Caratterizzazione e tipologie di trattamento
Il piede è la struttura con la quale si è a contatto con il mondo esterno. Nel periodo che va dalla nascita all’inizio della deambulazione, il piede assume una importanza funzionale per le elevate afferenze sensoriali e propriocettive.
Il piede piatto si caratterizza per la riduzione in altezza della volta longitudinale interna del piede, sotto carico, con ampliamento dell’impronta plantare e deviazione del calcagno in valgismo. Deformità che può presentarsi come patologia isolata o associata a differenti entità cliniche come:
- lassità legamentosa
- anomalie strutturali, muscolari e neurologiche
- disordini del collagene
- sindromi genetiche (Becher e Duchenne).
Condizioni che, insieme all’obesità, possono influenzarne la naturale evoluzione e la severità. Il piede piatto può essere considerato fisiologico nei primi anni di vita poiché il pannicolo adiposo sovrasta l’arco longitudinale. La sua tendenza è di andare incontro ad un naturale miglioramento.
Piede piatto chirurgico
Nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico (calcaneo stop), il programma riabilitativo si può suddividere in diverse fasi.
Prima fase: rieducazione passiva
Si inizia già a letto, facendo prendere coscienza al bambino del nuovo assetto del piede. Si esegue una rieducazione passiva, consistente in mobilizzazioni del medio piede e della prima articolazione metatarsofalangea e una mobilizzazione attiva dell’arto inferiore. Si porta il piede in varo ed in abduzione, si associa una massoterapia decontratturante del soleo e del gastrocnemio e crioterapia ad intermittenza. Successivamente, si inizia una cauta mobilizzazione attiva del tibiale posteriore e del peroneo lungo.
Seconda fase: massoterapia e idrokinesiterapia
A seguire si inizia la deambulazione con carico parziale attraverso i bastoni canadesi. Si continua con la massoterapia associata allo stretching del polpaccio e si inizia un lavoro attivo di rinforzo e tonificazione del tibiale posteriore e dei muscoli intrinseci della pianta del piede, evitando però la mobilizzazione della sottoastragalica e l’attivazione muscolare del tricipite della sura. In questa fase si consiglia anche il lavoro di idrokinesiterapia per aumentare la mobilità articolare e il rinforzo muscolare in assenza di gravità.
Terza fase di riabilitazione: il carico completo
La terza fase inizia quando viene concesso il carico completo, focalizzando l’attenzione sul potenziamento e sull’affinamento degli schemi motori, attraverso una riprogrammazione neuromotoria e una rieducazione propriocettiva. Il paziente viene istruito alla “marcia a tre tempi” per la ricerca del corretto appoggio del piede ed il normale svolgimento del passo (appoggio del tallone, rotolamento forzato sul bordo esterno con primo dito in estensione, spostamento del piede verso l’interno e arresto sulla testa del primo metatarso). Si inserisce nel trattamento riabilitativo l’uso di tavolette instabili per la stimolazione muscolare e per la ricerca dell’equilibrio nello spazio.
Ultima fase: il riequilibrio muscolare
L’ultima fase è rivolta al “riequilibrio” muscolare con:
- esercizi di rinforzo degli estensori e dei flessori delle dita,
- esercizi per favorire la supinazione del piede e per ridurre la lordosi lombare mediante l’allungamento della catena muscolare posteriore,
- esercizi isotonici e di controresistenza per la correzione del valgismo delle ginocchia, che mirano al rafforzamento di legamenti e muscoli della gamba e della coscia unitamente ad esercizi per adduttori ed extrarotatori dell’anca.
Tutti lavori che coinvolgono il corpo nella sua totalità, al fine di migliorare la postura e il recupero del giusto assetto. In caso di intervento chirurgico è fondamentale l’attività dell’asse ortopedico-fisiatra-fisioterapista in grado di restituire il normale equilibrio psico-fisico del soggetto.
Trattamento conservativo
Come detto in precedenza, alla luce dei diversi test in sede di visita, non si può identificare il piede piatto in età pediatrica con la sola assenza o riduzione morfologica dell’altezza dell’arco plantare. Sono state identificate diverse tipologie di piede piatto per prevalenza, entità clinica, gravità prognostica e strategie terapeutiche da adottare, basandosi sul grado di riducibilità delle deformità e sulla presenza o meno di sintomi associati.
Trattamento ortesico
I plantari sono un’ottima soluzione per le forme più marcate e sintomatiche perché hanno la funzione di sostenere la volta plantare longitudinale. Alcuni modelli possono stimolare le terminazioni propriocettive per contrastare la deformità. I plantari devono essere sempre prescritti da uno specialista, in quanto vanno realizzati su misura e indossati in normali calzature comode. L’uso è indicato soprattutto in coloro che hanno sintomi di piede piatto o che hanno difficoltà nel camminare o nel correre. Sono praticamente inutili invece le calzature ortopediche.
L’utilizzo dei plantari è da considerare un’opzione terapeutica valida, seppur limitata ed in associazione con altre opzioni terapeutiche conservative per il trattamento iniziale del piede piatto doloroso con deformità ancora non strutturate. Tra queste, in ambito fisioterapico si prediligono terapie antalgiche con la Tens, la crioterapia, il riposo e la modifica dell’attività fisica.
Il bambino viene sottoposto ad esercizi per stimolare la muscolatura intrinseca ed estrinseca del piede, esercizi propriocettivi (tavoletta di Freeman e cuscini propriocettivi) e di rieducazione al passo, favorendo la coordinazione motoria secondo il corretto schema motorio di appoggio del piede a terra dapprima con il tallone, poi con la parte esterna del medio piede e infine con la rullata sull’avampiede con uscita del passo sulle prime due dita.
Sono tutti esercizi che il bambino deve compiere con l’ausilio di un fisioterapista per recepire un riscontro motorio e stabilizzare il nuovo schema motorio. Alla fine delle sedute risulta di fondamentale importanza abbinare il lavoro di stretching del soleo e gastrocnemio, della fascia plantare ed un generale riequilibrio della catena muscolare posteriore con sedute di ginnastica posturale.
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