Infortuni da trauma diretto
Gli infortuni muscolari sono divisi in due grandi categorie a seconda del meccanismo di insorgenza: da trauma diretto e da trauma indiretto.
Quelli da trauma diretto sono causati da una contusione oppure, più raramente, da una lacerazione provocata da una ferita da taglio. La contusione viene classificata come lieve, moderata o severa a seconda dell’impotenza funzionale che ne deriva, valutata come capacità di eseguire attivamente un movimento a livello dell’articolazione corrispondente:
- Nei traumi contusivi lievi abbiamo lesioni caratterizzate da lieve dolore e nessuna tumefazione in corrispondenza del sito del trauma, le articolazioni a monte e a valle non presentano alcuna limitazione funzionale.
- Nei traumi contusivi moderati abbiamo invece una lieve tumefazione in corrispondenza del sito del trauma e le articolazioni a monte e a valle possono presentare una certa limitazione funzionale.
- Nei traumi contusivi severi abbiamo un’evidente tumefazione e una significativa limitazione funzionale.
Il trattamento delle contusioni muscolari consiste fondamentalmente nella somministrazione empirica di antidolorifici, riposo, applicazione di ghiaccio e di bendaggi elastici compressivi al fine di ridurre la formazione dell’ematoma muscolare. La lacerazione invece non prevede classificazioni in sottogruppi e la terapia necessaria è la sutura chirurgica della lesione.
Infortuni da trauma indiretto
I traumi muscolari endogeni sono causati da forze lesive intrinseche che si sviluppano nel muscolo stesso. Si osservano generalmente negli atleti ai quali sia richiesta una prestazione che impone un’importante contrazione muscolare. Vengono suddivisi in due grandi categorie: infortuni non strutturali e infortuni strutturali.
Nei primi non vi è alcuna lesione anatomica di fibre muscolari e vengono suddivisi in due sottogruppi in base alla causa scatenante: disordine muscolare correlato a sovraffaticamento e disordine muscolare di tipo neuromuscolare.
Gli infortuni strutturali sono invece caratterizzati da una lesione anatomica e vengono classificati a loro volta in tre sottogruppi in base alla gravità della lesione:
- Lesione parziale minore: lesione di uno o più fasci primari.
- Lesione parziale moderata: compromissione di almeno un fascio secondario ma con superficie di rottura minore del 50% della superficie del muscolo in quella sede.
- Lesione subtotale o totale oppure avulsione tendinea: nel caso più grave abbiamo una lesione maggiore del 50% della superficie del muscolo, dell’intero muscolo oppure della giunzione osteo-tendinea.
Nel caso degli infortuni non strutturali vi è una prognosi intorno al 5-15 giorni ed il trattamento più efficace è: riduzione dei carichi, elettroterapia antalgica, applicazione di terapie fisiche con finalità vascolarizzanti, applicazioni di calore favorente il ripristino del normale metabolismo cellulare, lavoro aerobico e recupero attivo in piscina ed esercizi di core stability.
Nel caso degli infortuni strutturali è determinante tenere presenti le tre fasi biologiche della guarigione di una lesione muscolare. Nella prima fase degenerativa infiammatoria sono utilizzate quelle terapie atte a contrastare il fenomeno infiammatorio. Nella seconda fase rigenerativa verranno attivati diversi stimoli, tra i quali quelli meccanici in modo da indurre una riparazione tissutale ottimale. Nell’ultima fase di rimodellamento saranno importanti quegli esercizi che inducono il tessuto di riparazione a modellarsi secondo specifiche caratteristiche.
Genericamente gli obiettivi della riabilitazione sono cinque:
1. riduzione del dolore e del gonfiore
2. recupero dell’articolarità e dell’estensibilità
3. recupero della forza e della resistenza
4. recupero di coordinazione e propriocettività
5. recupero del gesto tecnico specifico.
Approfondimento: Tessuto muscolare striato
Costituisce la muscolatura scheletrica ed è formato da fibre muscolari. Ogni fibra contiene più nuclei situati alla periferia della fibra stessa e orientati con l’asse maggiore parallelo all’asse maggiore della fibra. Queste fibre sono denominate miofibrille, sono ben visibili e conferiscono alle fibre un aspetto striato longitudinale.
La striatura trasversale è dovuta all’alterarsi periodico nelle singole miofibrille di bande più chiare con bande più scure. Le bande più scure sono attraversate da una stria chiara divisa a metà da una linea trasversale scura.
Le bande più chiare invece sono divise in due metà da una linea più scura e lo spazio che si trova tra queste ultime è chiamato sarcomero, che è l’unità contrattile del tessuto muscolare striato.
In base alle caratteristiche funzionali si possono distinguere fibre fasiche e fibre toniche, queste ultime al loro volta si dividono in fibre a contrazione lenta e duratura e fibre a contrazione rapida.
Lesioni muscolari
INFORTUNI DA TRAUMA
DIRETTO
CONTUSIONE
Lieve
Nessuna limitazione
funzionale
Moderata
Limitazione funzionale
media
Severa
Limitazione funzionale
significativa
TRATTAMENTI
Antidolorifici
Riposo
Ghiaccio
Bendaggi elastici
compressivi
LACERAZIONE
/
TRATTAMENTI
Sutura chirurgica della lesione
INFORTUNI DA TRAUMA
INDIRETTO
NON STRUTTURALI
Disordine muscolare
correlato a
sovraffaticamento
Disordine muscolare
di tipo neuromuscolare
TRATTAMENTI
Riduzione dei carichi
Elettroterapia
antalgica
Terapie fisiche
vascolarizzanti
Applicazioni di calore
Lavoro aerobico
Recupero attivo in
piscina
Esercizi
STUTTURALI
Lesione parziale minore Uno o più fasci primari
Lesione parziale moderata Almeno un fascio secondario con superficie rottura <50%
Lesione subtotale o totale/ avulsione tendinea
- Superficie rottura >50%
- Intero muscolo
- Giunzione osteo-tendinea
TRATTAMENTI
Terapie atte a
contrastare il fenomeno
infiammatorio
Attivazione stimoli per riparazione tissutale
Esercizi di
modellamento del
tessuto di riparazione