Tatuaggi e linfonodi: una connessione evidenziata dal Dott. Bruno

Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2023
Tatuaggi e Microchirurgia del plesso brachiale

La prestigiosa rivista Hand Surgery and Rehabilitation riporta una lettera all’editore (Letter to the editor) di eccezione: il Dottor Maurilio Bruno, Top Specialist per la Microchirurgia Ricostruttiva e Neuropatologia di interesse ortopedico presso il Centro Medico di Eccellenza FIFA e FIMS c/o la Casa di Cura Villa Stuart di Roma – Top Physio Balduina, mette in guardia dalla correlazione tra tatuaggi e linfonodi coinvolti nella patologia nervosa da compressione.

La Rivista rappresenta l’organo di informazione ufficiale delle Società francese, belga e svizzera per la Chirurgia della mano nonché della Società francese di riabilitazione della mano e dell’arto superiore. Precedentemente nota come Chirurgie de la Main, è da sempre impegnata nella pubblicazione di articoli originali, revisioni della letteratura scientifica e tecniche chirurgiche oggi fruibili in lingua francese e inglese, per rendere sempre più inclusivo il sapere accademico.

In questo caso, il Top Specialist, autore della pubblicazione, analizza la correlazione tra la pratica del tatuaggio, un’eventualità piuttosto comune nei Paesi occidentali, e le possibili risposte linfonodali massive. Dunque, tatuaggi e linfonodi sono più connessi di quanto si pensasse in passato e questa correlazione causale è emersa per la prima volta in letteratura scientifica proprio nel case report presentato dal Dottor Bruno.

Il tatuaggio come corpo estraneo

Spesso consideriamo i tatuaggi come qualcosa di puramente artistico e non ci soffermiamo a pensare a cosa accade nella pelle che li ospita. Di fatti, il tatuaggio consiste nella deposizione intradermica di pigmenti con l’intento di rendere permanenti decorazioni pittoriche corporee. Però il tatuaggio, riconosciuto come un elemento “estraneo” dal sistema immunitario, può scatenare un cambiamento senza fine: il nostro organismo compie uno sforzo continuo per contenere ed eliminare i pigmenti iniettati in sede intradermica e, per fare questo, attiva la risposta immunitaria. I cristalli di pigmento dell’inchiostro sono infatti fagocitati da una specifica linea cellulare, i macrofagi, i quali migrano dal sangue per eliminare quelli che vengono riconosciuti come agenti estranei. Una volta carichi di pigmento, i macrofagi vanno incontro ad apoptosi (morte cellulare programmata) e sono rimpiazzati da nuove cellule immunitarie che, da vere e proprie spazzine, rifagociteranno l’inchiostro e i residui cellulari.

Questo ciclo, pressoché infinito, rende permanente la decorazione e si affianca ad un’attivazione dei linfonodi regionali. Alcuni macrofagi e altre cellule specializzate nel riconoscere potenziali agenti dannosi, infatti, migrano nei linfonodi più vicini alla decorazione e scatenano un’attività linfoghiandolare anomala.

Il coinvolgimento linfatico delle ghiandole-sentinelle: la diagnosi differenziale con il melanoma metastatico e la risoluzione della neuroaprassia

Una giovane paziente affetta da neuropatia ascellare del plesso brachiale (che rappresenta un importante complesso di nervi spinali coinvolti nel controllo motorio e nella percezione sensitiva dell’arto superiore e di una parte del tronco) è stata sottoposta a neurolisi chirurgica per ripristinare la normale funzione nervosa, alterata da un unico linfonodo ingrossato.

La ghiandola linfatica, infatti, era sede di numerosi macrofagi contenenti il pigmento dell’esteso tatuaggio che la paziente aveva infisso sul braccio: il linfonodo aveva compresso le radici nervose scatenando il quadro di neuroaprassia. La neuroaprassia si manifesta come una perdita transitoria della funzione motoria e/o sensoriale e, se è il linfonodo a causarla, deve sempre far pensare ad un esordio metastatico di melanoma maligno o a una presentazione paraneoplastica. Queste eventualità sono state fortunatamente escluse alla valutazione istologica che si è tenuta dopo asportazione microchirurgica del linfonodo, una volta scollato dalle corde nervose del plesso brachiale e dai vasi ascellari a cui era tenacemente adeso (aderente).

L’intervento è stato eseguito dal Professor Bruno e rappresenta un chiaro quadro di correlazione causale neuroaprassia-tatuaggio: l’infissione di pigmenti deve essere quindi sempre considerata come un fattore di rischio per neuropatia compressiva da coinvolgimento linfoghiandolare.

Nuovi orizzonti collegano tatuaggi e linfonodi

Il case report del Dottor Maurilio Bruno è estremamente interessante e solleva interrogativi circa la prevenzione del coinvolgimento linfonodale e le relative complicanze da compressione a seguito di tatuaggi: non resta che auspicare che future indagini possano far chiarezza anche in quest’ambito.

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