La teleriabilitazione sostituirà la riabilitazione tradizionale?

Ultimo aggiornamento il 17 Gennaio 2023
TELERIABILITAZIONE

I falsi miti sulla teleriabilitazione a cui prestare attenzione

DOTT. MATTEO TURCHETTA – MEDICO CHIRURGO

FALSO MITO NUMERO 1
Studi scientifici dimostrano che la teleriabilitazione in sostituzione della riabilitazione in presenza può essere usata a seguito di interventi di artroplastica totale (come spalla, ginocchio, anca) e successivamente ad interventi su arti superiori (ad esempio fratture prossimali dell’omero, intervento di rilascio del tunnel carpale, rotture della cuffia dei rotatori).
É necessario usare cautela per evitare di sovrastimare i risultati, date le diverse debolezze metodologiche degli studi disponibili come:
⁜ le piccole dimensioni del campione (n <100)
⁜ il breve follow-up (<12 mesi)
⁜ la mancata valutazione delle barriere/facilitatori
⁜ la mancanza di blindness dei partecipanti, dei caregiver e dei valutatori degli esiti.

FALSO MITO NUMERO 2
Per fare teleriabilitazione basta un computer ed una connessione ad internet. La mancanza di strumenti di riabilitazione (ad esempio bande elastiche, palle mediche, pesi) e di elettromedicali potrebbero limitare l’efficacia riducendo la gamma di soluzioni
terapeutiche. É bene che siano consegnate a domicilio tutte le apparecchiature necessarie. Per far ciò il terapista dovrebbe collaborare con una società di noleggio e consegna di attrezzature per la fisioterapia. Purtroppo non tutto può essere consegnato a domicilio: una piscina per esempio.

FALSO MITO NUMERO 3
Gli aspetti medico-legali della teleriabilitazione sono conosciuti.
I fisioterapisti dovrebbero consultare esperti del settore (come ad esempio professionisti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, avvocati ecc.). L’uso di applicazioni commerciali (come le tecnologie VOIP – Voice over internet protocol, disponibili gratuitamente) non garantiscono la protezione dei dati sanitari (sicurezza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione). In virtù del loro rapporto giuridico con gli organi politici e amministrativi, le associazioni professionali nazionali dovrebbero urgentemente fornire linee guida per la scelta dello strumento tecnologico più appropriato per proteggere i dati del paziente nel contesto della teleriabilitazione, in conformità con le disposizioni dei garanti della privacy. Vi sono delle piattaforme private, anche straniere, specializzate nella teleriabilitazione che il fisioterapista dovrebbe conoscere.

FALSO MITO NUMERO 4
La teleriabilitazione permette di promuovere l’impegno dei pazienti non più “passivi”, ma protagonisti attivi del loro programma di terapia fisica. É stato riconosciuto che l’efficacia della terapia fisica si basa non solo sugli interventi diretti, ma anche su altri fattori contestuali all’esperienza dei pazienti quando frequentano lo studio.
Inoltre, durante la teleriabilitazione, alcuni segni e simboli di cura – come la ritualità curativa associata alla somministrazione della terapia, l’interazione con altri pazienti, la vista del tavolo di terapia, l’odore della crema ecc. – non sono presenti, il che aumenta il rischio di sottovalutare l’incontro terapeutico tra fisioterapista e paziente.
Uscire di casa per “andare a fare fisioterapia” o preparare la casa “per l’arrivo del fisioterapista” fa uscire il paziente dalla sua realtà contingente e lo pone in una “bolla di concentrazione” che facilita la spiegazione e la somministrazione della terapia. Sicuramente la teleriabilitazione ha avuto il merito di far intraprendere ai pazienti il percorso riabilitativo durante la pandemia (la priorità era evitare la diffusione del virus), ma ad oggi gli studi scientifici non dimostrano che è stata una storia di successo per quanto riguarda gli out-come a medio e lungo termine nelle condizioni trattate.

Per conoscere o approfondire i vantaggi e i risultati ottenuti dai sistema di riabilitazione telemonitorata leggi qui

FALSO MITO NUMERO 5
La teleriabilitazione permette di aumentare l’efficienza contenendo i costi.
É presto per affermarlo con certezza. Il tempo per la consultazione e i rimborsi per i servizi di teleriabilitazione differiscono ampiamente tra i paesi, rispetto alle cure tradizionali face to face. Nel complesso, in molti paesi con un sistema sanitario privato basato sull’assicurazione, la teleriabilitazione è stata inclusa nella lista dei servizi rimborsati con costi diversi. Al contrario, in quei paesi con sistemi sanitari universali e per i terapisti in pratica privata, potrebbe essere fattibile creare quote di abbonamento mensili stabilite in base a gruppi correlati alla diagnosi. Teoricamente la teleriabilitazione potrebbe incrementare l’efficienza e contenere i costi.

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