Come recuperare al 100%
Negli interventi chirurgici di impianto di artroprotesi d’anca si effettua la sostituzione dell’articolazione dell’anca, cioè quella esistente tra femore e bacino, con elementi meccanici artificiali. Nel caso si effettui una sostituzione completa, cioè si sostituiscano sia la componente del bacino che quella del femore, si parla di artroprotesi. Tuttavia, in alcuni casi particolari, ad esempio nelle fratture del collo del femore o nei pazienti più anziani o affetti da pluripatologie, si può scegliere di effettuare un intervento meno invasivo limitato alla sostituzione della sola componente femorale (endoprotesi).
Le principali patologie in cui è indicata la chirurgia protesica dell’anca sono l’artrosi dell’anca refrattaria alle terapie conservative (85%), l’osteonecrosi asettica della testa del femore (2%), la frattura del collo del femore (10%), alcune patologie congenite come la displasia congenita dell’anca (2%), le fasi avanzate di patologie reumatiche come l’artrite reumatoide (1%).
Quando il medico fisiatra prende in carico un paziente dopo l’intervento di artroprotesi o endoprotesi d’anca è necessario innanzitutto informarsi su quale sia la patologia che ha portato all’indicazione chirurgica; quindi, se il paziente è stato sottoposto ad intervento poiché affetto da coxartrosi o per frattura di femore. Nel primo caso il paziente è generalmente più giovane, spesso ha già seguito un percorso riabilitativo pre-intervento. Nel secondo caso è invece un paziente più anziano, ha subito il trauma della frattura, è impaurito ed affetto da polipatologie.
La riabilitazione inizia generalmente nelle prime 24-48 ore postoperatorie, o comunque appena possibile e deve tener conto di vari fattori quali l’età del paziente, lo stato cognitivo, il grado di collaborazione e le condizioni mediche generali. Citando il recente articolo di Kenyon-Smith: “la mobilizzazione precoce del paziente dopo intervento all’anca riduce i tempi di degenza e di conseguenza i tempi di recupero”.
Nel centro Top Physio Balduina, Centro Medico di eccellenza FIFA e FIMS situato presso la Casa di Cura Villa Stuart di Roma, i pazienti vengono visitati nella prima giornata postoperatoria dal medico fisiatra, che provvede a stilare il progetto e il programma riabilitativo. Posti dunque gli obiettivi e le modalità con cui raggiungerli, il paziente inizia il percorso di riabilitazione con il fisioterapista.
Sebbene in letteratura non esista al momento evidenza sul tipo e sul timing di esecuzione degli esercizi, dopo un intervento di artroprotesi d’anca gli obiettivi della riabilitazione sono il recupero dell’articolarità, del tono muscolare, della propriocezione e della deambulazione, nonché il recupero delle autonomie nelle attività di vita quotidiana (AVQ) e il rientro all’attività sportiva e/o lavorativa.
Fase acuta post-intervento di protesi all’anca
Nella fase acuta (1°- 3° giorno postoperatorio) al paziente vengono insegnati i passaggi posturali e i trasferimenti, la mobilità al letto con le relative precauzioni, le norme antilussazione, viene iniziata la verticalizzazione e la deambulazione iniziando per tratti brevi con ausilio del deambulatore e secondo il carico indicato.
In aggiunta si dà inizio alla kinesiterapia passiva dell’arto inferiore e agli esercizi di rinforzo muscolare isometrici per quadricipite femorale, glutei e tricipite surale. Si inizia quindi l’addestramento alle attività di vita quotidiana. Particolare importanza riveste l’informazione data al paziente circa le norme antilussazione, in quanto l’osservanza di queste precauzioni implica una partecipazione attiva del paziente e consente di prevenire una delle complicanze dell’intervento di impianto di artroprotesi d’anca, cioè la lussazione dell’artroprotesi d’anca, che consiste nella perdita dei rapporti articolari tra le due componenti e potrebbe necessitare di un nuovo intervento chirurgico.
In sostanza, nella maggioranza dei casi in cui l’accesso chirurgico è posterolaterale il paziente dovrà evitare alcuni movimenti. La flessione dell’anca non dovrà superare gli 80°: tale grado di flessione viene raggiunto anche sedendosi con il busto inclinato in avanti, per cui bisognerà istruire il paziente su come sedersi correttamente e di utilizzare un apposito presidio alzawater. È da evitare l’extrarotazione dell’anca, movimento che si verifica durante l’accavallamento delle gambe, che quindi sarà vietato. Va inoltre evitato il movimento di adduzione, cioè l’avvicinamento dell’arto operato a quello sano (che potrebbe avvenire riposando sul fianco non operato), posizionando un cuscino di adeguato spessore tra le due gambe.
Fase subacuta post-intervento di protesi all’anca
In fase subacuta (3°- 7° giorno) il paziente continua l’addestramento alla deambulazione e alle AVQ semplici. In questa fase il paziente inizia le sedute in palestra iniziando anche le elettrostimolazioni, la massoterapia e, ove possibile, anche la TECAR a livello della coscia. Vengono inoltre iniziati gli esercizi di rinforzo per gli abduttori e gli estensori dell’anca. Inizia prima possibile, in base alla clinica, il passaggio dal deambulatore ai bastoni canadesi.
Terza fase post dimissioni
In fase successiva (2a-3a settimana) viene iniziata la cyclette, gli esercizi isotonici e l’idrokinesiterapia. In genere il paziente viene dimesso dopo la rimozione dei punti di sutura con prescrizione di ciclo di fisioterapia con frequenza di 5 volte a settimana, che può essere svolta sia a domicilio sia presso il centro di fisioterapia. Il paziente viene rivalutato in genere dopo circa dieci sedute e quindi dopo un mese. La guida dell’automobile viene generalmente concessa dopo 5 settimane dall’intervento.
Riavviamento all’attività sportiva
Dopo il percorso di fisioterapia il paziente può essere riavviato all’attività sportiva con la supervisione del medico fisiatra e del preparatore atletico. Gli sport raccomandati dopo artroprotesi d’anca sono il cammino, il nuoto e il ciclismo. Al contrario, il calcio, il basket e la corsa non sono consigliati. Il tennis, lo sci e l’equitazione sono consigliati solo se con esperienza precedente all’intervento.