Quando andare dal fisiatra? Una guida su disturbi e patologie più frequenti

Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2023
cosa fa il fisiatra

Grazie alla fisioterapia si può evitare assumere quantità eccessive di farmaci ad azione antinfiammatoria, scegliendo una strada che consenta di risolvere comunque l’infiammazione tipica di molte patologie che affliggono muscoli, ossa e articolazioni. Ma la fisioterapia non si occupa solo della gestione del dolore e della risoluzione dell’infiammazione: moltissimi pazienti accedono ad un percorso riabilitativo per rieducare schemi motori e rafforzare la muscolatura compromessi da patologie, traumi, lesioni ed interventi chirurgici.

Di seguito trovi un elenco esemplificativo, ma non esaustivo, delle principali tipologie di pazienti che possono essere seguite in un percorso fisioterapico. Per scoprire se i nostri specialisti possono risolvere anche il tuo particolare dolore o fastidio:

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La riabilitazione è fondamentale per i pazienti che riferiscono episodi di fratturedistorsioni (come la distorsione di caviglia e la distorsione di ginocchio) o lussazioni (molto comune è la lussazione di spalla), o che abbiano subìto

  • Immobilizzazione con apparecchio gessato o tutore
  • Fissazione interna con placche e viti o chiodi endomidollari 
  • Fissazione esterna

Lo step preliminare verso il quale sono indirizzati i pazienti che si rivolgono a Top Physio Quality Network® è la visita medica eseguita dal Fisiatra, lo Specialista in Medicina fisica e riabilitativa, in grado di effettuare una diagnosi basandosi sull’esame obiettivo e sui referti di diagnostica a supporto dell’inquadramento clinico. La visita del Fisiatra è molto importante per mettere in luce la presenza di eventuali patologie, sindromi o lesioni che possono, non raramente, coinvolgere ossa, muscoli e articolazioni, ma anche nervi e vasi sanguigni che decorrono nel distretto anatomico. Sarà sempre compito dello Specialista in Medicina fisica e riabilitativa predisporre il trattamento più appropriato in base alla diagnosi formulata. Anche in caso di patologie inserzionali da sovraccarico funzionale o overuse (insorte dopo sport o attività lavorativa, senza una determinata causa organica scatenante) la sua figura risulterà centrale per indirizzare il Fisioterapista verso l’attuazione del miglior percorso di cura.

A seconda del segmento corporeo indagato, l’équipe medica che coinvolge il Fisiatra ed il Fisioterapista è in grado di trattare le condizioni localizzate in:

Anca e porzione prossimale del femore
  • Articolazione dell’anca, tra cui l’acetabolo, la rima acetabolare e la testa del femore
  • Ossa del bacino (ileo, ischio e pube)
  • Pavimento pelvico e muscolo piriforme
  • Porzione prossimale del femore, con particolare riferimento alle fratture (pertrocanterica, sottocapitata, transcervicale, sottotrocanterica)
Spalla, cingolo scapolare e porzione prossimale dell’omero
  • Articolazione della spalla e testa dell’omero
  • Scapola
  • Muscoli della cuffia dei rotatori (muscolo sovraspinato, infraspinato, sottoscapolare e piccolo rotondo)
Braccio, gomito e polso
  • Braccio, con particolare riferimento a condizioni anatomiche e funzionali che coinvolgono il muscolo bicipite e la diafisi omerale
  • Articolazione del gomito
  • Avambraccio, occupandosi soprattutto di condizioni patologiche del radio, tra cui quelle del capitello radiale, e dell’ulna
  • Polso
Gamba, ginocchio e caviglia
  • Coscia, occupandosi delle condizioni patologiche che coinvolgono la diafisi femorale, il muscolo bicipite femorale e il muscolo quadricipite
  • Articolazione del ginocchio, rotula, tendine rotuleo
  • Gamba, trattando le patologie della tibia, del perone, le lesioni muscolari al polpaccio come quelle al gemello mediale
  • Articolazione della caviglia e malleolo
Rachide e schiena
  • Paramorfismi vertebrali, tra cui l’atteggiamento scoliotico e ipercifotico
  • Tratto cervicale
  • Tratto dorsale, anche in caso di vertebre trattate con procedura di cifoplastica percutanea
  • Tratto lombare
  • Sacro e coccige
Mano e piede
  • Mano, con particolare riferimento alla sindrome del tunnel carpale, alla sindrome di De Quervain, alle dita a scatto
  • Piede, con particolare riferimento alla fascite plantare, a coinvolgimenti patologici a carico del metatarso, al neuroma di Morton
  • Dita del piede, con particolare riferimento all’alluce valgo

Le competenze dell’esame obiettivo effettuato dal Medico fisiatra non si esauriscono all’indagine per distretti corporei indicata nell’elenco precedente: se vuoi saperne di più, puoi visitare la pagina che abbiamo riservato alla sua Figura.

