Trattamento osteopatico della caviglia
Fondamentale la visione globale anche nel trauma recente
A cura del Dottor Andrea Cerriti
Fisioterapista – Osteopata
Docente Top Physio Academy
Il trattamento osteopatico della caviglia inizia con la raccolta dei dati anamnestici. Partendo dal sintomo e attraverso la descrizione della patologia (localizzazione, tempo e modalità d’insorgenza), si collezionano dati su eventuali traumi ed interventi chirurgici pregressi. Sarà importante, poi, indagare la condizione di organi e apparati che si trovano anche distanti dalla sede del dolore. Insomma, l’applicazione della regola dell’osteopatia alla caviglia non si limita all’analisi e trattamento della sede specifica, ma prevede una visione globale.
Successivamente, viene eseguita la valutazione del paziente in piedi, osservato sul piano frontale e sul piano laterale. Le zone implicate in catene disfunzionali ascendenti o discendenti saranno oggetto di test articolari, fasciali e funzionali. Test generali iniziali vengono effettuati anche se il paziente arriva per un trauma diretto alla caviglia stessa, ma non bisogna mai dimenticare la visione globale offerta dell’osteopatia. Un’articolazione lontana dalla caviglia potrebbe avere una restrizione di mobilità tale da indurre, ad esempio, una non perfetta performance propriocettiva dell’articolazione tibio-tarsica.
Nella fase seguente, a paziente supino, si eseguono i test più dettagliati sul distretto corporeo:
- test fasciali, alla ricerca dei tessuti che presentano una maggiore restrizione di mobilità. Si eseguono sulla zona legamentosa, muscolare e tendinea e comprendono anche la membrana interossea della gamba;
- test di articolarità attiva e passiva, dell’articolazione tibio-tarsica e dell’articolazione sotto-astragalica;
- test di mobilità della testa del perone;
- test di mobilità del piede, con maggior attenzione all’interlinea di Chopart e all’interlinea di Linsfranc, ovvero delle articolazioni chiave per la mobilità del piede.
Sulla base dell’indagine effettuata e dello stato infiammatorio che coinvolge il distretto (fase acuta, sub-acuta o cronica), saranno effettuate dall’Osteopata tecniche fasciali passive, attive indirette o attive dirette e tecniche articolari a energia muscolare o thrust osteopatici. I trust
I thrust sono quelle tecniche osteopatiche (ma fisioterapiche e chiropratiche) che prevedono l’applicazione di un movimento eseguito con elevata velocità e bassa ampiezza con lo scopo di riequilibrare i parametri di movimento dell’articolazione da trattare. Sono riconoscibili nell’osteopatia di caviglia grazie al tipico suono emesso dall’articolazione (lo schiocco che tutti abbiamo in mente quando pensiamo alla pratica dell’osteopata).
Ruolo dell’osteopatia: caviglia come distretto corporeo che deve essere valutato nella globalità
L’obiettivo prefissato è restituire il movimento completo a quelle articolazioni e a tutti quei sistemi oggetto di restrizione di mobilità.
Spesso una distorsione recidivante di caviglia può associarsi ad una limitazione di movimento della testa del perone, ovvero una delle due ossa lunghe della gamba. Oppure è conseguenza o causa di un’articolazione sottoastragalica impomobile. Queste alterazioni potrebbero comportare, a loro volta, una retrazione del muscolo bicipite femorale, che si inserisce sulla testa del perone.
Stessa importanza sarà assegnata alla valutazione della mobilita del ginocchio (flessione, estensione e rotazione) e di tutte le articolazioni superiori (anca, bacino, sacro). Ancora, un’ulteriore importante valutazione deve essere fatta riguardo la distribuzione del carico sul piede (retropiede e avampiede) e suoi eventuali squilibri al suo appoggio (come pronazione e supinazione non fisiologica).
A volte, l’osteopatia dedicata alla caviglia si trova a trattare cicatrici aderenziali o retrazioni del tessuto connettivo fibroso della membrana interossea tesa tra tibia e perone che, per il suo ruolo di stabilizzazione e mobilità nella gamba, può essere considerata al pari di un’articolazione.
I tempi dell’osteopatia della caviglia: il caso del trauma recente
In osteopatia, si può e si deve intervenire anche subito dopo un trauma, come nel caso di una distorsione. Adattando la tecnica più indicata al momento clinico e dando i corretti suggerimenti al paziente (carico sfiorante, impiego di ghiaccio, esercizi da svolgere a casa), i benefici saranno velocemente percettibili.


