Dal recupero alla prevenzione, i trattamenti più efficaci
I rischi di infortunio nel padel sono legati alle sue caratteristiche: rapidi e frequenti cambi di direzione, uso della racchetta molto intenso, ripetizioni del gesto tecnico per tempi ed intensità eccessivi, tali da danneggiare e sovraccaricare le strutture anatomiche interessate.
Articolazione della spalla
Gli infortuni più frequenti riguardano la cuffia dei rotatori. Le attività che possono determinare una lesione della cuffia sono quelle che comportano movimenti ripetitivi in iperabduzione ed extrarotazione della spalla. Inoltre, i continui e rapidi movimenti del braccio che impugna la racchetta possono causare un’usura meccanica delle strutture muscolo-tendinee e di conseguenza, un attrito della superficie inferiore della cuffia dei rotatori contro la porzione postero-superiore del cercine glenoideo.
La stabilità dinamica articolare deve essere sempre migliorata sia in ambito riabilitativo, come recupero delle lesioni, sia in ambito di prevenzione delle lesioni stesse attraverso le tecniche di stretching, esercizi di allungamento-accorciamento del muscolo, ginnastica propriocettiva, esercizi eccentrici.
Per quanto riguarda l’ambito riabilitativo, la fase di recupero è spesso legata a trattamenti di tipo antalgico (terapie strumentali) che consentano il superamento della fase infiammatoria primaria. Parallelamente si inizia un percorso di riattivazione e prevenzione a carico della muscolatura interessata nella zona. Si utilizzeranno soprattutto resistenze elastiche per stimolare nuovamente la funzionalità neuromuscolare e solo in seguito carichi naturali e sovraccarichi per potenziare la forza e la resistenza.
Articolazione del gomito
Essendo il padel molto simile al tennis, il giocatore può andare incontro alle stesse patologie, tra le quali troviamo l’epicondilite o gomito del tennista. Questa patologia è la causa più frequente di dolore al gomito, dovuta a una condizione infiammatoria-degenerativa dei tendini degli estensori del polso e delle dita della mano, a livello dell’epicondilo omerale. Sempre a questo livello può insorgere una epitrocleite, rappresentata da un interessamento flogistico-degenerativo dei tendini dei muscoli epitrocleari (flessori-pronatori) che si inseriscono sull’epicondilo mediale dell’omero.
Importante è potenziare la muscolatura dell’arto superiore, correggere un eventuale gesto tecnico scorretto, controllare l’attrezzatura sportiva. L’obiettivo primario è togliere il dolore con l’utilizzo di terapie mirate nel punto di dolore, come la tecarterapia e la laser terapia. Successivamente si può proporre un programma mirato di attivazione corretta della muscolatura della zona con resistenza crescente: in prima battuta esercizi specifici per i singoli gruppi muscolari, poi esercizi globali anche ad ampio raggio.
Articolazione del ginocchio
Traumi che comportano distorsioni, iperflessioni o iperestensioni rapide del ginocchio possono essere causa di patologie meniscali e conseguente loro degenerazione e alterazione delle loro proprietà meccaniche. Non è infrequente l’associazione di lesioni meniscali con quelle legamentose (legamenti crociati anteriori o collaterali).
A livello del ginocchio lesioni da sovraccarico possono riguardare il tendine rotuleo e il tendine del tensore della fascia lata che causano un processo infiammatorio e degenerativo del tendine con comparsa di dolore e impotenza funzionale. Il trattamento si basa sulla correzione di alcuni fattori di rischio come un’alterazione dell’asse della caviglia e del piede rispetto al ginocchio tramite plantari, la rimodulazione del sovraccarico, ed è indispensabile un percorso riabilitativo che abbia alla base un potenziamento eccentrico del quadricipite femorale.
Diventa fondamentale il lavoro propriocettivo: svolto su superfici instabili quali tavolette propriocettive, cuscinetti ad aria (skimmy) e tappetino elastico (bounce). In tal modo si accelera il recupero della stabilità ed il controllo della muscolatura di tutto l’arto inferiore. I lavori di sovraccarico classicamente usati come pressa e leg extention diventano funzionali in modalità eccentrica per il recupero della forza resistente, da abbinare ad un lavoro funzionale a 360° per recuperare i gesti corretti da eseguire in sicurezza sul campo.
