Ricostruzione crociato anteriore e precoce ritorno all’attività agonistica

Ultimo aggiornamento il 28 Ottobre 2022
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Intervista al professor Mariani, top specialist nella chirurgia del ginocchio

Professor Mariani, che cosa sono i legamenti crociati?

Il legamento crociato anteriore (LCA) e il legamento crociato posteriore (LCP) sono i due legamenti principali alloggiati all’interno dell’articolazione del ginocchio e sono fondamentali per la stabilità in senso anteroposteriore (cioè sul piano sagittale) del ginocchio. Questi due legamenti somigliano a dei corti e robusti cordoni fibrosi che si incrociano ad X, fissando femore e tibia.

Qual è la funzione dell’LCA?

Il legamento crociato anteriore del ginocchio svolge una funzione di stabilizzazione anteriore dell’articolazione, mantenendo sempre a contatto le superfici articolari di due estremità ossee fra di loro: la superiore è rappresentata dal femore e l’inferiore dalla tibia. Ha un ruolo fondamentale sul controllo del movimento di rotazione e di flessoestensione del ginocchio.

Il Professor Mariani in compagnia di Yousuf Yazici, trequartista del Lille operato lo scorso 28 Dicembre al crociato del ginocchio destro
Il Professor Mariani in compagnia di Yousuf Yazici, trequartista del Lille operato lo scorso 28 Dicembre al crociato del ginocchio destro.

Può spiegare in breve quale tipo di intervento viene più frequentemente effettuato quando un calciatore professionista si infortuna al legamento crociato anteriore?

L’intervento di ricostruzione del LCA dura circa un’ora. Inizialmente vengono rimossi i residui del legamento leso che, successivamente, viene sostituito con un tendine dello stesso paziente (autologo) oppure da trapianto da donatore (allograft). Spesso si utilizza un prelievo della porzione centrale del tendine della rotula e di due piccoli tasselli ossei, uno dalla rotula e uno dalla tibia, per permettere la successiva fissazione del trapianto con due viti, una al femore e una alla tibia.

Questa tecnica garantisce la maggiore stabilità possibile sia per le caratteristiche del tendine prelevato, che è estremamente robusto, sia perché la fissazione di osso con osso ha tempi di guarigione tissutale più rapidi. In alternativa all’utilizzo del tendine rotuleo è molto utilizzato il prelievo dai muscoli flessori, semitendinoso e gracile.

In quali condizioni arrivano gli atleti immediatamente dopo l’infortunio e qual è il loro stato d’animo dopo l’intervento?

Molti con gli occhi lucidi… È sempre un bel colpo indubbiamente! Il giorno delle dimissioni sono molto più sereni e sorridenti, pronti a scherzare con gli altri calciatori presenti nel reparto di fisioterapia. In generale dopo l’intervento ho sempre riscontrato grande motivazione e desiderio di intraprendere la fase riabilitativa.

Quanto è importante per il calciatore operato intraprendere il percorso riabilitativo insieme ad altri calciatori che hanno subito lo stesso infortunio?

È importantissimo. In questo modo l’atleta continua a sentirsi tale subito dopo l’intervento. È un po’ come se fosse ancora all’interno della sua squadra.

Parlando di tempi di recupero, un argomento di grande interesse, il protocollo del Professor Mariani dura quattro mesi. È corretto?

C’è un po’ di confusione in effetti… Io distinguo il protocollo in due fasi: una fase medica dove controllo e seguo l’atleta quotidianamente; poi c’è una fase atletica. Un conto è il ritorno all’attività sportiva e un altro conto è la performance. Si tratta di due criteri completamente diversi. Il mio protocollo finisce a tre mesi poiché il mio scopo è riportare, entro questo tempo, il giocatore in perfette condizioni con solo dei piccoli “dettagli” da recuperare. Per spiegarmi in concreto, un po’ come farebbe un meccanico che ridà al cliente una macchina riparata quasi pronta. Poi ci deve essere una sorta di collaudo della macchina che, nel caso di un calciatore professionista, è affidato al preparatore atletico e allo staff medico della squadra per recuperare completamente e avere una performance perfetta al ritorno in campo.

In sintesi, io restituisco il giocatore alla squadra quando è terminata la fase medica, quanto poi duri la fase di “ri-atletizzazione” dipende dal giocatore, dalle sue caratteristiche fisiche, dalle masse muscolari e da tanti altri fattori sui quali io non intervengo e non faccio previsioni!

Ci aiuta a capire se c’è una differenza nel recupero tra un ventenne e un trentenne?

Tra ventenni e trentenni di oggi c’è poca differenza, i tempi di recupero sono pressoché uguali. In passato la differenza era sicuramente più accentuata.

Precoce ritorno all’attività agonistica: nessun rischio per l’atleta

Il tempo necessario al ritorno all’attività agonistica, dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore, è ancora fonte di dibattito e sei o più mesi possono trascorrere prima che il ritorno venga concesso. In uno studio pubblicato nel 2016 è stato dimostrato che un precoce ritorno all’attività agonistica (3-4 mesi) non è nocivo per la stabilità del ginocchio e non aumenta il rischio di successivi infortuni.

Materiali e metodi: un questionario appositamente formulato è stato spedito a 83 calciatori professionisti (campionati di prima o seconda divisione della Lega Nazionale di Calcio), sottoposti tra il 2005 e il 2009 a ricostruzione del legamento crociato anteriore con trapianto autologo del tendine rotuleo. Al momento del questionario tutti i giocatori erano ancora praticanti l’attività agonistica allo stesso livello pre-infortunio. I calciatori sono stati invitati a riferire qualunque patologia articolare e muscolare, successiva alla ricostruzione del legamento crociato anteriore. Solo 41 (51,8%) degli atleti che hanno completato il questionario sono stati utilizzati per suddividerli in due gruppi.

Nel gruppo A (n. 24) sono stati inclusi i calciatori che hanno riferito di essere tornati ad allenarsi entro tre mesi e di aver partecipato a una partita ufficiale entro quattro mesi dall’intervento chirurgico. Nel gruppo B (n. 17) quelli che hanno riferito di essere tornati ad allenarsi dopo più di tre mesi e di aver partecipato a una partita ufficiale dopo sei mesi dall’intervento chirurgico. Le cartelle cliniche degli atleti sono state riesaminate e confrontate con i dati sulla stabilità articolare del ginocchio, misurati con il KT-2000 al follow-up di valutazione a 6 mesi, e con quelli sulla forza muscolare, misurati con il MuscleLab System a 2, 3 e 6 mesi dall’intervento chirurgico.

Risultati: le misurazioni del deficit di forza e la misurazione artrometrica non hanno dimostrato una significativa differenza tra l’arto sano e quello infortunato. L’incidenza di successivi re-infortuni, interventi chirurgici e infortuni muscolari successivi alla ricostruzione del legamento crociato anteriore è analoga in entrambi i gruppi.

Conclusioni: il precoce ritorno all’attività agonistica non presenta rischi, non aumenta il rischio di successivi infortuni e non compromette la stabilità del ginocchio.

Memphis Depay: il rientro di un campione

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Infortunato nel dicembre 2019 durante il primo tempo della gara contro il Rennes, l’attaccante del Lione viene operato al legamento crociato anteriore sinistro dal Prof. Mariani. Rientra in campo il primo luglio 2020 nell’amichevole Lione – Port-Valais, dove segna 4 gol e fa 4 assist. L’8 agosto nel match di Champions League contro la Juventus segna al 12′ su rigore: goal decisivo che elimina la squadra avversaria dalla competizione.

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