Sfatiamo i falsi miti sulle cadute
MITO N.1
LO SCI È UNO SPORT RISERVATO A POCHI
Lo sci conta oltre 200 milioni di appassionati. È in tutto il mondo lo sport invernale più praticato.
MITO N.2
LO SCI È UNO SPORT PERICOLOSO
Sci sport pericoloso? La risposta è no, se guardiamo le statistiche. In Italia si registrano due incidenti ogni 1000 giornate di sci e vanno sfatati i luoghi comuni sulla pericolosità dello sci, dalla pista killer all’enfasi con cui si evidenziano gli scontri tra sciatori. Per avere un confronto basti pensare che in Italia i decessi per incidenti in ambito domestico (un ambiente considerato sicuro per definizione) sono ogni anno più di 5000, mentre nello sci e snowboard qualche decina, compresi i sepolti da valanga e gli infartuati, a fronte di circa 2 milioni e mezzo di praticanti e 20 milioni di giornate sci. Allo sci va attribuito il 5,7% del totale degli accessi al pronto soccorso per incidente sportivo, a fronte per esempio del 46% di calcio/calcetto o del 7,8% del basket.
MITO N.3
LE FRATTURE DI GAMBA SONO LE LESIONI PIÙ COMUNI
Le lesioni alle ginocchia sono le più frequenti tra coloro che praticano lo sci ed in particolar modo quelle che interessano il legamento crociato anteriore ed i menischi. Successivamente vi sono lesioni alla spalla, le più comuni sono lussazioni e rotture della cuffia dei rotatori, lesioni alla mano, principalmente al pollice, per la rottura del legamento collaterale ulnare e le meno comuni, ma più gravi, le fratture vertebrali.
MITO N.4
LA MAGGIORANZA DEGLI INCIDENTI SULLA NEVE AVVIENE PER SCONTRI AD ALTA VELOCITÀ
La maggior parte degli incidenti avviene per una caduta accidentale dovuta a perdita di controllo. Quest’ultima avviene nella maggior parte dei casi in tre modi: “Phantom foot”, salto sbilanciato (back weight landing), incrocio in discesa dalla seggiovia (scontro a bassa velocità) Il cosiddetto “phantom foot mechanism”, che è la dinamica più frequente di infortunio nello sci, avviene quando lo sciatore è sbilanciato all’indietro, la flessione profonda delle ginocchia le porta sotto le anche, lo sci a monte non è carico e la parte superiore del corpo è rivolto a valle. Tutto ciò causa un’improvvisa rotazione interna del ginocchio iperflesso e da ultima la rottura del legamento crociato anteriore. Back weight landing: avviene quando lo sciatore atterra con il suo peso spostato posteriormente e con il ginocchio esteso dopo un salto. Scontro a bassa velocità: Lo sciatore mentre scende dalla seggiovia appoggia uno sci sopra la coda dello sci dello sciatore che gli sta accanto. Data la bassa velocità lo sgancio degli attacchi è poco probabile e di conseguenza vi è una forte trazione sul ginocchio.
MITO N.5
L’ATTREZZATURA DA SCI SOFISTICATA CHE OGGI ABBIAMO A DISPOSIZIONE PERMETTE IL FUORI PISTA
Purtroppo l’attività fuoripista sta diventando sempre più di moda, anche grazie a delle attrezzature sempre più performanti che permettono di sciare “bene” anche chi non conosce la montagna. Per di più anche se viene praticato su pareti meno ripide è ugualmente o più pericoloso, perché sulle pareti verticali, quelle molto ripide, la neve viene scaricata subito. La massa non si accumula. Quindi è poco probabile che si stacchi una valanga. Invece, sulle pareti meno ripide basta poco per far scattare la slavina.
MITO N.6
MI PIACEREBBE CHE MIO FIGLIO INIZIASSE A SCIARE, MA PENSO SIA MEGLIO ASPETTARE I 6-7 ANNI
L’età ideale per iniziare a sciare è intorno ai quattro anni. L’unica cosa importante è che il bambino provi piacere a stare sulla neve e riesca a stare in piedi sugli sci da solo e senza aiuti.
MITO N.7
LA PREPARAZIONE ATLETICA NELLO SCI NON È OBBLIGATORIA
In altri sport come il ciclismo, il trekking, la corsa o lo sci di fondo si può anche partire da zero e arrivare in forma gradualmente. Nello sci questo non accade perché lo sciatore ha poco tempo a disposizione per sciare e in genere lo sfrutta tutto. Durante la settimana bianca lo sciatore non professionista vuole sciare il più possibile, fino e molte volte, oltre il limite della propria preparazione atletica. Questo causa la maggior parte delle cadute e quindi degli infortuni. Nella presciistica bisogna allenare la flessibilità, la mobilità, la forza e svolgere un’adeguata preparazione cardiovascolare.