Il Prof. Marco Maiotti ospite a Elisir per parlare di lussazione della spalla, sintomi e cure

Ultimo aggiornamento il 13 Maggio 2024

Lo scorso venerdi 19 aprile il Prof. Marco Maiotti è stato ospite a Elisir, il celebre programma televisivo di RaiTre dedicato alla salute e al benessere, per parlare di lussazione della spalla. Il Prof. Maiotti è Specialista in Diagnosi e Chirurgia della spalla presso la Casa di Cura Villa Stuart di Roma, Centro Medico di Eccellenza Fifa e Fims

Cosa vuol dire spalla lussata e quali sono i sintomi

Il Prof. Maiotti durante il suo intervento, ci spiega che la spalla, essendo l’articolazione più mobile del nostro corpo è, rispetto ad altre articolazioni, più predisposta a fuoriuscire dalla sua sede. La lussazione della spalla si verifica proprio quando la testa omerale fuoriesce dalla sua sede e rompe i legamenti che contengono l’articolazione. La spalla può lussarsi in vari modi. I sintomi principali sono riconducibile a:

  • Dolore acuto
  • Difficoltà a muovere il braccio
  • Deformità
  • Perdita di sensibilità dell’arto

La spalla lussata può essere riportata nella sua sede naturale ma, avendo perso i rapporti articolari, è più probabile che continui a lussarsi ogni qualvolta, per diverse cause, troverà aperto lo spazio lasciato dai legamenti rotti. La spalla lussata, inoltre, ci spiega il Prof Maiotti, può sempre rientrare, ma ci sono casi, come ad esempio quello di un soggetto con una muscolatura importante, in cui solo usando manovre specifiche e sedando il paziente si riesce a riallineare l’articolazione.

Lussazione della spalla, può verificarsi anche senza trauma

La lussazione della spalla è quasi sempre causata da un trauma ma ci sono anche dei soggetti predisposti che, per nascita, hanno un c.d. lassità legamentosa che porta con sè una ipermobilità della spalla. In questi soggetti, molto spesso, basta un movimento brusco, di scatto, che la spalla si destabilizza ed esce.

Lussazione e sublussazione: c’è differenza

Mentre la lussazione è una perdita completa dei capi articolari perché la testa omerale fuoriesce dalla sede e si incastra, nella sublussazione la fuoriuscita della testa omerale non è completa ed è temporanea: la spalla si riallinea senza il bisogno di una specifica manovra. In entrambi i casi però si verificano sempre dei danni legamentosi.

Diagnosi. Come si riconosce una lussazione di spalla

Una visita accurata e una scrupolosa anamnesi sono necessari per comprendere la dinamica dell’infortunio e approfondire la storia clinica del paziente e il numero di lussazioni. Per la diagnosi si richiedono poi due esami: la risonanza magnetica che, mostrando le strutture molli, consente di accertare la lussazione; e la Tac, fondamentale se ci sono state in precedenza altre lussazioni che possono aver creato dei danni ossei che peggiorerebbero la prognosi. La lussazione ripetuta in effetti può danneggiare la base di appoggio della testa omerale (cavità glenoidea) riducendone il volume e quindi la quantità sufficiente di superficie che garantisce la stabilità statica dell’articolazione gleno-omerale.

Identificare questi danni in maniera corretta indirizza il chirurgo verso interventi più o meno invasivi.

L’esito finale dipende poi anche dal tipo di attività che svolge il paziente, dallo sport praticato, dall’età: l’intervento per una lussazione di spalla su un uomo di 50 anni che fa un lavoro sedentario e poco attività fisica sarò molto diversa da quella di un ragazzo di 20 anni che fa il portiere in una squadra di calcio o gioca a rugby.

Quali sport possono danneggiare più facilmente le spalle?

Gli sport a maggiore rischio sono gli sport da contatto: pugilato, karate, judo, gli sport che utilizzano l’arto superiore con cambio di direzioni frequenti, gli sport di lancio, compreso il tennis o il golf. Ma anche traumi da lavoro, da incidenti stradali o da caduta sono speso causa di lussazione alla spalla.

Intervento chirurgico per la lussazione di spalla

Prima di parlare dell’intervento chirurgico il Prof. Maiotti ci tiene a sottolineare che in seguito a una lussazione di spalla l’uso del tutore ha uno scopo esclusivamente antalgico e per questo va indossato solo per qualche giorno, al massimo una settimana.

Se si sono rotti i legamenti l’unica soluzione possibile è l’intervento chirurgico. Spesso però la semplice riparazione delle strutture legamentose non è sufficiente – il tessuto dei soli legamenti non basta – per questo bisogna intervenire aiutandosi con dei tendini di rinforzo. Una tecnica ormai ampiamente usata in Italia e all’estero e oggetto di numerose pubblicazioni in riviste specialistiche è stata ideata proprio dal Prof. Maiotti, si chiama Asa (Arthroscopic Subscapularis Augmentation) e ha il vantaggio di ridurre le complicanze estetico-funzionali e le recidive dell’evento lussativo dimostrando maggiore efficacia rispetto ad altre tecniche.

L’intervento prevede il prelievo di una parte di tendine sotto scaporale che viene disposta per via artroscopica a rinforzo della riparazione. In questo modo si abbassa il rischio di recidiva al 4-5%.

Naturalmente ci sono anche interventi a cielo aperto. Il più famoso e ampiamente usato è quello di Latarjet ma si tende a sceglierlo sempre meno perché necessita di un’incisione nella parte anteriore della spalla e dell’utilizzo di viti e placche che a lungo andare, nonostante la stabilità che assicurano, possono anche dare delle complicazioni non trascurabili.

Negli ultimi tempi viene data grande importanza anche agli interventi che servono a ricostruire i danni ossei causati dalle lussazioni. Per aumentare la superficie di appoggio della testa omerale, ad esempio, ci sono delle bioprotesi che, inserite per via artroscopica ridanno volume sufficiente affinchè la testa omerale trovi un davanzale che non gli consenta più di scavallare e quindi è in grado di restituire un certo grado di stabilità.  Sono biopotresi già preformate e all’occorrenza, se il danno osseo è di una certa rilevanza, vengono impiantate fissandole con delle fettucce e non con le viti, quindi molto meno invasive e senza bisogno di sostituzione.

Inoltre, per calcolare questi difetti ossei ci sono dei sistemi molto sofisticati, dei software che danno la possibilità di quantizzare il danno e di creare dei supporti personalizzati.

Guarda l’intervista completa

ARTICOLI CORRELATI

Dove ti fa male?

Compila il form e un nostro specialista ti risponderà

Oppure