rispetto all’osso. Si tratta, nello specifico, di muscoli, nervi, cute, tessuto connettivo, vasi sanguigni, membrana sinoviale e vasi linfatici. La tecarterapia è adatta per trattare patologie e lesioni superficiali ed è in grado di generare effetti biologici a una profondità di circa 2-3 cm. Per poter ottenere questo risultato, tale specifica tipologia di tecar si avvale di un elettrodo apposito, chiamato capacitivo, ossia un elettrodo caratterizzato da materiale isolante (più frequentemente ceramica), che consente di concentrare le cariche elettriche prettamente in superficie. La tecarterapia capacitiva rappresenta la modalità ideale da utilizzare su tessuti che dimostrano una bassa resistenza al passaggio della corrente, senza che la corrente erogata passi dall’elettrodo attivo e l’elettrodo passivo (posizionato sotto il corpo del paziente).
La tecarterapia resistiva, invece, è più indicata per agire sui tessuti più resistenti, caratterizzati da minori concentrazioni d’acqua, in cui il passaggio di corrente si verifica più lentamente. Tessuti di questo tipo sono le ossa, le cartilagini, i legamenti, i tendini e le capsule articolari. In questa tipologia di tecarterapia vengono utilizzati elettrodi nei quali è assente il materiale isolante: in tal modo è la zona anatomica da trattare a comportarsi da mezzo di resistenza al trasferimento dell’energia. Se nella tecarterapia capacitiva solitamente l’elettrodo viene mosso circolarmente in modo da evitare che si accumuli troppo calore nella zona cutanea da trattare nella tecarterapia resistiva può anche essere tenuto fermo, in quanto il calore raggiunge zone più profonde senza accumularsi in superficie.
Come si svolge una seduta di fisioterapia con la tecarterapia
Una seduta di tecarterapia si svolge in assoluta sicurezza per il paziente e il professionista: si attua in posizione di riposo, applicando una pressione non eccessiva dell’elettrodo attivo; in caso di tecarterapia capacitiva si eseguono movimenti circolari avanzando di circa il 50% del diametro dell’elettrodo, in modo costane e completando una rotazione al secondo. Invece, in caso di tecarterapia resistiva l’elettrodo attivo può anche restare fermo: il risultato è la percezione di una temperatura confortevole per il tempo che il terapista considera adeguato ad ottenere il miglior risultato possibile, che varia da una manciata di minuti a 15-20 minuti.
L’efficacia del trattamento è correlata a due fattori:
- la durata dell’applicazione
- la potenza applicata.


Benefici della tecarterapia
A questo punto, due delle domande che dovremmo porci sono: la tecar funziona? E: a cosa serve la TECAR? Ebbene, per rispondere dovremmo prima comprendere come funziona e quali benefici apporta la tecarterapia, cosa che dipende dalle frequenze.
In questo modo, i principali impieghi della tecarterapia dipendono dalla frequenza dell’onda elettromagnetica:
- per frequenze che non comportano un riscaldamento dei tessuti biologici (448 kHz), si ottiene un effetto subtermico che massimizza la naturale propensione del corpo al ripristino del suo stato fisiologico.
Effetto subtermico della tecar
Con il termine subtemico si intende un effetto biologico in cui l’energia applicata non è sufficiente per incrementare la temperatura; piuttosto si ottiene un risultato che prevede, tra gli altri, la stimolazione delle cellule:
- staminali, avviando processi di rigenerazione dei tessuti e di guarigione delle lesioni;
- della cartilagine, per il trattamento delle patologie articolari.
Le applicazioni subtermiche permettono di impiegare le radiofrequenze durante gli episodi acuti (anche in fase di infiammazione attiva), quando altre metodiche sono sconsigliate. La diatermia tramite radiofrequenza non ablativa a frequenze subtermiche erogata durante le sedute di tecarterapia possiede quindi effetti bio-stimolanti.
- per frequenze delle onde elettromagnetiche che comportano un incremento modesto della temperatura, il principale effetto che si verifica è a carico della microcircolazione;
- per frequenze delle onde elettromagnetiche che comportano un innalzamento della temperatura locale apprezzabile, si verifica un effetto di iper-attivazione.