L’accurata visita del Fisiatra che, una volta effettuata la diagnosi, indirizzerà il paziente verso il percorso riabilitativo più adatto alle sue esigenze, è essenziale anche per chi notasse di avere le caviglie gonfie, i piedi gonfi, il ginocchio gonfio, o un ematoma. Rivolgersi tempestivamente ad uno Specialista in Medicina fisica e riabilitativa permetterà una più veloce e favorevole risoluzione del problema, riducendo il rischio di esiti avversi e cronicizzazione. Più in generale, chi lamentasse disturbi infiammatori dell’apparato muscolo-scheletrico, ridotta funzionalità e dolore riferiti a specifici distretti corporei dovrebbe rivolgersi al Fisiatra per una diagnosi. In particolare, la visita fisiatrica e il successivo percorso riabilitativo mirato sono indicati per chi riportasse:

Disturbi infiammatori dell’apparato muscolo-scheletrico: le infiammazioni dei vari organi e distretti corporei sono delle alterazioni, a volte aspecifiche altre, invece, causate da una patologia tipica. Sono accompagnate da cinque caratteristiche tipiche: dolore (dolor), rossore (rubor), calore (calor), aumento di dimensioni (tumor) e perdita di funzione (functio lesa). Di pertinenza del fisiatra, così, sarà la:
  • Entesopatia, alterazione di un’entesi, ovvero la gunzione tra osso e tendine. Si accompagna a tendinite (termine comune con il quale si descrive una condizione infiammatoria che coinvolge i tendini) e, eventualmente, a tenosinovite (infiammazione che coinvolge la guaina di rivestimento dei tendini). Può manifestarsi alla regione del gomito (epicondilite o gomito del tennista e epitrocleite o gomito del golfista), della caviglia (tendine del tendine di achille) o, molto spesso, del polso.
  • Borsite o bursite, termine con cui si descrive un processo infiammatorio a carico della borsa sierosa di un’articolazione; spesso colpisce il gomito (borsite cubitale) o le borse situate presso il grande trocantere femorale (borsite trocanterica o trocanterite), il gomito (borsite prerotulea e infrarotulea), la spalla (borsite subacromiale, quadro clinico che spesso si accompagna a lesioni della cuffia dei rotatori).
  • Periartrite, una malattia infiammatoria a carattere degenerativo o misto che coinvolge i tessuti peri-articolari.
  • Spondiloartropatie, un gruppo di patologie accomunate dall’infiammazione immuno-mediata che coinvolge le articolazioni; un esempio è la spondilite anchilosante, malattia reumatica che coinvolge in un primo momento la schiena e lo scheletro assile (se si localizza all’articolazione sacroileite).
Degenerazione anatomo-funzionale e limitazione della motilità: le condizioni francamente patologiche o pseudo-patologiche e parafisiologiche hanno necessità di un preciso inquadramento clinico. Ecco che il Fisiatra si occupa di diagnosticare e trattare:
  • Torcicollo (torticollis), eventualità da contrattura dei muscoli del collo, come lo sternocleidomastoideo.
  • Reumatismi, come quelli dovuti alla polimialgia reumatica, che colpisce soprattutto i pazienti anziani.
  • Crampi muscolari, che consistono in una contrazione improvvisa e involontaria di uno o più muscoli; possono eventualmente comparire anche solo durante la notte.
  • Condropatie, ovvero le patologie della cartilagine, come l’artrosi, diffusa o localizzata ad una singola articolazione, come l’articolazione dell’anca (coxoartrosi), l’articolazione trapezio-metacarpale (rizoartrosi o artrosi del pollice), le articolazioni della colonna vertebrale (se coinvolge pochi segmenti prende il nome di spondiloartrosi; in caso di interessamento di tratti estesi della colonna vertebrale si chiama più propriamente spondilosi), l’articolazione del ginocchio (gonartrosi), le mani.
  • Paramorfismi vertebrali come scoliosi, ipercifosi, iperlordosi e disallineamenti a carattere progressivo, come la spondilolistesi; questi paramorfismi, possono determinano un adattamento del tono muscolare basale della muscolatura che si inserisce nello scheletro assile, come il muscolo psoas
  • Osteoporosi
  • Sperone o spina calcaneare, una neoformazione ossea nella zona del tallone all’interno della fascia plantare (spesso associata a fascite plantare)
  • Distrofia muscolare, termine generico con il quale si individuano una serie di patologie degenerative neuromuscolari
  • Discopatie, ovvero patologie del disco intervertebrale, che possono esitare in protusioni o bulging discali
  • Difetti degli arti inferiori e del piede (ginocchio valgo, piede piatto, piede cavo, dito a martello)
  • Edema osseo
  • Osteocondrosi, ovvero patologie che coinvolgono osso e cartilagine; gli stadi avanzati dell’artrosi sono, di fatto, quadri di osteocondrosi
  • Osteoartrite, patologia cronica che causa danni alla cartilagine ed è caratterizzata da dolore, rigidità e perdita di funzionalità
Dolore spontaneo o sollecitato da apposite manovre. Il dolore è uno dei sintomi più frequentemente riferiti da chi si affida allo Specialista in Medicina fisica e riabilitativa. Sono molteplici, infatti, i distretti corporei che possono essere interessati dalla sensazione dolorosa, più o meno intensa, che si manifesta spontaneamente o dopo sollecitazione tramite manovre specifiche da parte del professionista sanitario. Nello specifico il Fisiatra spesso affronta:
  • Mal di schiena, ad esempio dolore della zona lombare (lombalgia acuta o cronica) e lombo-sciatalgia (o sciatica), o della zona dorsale (dorsalgia).
  • Dolore al collo o cervicale, detto cervicalgia (come quello che accompagna il torcicollo, localizzato nella parte laterale e posteriore del collo e nella zona sovrascapolare, che può esitare in cefalea muscolo-tensiva scatenata da elicitazione di trigger points, con episodi di capogiro e nausea) e cervico-brachialgia (dove il dolore cervicale e le parestesie si irradiano al braccio, con possibile perdita di forza).
  • Dolore ai piedi, come quello della tallonite (termine comune con il quale si descrive un dolore nella zona del tallone, meglio detto tallodinia o dolore al calcagno o dolore calcaneare) e della fascite plantare (detta anche fasciosi plantare, un disturbo localizzato alla pianta del piede).
  • Dolori muscolari aspecifici (mialgie) o localizzati, come il dolore al polpaccio.
  • Dolori articolari aspecifici (artralgie) o localizzati, come il dolore al ginocchio (gonalgia, con particolare riferimento alla sindrome della bendelletta ileotibiale, alla sindrome della zampa d’oca e alla sindrome femoro-rotulea), il dolore all’anca (coxalgia) da interessamento dell’acetabolo, il dolore al polso (carpalgia, questo molte volte è causato da una tendinite o tendinopatia carpale).
  • Dolori dovuti a traumi acuti o a periodi di sovraccarico eccessivi, come il dolore all’inguine e all’area pubica (pubalgia).
  • Dolori neuropatici e che coinvolgono i nervi (nevralgia), come quelli derivati da una stenosi (condizioni di restringimento che determinano parestesie e diminuzione della forza) o da una compressione erniaria sulla radice del nervo o di muscoli ipertrofici, come quello che si manifesta a carico del nervo sciatico (sciatalgia e sindrome del piriforme), del nervo crurale (cruralgia), da cause biomeccaniche e non, come quelle a carico dei metatarsi del piede (metatarsalgia) o che coinvolgono il nervo trigemino o il nervo ulnare.
  • Patologie rare come l’algodistrofia, che esordiscono a seguito di un trauma a livello degli arti e sono resistenti ai comuni antidolorifici.

Infine è utile ricordare che la visita fisiatrica e l’inizio di un percorso riabilitativo è mandatorio in caso di intervento protesico (protesi di anca, protesi di ginocchio), trattamento conservativo o chirurgico di un’ernia discale (ernia cervicale, ernia lombare) o viscerale (ernia crurale o femorale), strappo e stiramento muscolare (colpo di frusta), contrattura (colpo della strega), contusioni.

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