La riduzione della lussazione della spalla

Ultimo aggiornamento il 20 Febbraio 2023
Riduzione della lussazione della spalla

Le strutture anatomiche della spalla che mantengono in sede la testa dell’omero e consentono l’ampia motilità dell’arto superiore nei tre piani dello spazio non sono in grado di guarire spontaneamente in seguito ad un trauma che determina la lussazione di spalla. Per questo motivo e per ridurre al minimo le possibilità di recidiva è preferibile, soprattutto nei giovani e negli sportivi, trattare chirurgicamente il distretto anatomico anche dopo la messa in pratica di un’incruenta riduzione della lussazione di spalla. Infatti, anche dopo la risoluzione meccanica della dislocazione ed il ripristino dei rapporti anatomici, si preferisce procedere chirurgicamente per:

  • garantire la miglior ripresa funzionale ed estetica,
  • evitare per quanto possibile lesioni a carico di strutture anatomiche limitrofe vascolari e nervose (il nervo ascellare e muscolocutaneo sono spesso coinvolti negli eventi traumatici e il rischio aumenta in misura proporzionale al numero di recidive),
  • ridurre al minimo il rischio di sviluppare artrosi precoce, evenienza piuttosto comune alle articolazioni che hanno subito dislocazioni specialmente se accompagnate da danno osseo,
  • gestire al meglio l’ansia dovuta dalla condizione di instabilità di spalla e il fastidio e il dolore che conseguono alla perdita del ritmo gleno-omerale.

Con le manovre di riduzione della lussazione della spalla si riportano in sede i capi ossei ripristinando la funzionalità articolare. La riduzione della lussazione di spalla può essere:

  • incruenta e può avvenire anche nel luogo dell’infortunio a patto che il soccorritore sia debitamente formato. Sempre meglio effettuare la manovra di ricollocazione sotto guida radiografica in sede di Pronto Soccorso;
  • chirurgica (da valutata sempre da un ortopedico esperto):
    • in tutti i casi in cui la manovra non-operatoria non è eseguibile;
    • in seguito alla riduzione incruenta: una volta riposizionata la testa dell’omero, l’Ortopedico procede indagando la presenza di danni alle formazioni osteo-articolari e alle strutture molli. La stabilizzazione chirurgica dell’articolazione potrà avvenire:
      • per via artroscopica e quindi mini-invasiva;
      • con tecnica open (open surgery, a cielo aperto).

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