Tecarterapia: indicazioni cliniche
Tra le principali indicazioni che possono essere associate al trattamento diatermico della radiofrequenza non ablativa si riconosce l’uso in ambito riabilitativo: ampissimo spazio viene dedicato alla tecar per favorire il recupero delle ottimali condizioni muscolo-scheletriche. Ulteriore campo di impiego riguarda la preparazione atletica, il recupero post-gara e il trattamento di (micro-)lesioni acute e croniche connesse allo sport. La tecarterapia applicata al ginocchio ad esempio è molto utile per tutti quei professionisti che in ambito sportivo subiscono traumi o lesioni a questa articolazione. Questa tecnologia, però, non è utile soltanto in caso di traumi ormai avvenuti o di patologie conclamate, ma anche per prevenire e intervenire in modo mirato prima che una lesione si trasformi in qualcosa di più grave; la tecarterapia ginocchio infatti può essere utilizzata anche a scopo preventivo o per agire tempestivamente su edemi da affaticamento.
La tecar è utilizzata in ambito riabilitativo ogni volta che è necessario determinare un aumento localizzato di temperatura nel corso di trattamenti fisioterapici rivolti a pazienti adulti. Ecco perché le parole Tecar – Fisioterapia (e ovviamente Fisioterapia – Tecar) sono spesso citate insieme per trattare manifestazioni patologiche solo all’apparenza senza un minimo comun denominatore: la tecar applicata alla cervicale, per esempio, è utilizzata per trattare lesioni, così come le principali sindromi dolorose e processi infiammatori di varia natura del distretto del collo. Stesso discorso vale per la tecar lombare o applicata su qualsiasi altro distretto corporeo.
In linea di massima, le applicazioni della tecarterapia si riservano alle seguenti patologie:
- patologie muscolo-scheletriche (contratture, strappi e stiramenti muscolari, tendiniti, distorsioni, sinoviti e borsiti);
- affezioni dolorose delle articolazioni (artrosi e artriti);
- processi infiammatori delle estremità e della colonna vertebrale con sintomatologia dolorosa (cervicalgia, dorsalgia e lombalgia).
È estremamente importante che tutti i trattamenti, indipendentemente dal numero di sedute previste, siano prescritti dal medico di riferimento.
Principali applicazioni della tecarterapia in fisioterapia
Fino a pochi anni fa, per intervenire sui tessuti profondi si dovevano utilizzare sorgenti di energia molto forti, che causavano importanti effetti collaterali. Oggi grazie alla tecarterapia si può intervenire sui tessuti più profondi utilizzando energia biocompatibile in grado di attivare i processi autoriparativi dell’organismo, in modo non invasivo, rapido ed indolore. Per questo la tecar è uno strumento prezioso nella cura di molte patologie del sistema muscolo-scheletrico:
- distorsioni
- lesioni tendinee
- tendiniti
- borsiti
- condropatia rotulea
- coxartrosi
- pubalgia cronica
- capsulite adesiva
- fascite plantare
- strappi muscolari
- epicondilite
- cervicalgia
- contusioni
- nel primo periodo post-operatorio di un intervento di artroprotesi
La tecarterapia, oltre ad avere un ruolo di primo piano nella cura delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico non chirurgiche e nella riabilitazione post-chirurgica, ha anche un ruolo fondamentale nella prevenzione degli infortuni. Il suo effetto più sorprendente e più immediato è la netta diminuzione del dolore già dopo le prime sedute e questa capacità la rende uno strumento di prima linea sia nel trattamento delle patologie non traumatiche, sia nella riabilitazione dopo un infortunio, permettendo di iniziare prima e senza dolenzia il trattamento riabilitativo, soprattutto in caso di patologie dei tessuti duri (ossa e cartilagini), a differenza dell’ipertermia, che si applica per lo più ai tessuti molli.
Tecarterapia: quante sedute?
In dipendenza dal protocollo elaborato dallo specialista e dalle necessità del paziente, sarà cura del professionista indicare quante sedute sarà ottimale eseguire. Le condizioni croniche necessitano di un maggior numero di sessioni rispetto a quelle acute; si inizia con 2-3 applicazioni per poi verificare, anche contestualmente alla progressione nella sessione fisioterapica, il rapporto rischio-beneficio. In linea teorica non c’è un limite al numero di sessioni che possono essere erogate: questa caratteristica rende la tecarterapia un ottimo trattamento di mantenimento, la cui frequenza varia da un minimo di 1-2 sessioni a settimana ad 1-2 sessioni al giorno (eventualità non rara in caso di sportivi professionisti).

Tecarterapia: controindicazioni
Come ogni strumento, è importante inquadrare la tecar nel contesto in cui si utilizza: il bilancio tra effetti positivi e negativi sarà infatti dovuto non solo alle indicazioni per le quali si suggerisce di ricorrere alla terapia diatermica, ma anche al rischio più o meno elevato di effetti collaterali, così come alle controindicazioni di impiego.
Relativamente a quest’ultimo punto, generalmente si riserva la necessità di un consulto con lo specialista di riferimento per adoperare la tecarterapia in caso di:
- Impianto di pacemaker o alto dispositivo elettronico;
- Gravidanza;
- Impiego su pelle lesa, per esempio su ferite aperte o ustioni recenti. La raccomandazione generale usualmente accettata è di procedere sulla sola cute integra;
- Tromboflebite;
- Tumori in fase attiva; pur in assenza di connessioni chiare e accertate, è possibile che la tecarterapia favorisca il riprodursi delle cellule cancerose e la loro diffusione per via ematica e linfatica. Resta oggetto di dibattito, nella comunità scientifica, se sia sufficiente, per rispettare il principio di precauzione, attendere cinque anni dalle manifestazioni tumorali, pur restando il cancro una patologia cronica spesso soggetta a riattivazione dopo svariati anni.
I cinque punti di cui sopra rappresentano controindicazioni per solito universalmente accettate all’impiego della tecarterapia. È bene, poi, per non incorrere in spiacevoli effetti collaterali, ricordare che:
- Si consiglia di evitare il contatto con collegamenti a terra che potrebbero convogliare le correnti elettriche applicate in percorsi non funzionali o, peggio, dannosi per il paziente;
- In caso di pazienti ipotesi (affetti da pressione arteriosa bassa) e trattati presso il distretto del collo, può verificarsi un abbassamento ulteriore della pressione con un conseguente peggioramento dopo tecarterapia. Per questo motivo si consiglia di procedere con l’applicazione solo dopo normalizzazione dei valori pressori;
- Si consiglia di rimuovere oggetti di metallo (anelli, orecchini) ma anche protesi dentarie mobili prima di applicare la tecar (in quest’ultimo caso secondo modalità resistiva).
A questo punto, elencate le principali controindicazioni della tecarterapia, non resta che ricordare che dopo l’applicazione è possibile che si verifichi un temporaneo aumento dei disagi: questi effetti indesiderati possono anche dipendere dall’applicazione della crema conduttrice, una pomata impiegata per permettere una migliore erogazione dell’energia elettrica.
Tecar a domicilio
Nei paragrafi precedenti abbiamo avuto modo di trattare diversi aspetti della tecarterapia, sottolineando come costituisca il mezzo più avanzato per il trattamento della traumatologia patologica non chirurgica, accompagnando il paziente nel decorso post-chirurgico e costituendo un importante supporto per gli atleti di élite.
La sua applicazione a domicilio, sempre dopo prescrizione specialistica, deve essere obbligatoriamente eseguita da personale sanitario e per solito si riserva a tutti coloro che sono impossibilitati a raggiungere gli studi di fisioterapia della propria città. Il servizio di fisioterapia domiciliare, infatti, può essere correlato di applicazione della tecar, ragion per cui la Tecarterapia può essere eseguita a casa.
Costo tecarterapia: qual è il prezzo una seduta di tecar
L’impiego della tecarterapia è volto a lenire stati infiammatori acuti, ma anche lunghi e per certi versi eccesivi percorsi riabilitativi francamente evitabili. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dal fatto che, trattandosi di un elettromedicale, può essere utilizzato solo da personale sanitario qualificato. È quindi molto importante valutare, all’interno del costo della tecarterapia, non solo il prezzo del macchinario per la tecar, ma anche la tecnologia innovativa, ma anche la preparazione e il continuo aggiornamento dell’operatore che eroga la terapia.
