L’importanza della giusta tecnica chirurgica e della corretta terapia riabilitativa
Una volta dimesso, il paziente operato alla spalla non viene abbandonato a se stesso, ma viene attentamente seguito dal team nelle varie fasi del percorso riabilitativo, fino al momento in cui viene concesso il ritorno allo sport.

Fondamentale in questo percorso di recupero funzionale è il lavoro in team: chirurgo, fisiatra, fisioterapista, preparatore atletico. Per comodità didattica suddivideremo in fasi il nostro approccio riabilitativo. Le fasi del trattamento sono assolutamente orientative, ma ciò che è importante è tenere a mente il gesto chirurgico, la condizione clinica, le aspettative del paziente, in modo da orientare il trattamento verso una riabilitazione funzionale piuttosto che una semplice equazione temporale.
Il passaggio da una all’altra fase, fino al ritorno in campo, è deciso dal team sanitario mediante l’esame clinico effettuato dal medico, dal risultato e dall’interpretazione dei test di valutazione funzionale (test di forza dei muscoli della spalla, test di coordinazione, test di agilità) e dalle evidenze cliniche del percorso di cura.
Fase 1
Obiettivi: gestione del dolore con trattamenti fisioterapici e recupero articolare. Consentire la riparazione, minimizzando la rigidità capsulare e l’atrofia dei muscoli del cingolo scapolare, anche grazie all’ausilio di una vasca idrokinesiterapica. Particolare attenzione a non forzare il recupero della extrarotazione per evitare di compromettere la guarigione dei tessuti che sono stati suturati.
Fase 2
Obiettivi: incrementare l’escursione articolare, iniziare la stimolazione muscolare ed il controllo neuromotorio. Incrementare l’escursione articolare con mobilizzazioni passive eseguite dal terapista, ed esercizi auto assistiti eseguiti dal paziente con la supervisione del terapista, inserire il rinforzo degli stabilizzatori gleno-omerali a range articolare possibile, rinforzo degli abbassatori, continuare il rinforzo degli stabilizzatori scapolo-omerali, esercizi per il controllo neuromotorio e per il recupero della capacità propriocettiva.
Fase 3

Obiettivi: incrementare la forza, aumentare la velocità della risposta muscolare ad un gesto destabilizzante, inserire gesti sport specifici. Continuare con gli esercizi di mobilizzazione fino al completo recupero dell’escursione articolare. Esercizi di rinforzo degli stabilizzatori gleno omerali eseguiti ai differenti gradi articolari ed a differenti velocità ed in contrazione eccentrica, esercizi di rinforzo degli abbassatori, esercizi di rinforzo degli stabilizzatori scapolotoracici da eseguire ai differenti gradi articolari possibili ed a differenti velocità in contrazione eccentrica. Esercizi di controllo neuromotorio in catena cinetica aperta, esercizi per il controllo propriocettivo in catena cinetica chiusa a carico totale, rinforzo core stability. Ripresa del gesto sport specifico.
In conclusione, solo un lavoro di squadra, che mette il paziente al centro, è in grado di portare al pieno recupero ed alla massimizzazione dell’obiettivo terapeutico.
ARTICOLI CORRELATI ALL’ARGOMENTO: