Il crioultrasuono

Ultimo aggiornamento il 7 Novembre 2024
Il crioultrasuono

L’energia fisica combinata di nuova generazione che modula il dolore e l’infiammazione

Per anni l’infiammazione acuta è stata un “momento biologico” off-limits per il fisioterapista, relegato a comportamenti come il R.I.C.E. (Rest Ice Compression Elevation), la farmacoterapia e l’inattività totale del paziente. Oggi, con la nuova tecnologia combinata del Crioultrasuono (CU), si apre una frontiera nuova e inedita che ha come obiettivo quello di “modulare” i processi biologici seguenti a una lesione recente dei tessuti e di minimizzare le complicazioni immediate.

Così facendo i tempi di guarigione sono ottimizzati ed è possibile un recupero precoce del movimento, condizione determinante per la ripresa rapida delle attività sportive, lavorative e quotidiane. Ristabilire l’omeostasi del tessuto cominciando dal giorno “zero”, aiutando l’immunità innata a ripulire il “campo di battaglia”.

Cenni storici

L’idea di progettare e realizzare il dispositivo medico nasce nel 1992 da una intuizione dei cofondatori della società Elettromed nel periodo in cui era molto attiva la collaborazione con l’Istituto di Scienza dello Sport CONI di Roma.

Principio di funzionamento

Il Crioultrasuono permette l’uso combinato di due metodiche:  

  • ultrasuonoterapia: vibrazioni meccaniche prodotte a frequenze di 1MHz e 3MHz
  • crioterapia: terapia del freddo con valori di temperatura intorno allo zero (selezionabile fino a -8°).

Vantaggi

I principali vantaggi dell’uso del CU si possono sintetizzare in 5 punti:  

  • sfruttamento del principio della termoregolazione
  • effetto termico del calore indotto dall’ultrasuono annullato
  • diminuzione della flogosi e del dolore
  • diminuzione dello spasmo muscolare
  • miglioramento delle condizioni di trasmissione degli ultrasuoni.

L’iperemia che si riscontra visibilmente dopo il trattamento è la prova dell’aumento circolatorio più superficiale o dermico e dell’emostasi profonda, legato ai meccanismi termoregolatori. Questo permette la diminuzione dello stravaso ematico e quindi dell’ematoma e ci permette di sfruttare gli effetti cavitazionali degli ultrasuoni (cavitazione instabile) per effettuare il “wash out” dell’edema dal tessuto senza generare calore.

Il crioultrasuono

Contemporaneamente l’abbassamento della temperatura, in accordo con la legge di van’t Hoff, fa diminuire le reazioni chimiche che riguardano la formazione di sostanze pro-infiammatorie come l’istamina, la bradichinina, la serotonina e molte altre. Il dolore diminuisce sia per la minor produzione di questi attivatori sui nocicettori che per il rallentamento della conduzione nervosa (1°=-2,4 m/s). Attraverso questo rallentamento diminuisce anche l’attività del fuso neuromuscolare e quindi abbiamo una diminuzione dello spasmo muscolare.

Il raffreddamento compatta il tessuto migliorando le condizioni di trasmissione delle vibrazioni meccaniche, ottimizzando così gli effetti terapeutici. Questi effetti biologici del CU ci permettono di iniziare immediatamente la terapia, limitando la formazione di ematoma, riducendo l’edema e il gonfiore e abbassando la sensazione dolorosa. Questo permette la ripresa precocissima del movimento.

Tecnica di trattamento

L’operatore deve impugnare la testa mobile dell’apparecchio e posizionarla perpendicolarmente sul segmento corporeo da trattare. Dovrà effettuare dei movimenti rotatori o di “va e vieni” condotti ad una velocità costante e moderata. Per eseguire correttamente una seduta di CU è necessario assicurare la perfetta aderenza tra superficie cutanea da trattare e testa emittente, per evitare la formazione di falde d’aria. Per favorire questo si impiega un gel per ultrasuoni.

La piena efficienza terapeutica è assicurata dalla corretta indicazione terapeutica e dalla conoscenza dell’anatomia patologica, tenendo ben presente che gli effetti biologici degli ultrasuoni si verificano nello strato limite – che nella fattispecie è l’osso – e sono potenziati dall’abbassamento della temperatura. Consigliamo sempre un approccio cautelativo, limitando i parametri tecnici a valori più bassi nelle prime applicazioni ed intervistando il paziente durante il trattamento, regolandosi di conseguenza nei successivi incontri.

Durata del trattamento: 20 minuti.

Principali indicazioni: patologie acute dei tessuti molli, artralgie post-traumatiche, ematomi in fase iniziale, lesioni muscolari, distorsioni, tendinopatie, entesiti (epicondilite, epitrocleite) e periostiti, fascite plantare, borsiti.

Frequenza: giornaliera.

Controindicazioni: gli ultrasuoni non vanno usati sull’area cardiaca, sulla regione cefalica e sui tessuti specializzati (cartilagini fertili, testicoli, ovaie), osteoporosi ad alto turn-over, protesi articolari, vene varicose, arteriopatie obliteranti, morbo di Raynaud, alterazioni della sensibilità, neoplasie, donne in gravidanza.

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