Per questo motivo, nonostante il prezzo per applicazione possa anche superare 50 euro, la maggior parte degli assistiti reputa la spesa comunque vantaggiosa. Sarà però importante tenere in considerazione la possibilità di eseguire la tecarterapia in funzione di:
- La tecnologia dei macchinari: specialmente nell’ambito dell’assistenza sanitaria nosocomiale/eseguita presso centro fisioterapico, è fondamentale che il Centro di riferimento utilizzi strumentazioni all’avanguardia e che vegano sottoposte a manutenzione e cambiate periodicamente per garantire sempre il massimo delle performance;
- I Tempi di attesa: il fatto che la tecar possa essere impiegata in acuto, a differenza di molti altri apparecchi elettromedicali, la rende una delle poche procedure in grado di agire precocemente sul deficit riscontrato all’esame clinico e sulla patologia in corso. Questa caratteristica è estremamente importante per inserire la tecarterapia fin dai primi momenti riabilitativi.
- Il costo complessivo della seduta: Nonostante gli ampissimi benefici ascrivibili a questa metodica, occorre ricordare che da sola non è in grado di risolvere un fastidio o dolore. Occorre comunque integrarla in un percorso fisioterapico studiato da personale sanitario appositamente formato sulla patologia di interesse e quindi la tecar è solo una delle eventuali voci di spesa.
La tecar è detraibile?
Adesso interesserà affrontare un ultimo punto: la tecarterapia è detraibile? Le spese mediche che rientrano tra i costi che possono essere portati a detrazione del reddito imponibile comprendono le prestazioni che vengono offerte dai fisioterapisti. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito quanto segue:
Al riguardo, tenuto conto delle precisazioni fornite dal Ministero della salute, si ritiene che possano essere ammesse alla detrazione d’imposta di cui all’articolo 15, comma 1, lettera c), del TUIR le spese sostenute per le prestazioni sanitarie rese alla persona dalle figure professionali elencate nel decreto ministeriale 29 marzo 2001, anche senza una specifica prescrizione medica. Ai fini della detrazione, dal documento di certificazione del corrispettivo rilasciato dal professionista sanitario dovranno risultare la relativa figura professionale e la descrizione della prestazione sanitaria resa.
Le spese quindi riferibili alla prestazione erogata dal Fisioterapista non devono necessariamente essere accompagnate da prescrizione medica, ma è invece molto importante premurarsi di verificare che il professionista scelto sia correttamente iscritto all’albo di riferimento e che emetta regolare fattura.
Tecarterapia Roma
Nel contesto delle grandi città come Roma, Milano e Napoli, l’offerta della tecarterapia è certamente più ampia di quella presente nei piccoli centri urbani. È, quindi, importante saper scegliere ed affidarsi a Specialisti di settore che siano innanzitutto abilitati nella gestione e nell’erogazione del trattamento, ma anche nel management di eventuali criticità. Come sempre, è buona norma diffidare da preventivi troppo alti o troppo bassi rispetto alla media del territorio, a meno che non sottintendano servizi aggiuntivi o dalla comprovata efficacia, oppure siano motivati da scontistiche specifiche.
Tuttavia, potrebbe non essere facile riconoscere il valore della singola prestazione di tecarteria. Roma, per esempio, offre a chi avesse necessità di ricorrere al calore terapeutico di valutare questo utilissimo strumento nel contesto di un percorso strutturato. Prevedendo l’erogazione di trattamenti e la fruizione di numerose prestazioni a seconda del contesto clinico specifico del paziente, la tecarterapia si configura come un singolo elettromedicale all’interno di una seduta terapeutica. Il prezzo, in questo caso, è inteso non più a singola erogazione ma per l’esecuzione dell’intera seduta.
Questo è quanto previsto dalla rete sanitario-assistenziale all’avanguardia dei centri Top Physio, dove serietà e competenza accompagnano i pazienti romani durante l’intero processo fisioterapico, dalla gestione della pratica assicurativa alla scelta del miglior percorso di cura.
Bibliografia e sitografia
[1] De Sousa-De Sousa L, Tebar Sanchez C, Maté-Muñoz JL, Hernández-Lougedo J, Barba M, Lozano-Estevan MdC, Garnacho-Castaño MV, García-Fernández P. Application of Capacitive-Resistive Electric Transfer in Physiotherapeutic Clinical Practice and Sports. International Journal of Environmental Research and Public Health. 2021; 18(23):12446 https://doi.org/10.3390/ijerph182312446.
[2] Tecar Therapy – Technology, History, Uses, FAQs.