In questo ambito bisogna porre attenzione anche ai carichi del bicipite femorale: in una attività ricca di scatti e cambi di direzione, ripetuti e ad alta velocità, purtroppo si rischia fortemente anche l’integrità della muscolatura posteriore della coscia. Spesso esiste uno squilibrio tra la parte anteriore (quadricipite) e posteriore (flessori) che se non viene allenata in modo mirato può facilmente portare a lesioni muscolari.
In questo caso l’utilizzo della terapia strumentale ed il riposo diventano fondamentali, per poter passare successivamente ad esercizi eccentrici a resistenza crescente e solo dopo il tempo della ricostituzione muscolare ad un sovraccarico funzionale.
Articolazione della caviglia
Le distorsioni di caviglia sono le lesioni più comuni di tale articolazione e avvengono quando il piede impatta con il suolo alla fine di un salto o quando si incontra un ostacolo durante la deambulazione. Se non ben trattata la distorsione causa una instabilità dell’articolazione con la spiacevole sensazione di cedimento articolare durante la deambulazione o la corsa, oltre che una zoppia di fuga durante l’appoggio del piede.
Un corretto trattamento riabilitativo delle distorsioni della caviglia deve basarsi sul recupero del tono-trofismo dei muscoli peronieri con esercizi in catena cinetica chiusa, isometrici e isocinetici, a cui si deve necessariamente associare un recupero della propriocettività. Entrano in gioco anche in questo caso supporti quali la tavoletta propriocettiva di Freeman o le semisfere Bosu per rinforzare e stabilizzare i muscoli e legamenti della zona.
Gli impatti con il terreno di gioco e i repentini cambi di direzione tipici del padel possono inoltre causare lesioni del tendine d’Achille. Il sovraccarico comporta una tendinosi, cioè una degenerazione con fibrosi riparativa, fino alla rottura del tendine. In questi casi è consigliabile sempre utilizzare prima la terapia antalgica per recuperare dall’infiammazione e soltanto successivamente proporre un sistema di lavoro con esercizi mirati al rinforzo del polpaccio e del tibiale, alla mobilità della caviglia in toto ed al controllo e distribuzione del carico.
Colonna vertebrale
Posizione di gioco, scatti improvvisi, torsioni violente, rapidi cambi di posizione e la multidirezionalità dei movimenti del rachide che richiedono un reclutamento rapido e continuo della sua muscolatura possono provocare sintomatologie dolorose a carico della regione lombare, tipo lombalgia con interessamento dei muscoli paravertebrali. La rieducazione del rachide deve mirare a correggere la postura durante la fase statica, ma anche la postura dinamica, cioè lo stato posturale automatico che l’individuo assume inconsciamente durante le attività quotidiane.
L’intervento deve agire sul corretto bilanciamento muscolare e quindi deve mirare al recupero della normale lunghezza ed elasticità muscolare, della forza muscolare e al recupero ottimale del pattern motorio. Una volta superata la fase acuta (trattata con terapie quali la magneto, la tecar terapia o la laser terapia) l’obiettivo è di restituire sostegno alla muscolatura della colonna e dell’addome per sostenere i carichi portati dai gesti tecnici. Un mantenimento posturale e funzionale è la terza ed ultima fase da portare avanti sul lungo periodo.
L’importanza della prevenzione
Gli infortuni possono essere attenuati o evitati approcciandosi al padel come a qualsiasi tipo di sport, dopo un’adeguata preparazione sportiva basata sul riscaldamento muscolare, esercizi di stretching della muscolatura prima dell’attività per preparare i muscoli alla contrazione, e dopo l’attività per ripristinare la loro elasticità. Importante è anche l’attrezzatura sportiva che si usa: nel caso del padel la racchetta non deve avere un manico troppo spesso o troppo sottile, ma un manico che si adatti bene alla mano e tale da assorbire bene le vibrazioni del colpo, in modo da non sovraccaricare il gomito e la spalla.