Il complesso di strutture anatomiche che costituisce l’articolazione del ginocchio consente movimenti molto ampi della gamba sulla coscia.
I movimenti del ginocchio sono di:
- flessione ed estensione, come quelli compiuti durante una passeggiata accompagnando l’oscillazione del braccio opposto: il movimento di flessione è quello che avvicina la faccia posteriore della gamba a quella posteriore della coscia, mentre il movimento di estensione è, all’opposto, il movimento di ritorno. Rispetto alla posizione anatomica (in piedi, o in ortostatismo), con gamba e coscia allineate, è possibile provocare passivamente dei movimenti di estensione di pochi gradi che possono essere osservati di profilo: l’angolo piatto che si forma tra gamba e coscia può quindi aumentare dando luogo alla condizione di ginocchio recurvato. Questa eventualità può essere una variante costituzionale e non necessariamente rappresentare un segno medico patologico;
- rotazione verso l’esterno (extra-rotazione) che porta il piede in fuori e verso l’interno (intra-rotazione) che porta il piede in dentro. La rotazione avviene a ginocchio flesso e solo in minima misura in piedi;
- abduzione e adduzione, sono movimenti minimi e sono compiuti intorno ad un asse perpendicolare a quello della gamba. Si verificano solamente a ginocchio flesso e, se persistono in ortostatismo, vanno ritenuti patologici.
Queste ampie escursioni sono dovute alla particolare anatomia dell’articolazione del ginocchio e sono compromesse in caso di patologia cronica o acuta del distretto anatomico: la limitazione funzionale dell’articolazione, non a caso, è uno dei principali reperti oggettivi che il clinico colleziona durante il colloquio con il paziente.
Una delle alterazioni funzionali dei movimenti del ginocchio è la sindrome femoro-rotulea, una fastidiosa patologia cronica dall’eziologia multifattoriale.