Un approccio in tre fasi per tornare al top
La rieducazione post-chirurgica del legamento crociato anteriore deve iniziare il prima possibile, per evitare il sopraggiungere di complicanze legate alla immobilità prolungata. I cardini dell’approccio riabilitativo sono:
- concedere immediatamente l’estensione
- evitare di lasciare la muscolatura inattiva, iniziando da subito esercizi isometrici
- permettere un carico precoce
- recuperare rapidamente la flessione.
La riabilitazione del LCA può essere divisa, per comodità, in tre fasi:
1. l’obiettivo della prima fase è il recupero del cammino
2. l’obiettivo della seconda fase è il recupero della corsa
3. l’obiettivo della terza fase è il recupero dell’agonismo.
Prima fase di riabilitazione del legamento crociato anteriore
La prima fase inizia già in prima giornata post-operatoria. Il fisiatra dovrà:
1. spiegare esattamente al paziente come procederà la rieducazione
2. trasmettere un atteggiamento mentale positivo
3. far comprendere l’importanza di un recupero precoce dell’articolarità e del reclutamento del quadricipite.
Si tratta quindi di un intervento che ha anche un forte connotato psicologico, i cui obiettivi sono rimuovere le paure e le insicurezze e nello stesso tempo innescare nel paziente quei meccanismi positivi di volontà, determinazione e fiducia nei propri mezzi che diventano la base per la successiva rieducazione.
Nella prima fase le sedute di trattamento prevedono:
- terapie manuali (massoterapia, kinesiterapia passiva)
- esercizi attivi per l’estensione
- esercizi attivi per la flessione
- esercizi di rinforzo muscolare (isometrici)
- terapie fisiche per gestire eventuale gonfiore e dolore.



In questa fase, dopo la rimozione dei punti, inizia anche la rieducazione in acqua. I vantaggi che offre la rieducazione in acqua sono:
- la possibilità di lavorare in assenza di gravità
- maggior controllo nella progressione dei carichi
- inizio precoce del lavoro di articolarità e rinforzo
- controllo del gonfiore
- effetto psicologico positivo nell’atleta (induce fiducia e riduce ansia).


Seconda fase di riabilitazione del legamento crociato anteriore
Nella seconda fase è molto importante incrementare il recupero del tono muscolare. Vengono effettuati a riguardo esercizi a catena chiusa ed a catena aperta. Gli esercizi in catena chiusa vengono effettuati mantenendo l’estremità distale del segmento in esame, cioè il piede, solidale ad una superficie d’appoggio. In questo modo l’esercizio agisce sull’articolazione dell’anca, del ginocchio e del piede. Inoltre, si contraggono nello stesso momento i muscoli estensori ed i muscoli flessori, realizzando così una co-contrazione che ha un effetto stabilizzante per l’articolazione del ginocchio.
Questi esercizi possono essere impiegati precocemente senza pericoli per il paziente, usando solo la precauzione di non flettere inizialmente il ginocchio oltre i 45°. I vantaggi dell’esercizio in catena chiusa sono:
- evitare la traslazione anteriore della tibia sul femore
- ridurre le forze di compressione femoro-rotulee
- riprodurre i gesti funzionali.
La progressione dei carichi di lavoro prevede l’inserimento anche di esercizi in catena aperta specifici per il quadricipite.
Gli esercizi in catena aperta sono effettuati con l’estremità distale libera e agiscono su una sola articolazione e su un solo distretto muscolare. Il lavoro di rinforzo sui muscoli flessori ed estensori dovrà essere impostato in maniera molto diversa a seconda che la ricostruzione sia avvenuta utilizzando il tendine rotuleo o il semitendinoso e gracile.
Nel primo caso, si dovranno evitare sovraccarichi sul tendine rotuleo, prevenire limitazioni articolari femororotulee e controllare il tracking rotuleo. Nel secondo caso, si dovrà usare molta attenzione ad evitare di caricare troppo precocemente e in maniera isolata i muscoli flessori, perché si potrebbero provocare nuove lesioni nella zona dove è stato prelevato il tendine, che nel primo mese post-operatorio è in via di cicatrizzazione. Il criterio di scelta degli esercizi dovrà comunque essere basato sulla gradualità dei carichi di lavoro, partendo dagli esercizi più leggeri e progredendo via via attraverso esercizi più pesanti.
Terza fase di riabilitazione del legamento crociato anteriore
Nella terza fase il paziente alternerà le sedute in palestra alle sedute sul campo sportivo. Il programma in palestra, oltre al rinforzo muscolare, prevede esercizi che ripropongono i diversi gesti atletici. Si lavora sullo schema motorio, sulla postura, si cerca di evitare i compensi dell’arto controlaterale.
Il programma sul campo viene diviso a sua volta in quattro fasi in successione con carico di lavoro crescente. Il passaggio da una fase a quella successiva e gli incrementi di carico devono essere effettuati solo in assenza di dolore o gonfiore. Ogni seduta sul campo inizia con alcuni esercizi di riscaldamento associati ad esercizi di allungamento muscolare e termina con cinque minuti di defaticamento, eventuale massaggio decontratturante e crioterapia.
Nella fase I si lavora sulla correzione dei difetti di deambulazione e inizia la ripresa della corsa. Nella fase II si incrementa la corsa e l’allenamento aerobico. Nella fase III si introducono esercizi di destrezza e coordinazione. Nella fase IV si lavora per la ripresa dei gesti atletici specifici per ogni sport.
In conclusione, per permettere all’atleta di tornare allo sport in tempi brevi e in sicurezza c’è bisogno di un team di specialisti e strutture adeguate.

