Protesi ginocchio bi-monocompartimentale: come e quando intervenire

Ultimo aggiornamento il 14 Novembre 2022
Protesi ginocchio bi-monocompartimentale

Il Professor Romagnoli, Top Specialist per la Diagnosi e Chirurgia della protesi di ginocchio, spiega l’intervento relativo alla Protesi ginocchio bi-monocompartimentale. Nel suo articolo pubblicato sul Giornale di Ortopedia Sperimentale (J Exp Orthop), rivista scientifica ufficiale di ESSKA (Società Europea di Traumatologia sportiva, chirurgia del ginocchio e artroscopia) definisce il tipo di candidato adatto per questa particolare protesi di ginocchio.

Vediamone insieme le caratteristiche.

Una protesi unicompartimentale di ginocchio molto promettente

La protesi di ginocchio (artroplastica) bi-unicompartimentale o bi-UKA (dall’inglese bi-Unicompartimental Knee Arthroplasty) gestisce l’osteoartrosi di ginocchio in modo innovativo rispetto alle protesi totali. L’intervento di artroplastica bi-monocompartimentale è, infatti, un approccio decisamente meno invasivo della sostituzione completa articolare e permette l’impianto di due protesi monocompartimentali nel ginocchio compromesso da gonartrosi.

L’intervento possiede un requisito indispensabile è che sia associata a legamento crociato anteriore integro.

I vantaggi di una bi-UKA sono:

  • Sostituzione isolata dei soli compartimenti danneggiati del ginocchio
  • Risparmio dei tessuti molli e conservazione dell’integrità ossea
  • Mantenimento del legamento crociato anteriore
  • Migliore percezione della posizione del ginocchio nello spazio
  • Maggior facilità nell’affrontare gli interventi di revisione (secondi interventi di bonifica o correzione sul distretto corporeo già operato)
  • ridotto sanguinamento operatorio
  • Minor tempo di degenza ospedaliera
  • Più rapido recupero della funzionalità del ginocchio
  • Ripristino di eccellenti range di movimento (cinematica articolare più vicina a quella nativa).

L’artroplastica bi-UKA: il vantaggio della personalizzazione

La protesi bi-UKA è un intervento personalizzato che consente di scegliere dimensione, forma e orientamento delle componenti protesiche. Lo scopo è quello di massimizzare l’intervento terapeutico sulle esigenze del paziente: la sostituzione bicompartimentale ha mostrato ottimi risultati nei confronti dell’andatura e funzionalità del ginocchio. Infatti, i movimento sono più vicini a quelle nativi in confronto alla sostituzione articolare completa. Anche la durata dell’impianto protesico è vantaggiosa: uguale se non maggiore a paragone con l’artroprotesi totale.

Nel suo articolo il Professor Romagnoli, quale autore dello studio, ci ricorda che l’obiettivo dell’artroplastica in caso di artrosi di ginocchio dovrebbe essere quello di ripristinare i normali movimenti e le funzioni articolari: con la bi-UKA è possibile perseguire tale obiettivo.

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