È di recente pubblicazione un interessante nuovo lavoro peer-reviewed tra i cui autori troviamo anche diversi specialisti della Casa di Cura Villa Stuart di Roma, Centro Medico di Eccellenza FIFA & FIMS: il Professor Attilio Santucci, i Dottori della sua équipe Silvio Giannetti, Ernesto Pagano e Andrea Stancati e Alessandro Smimmo, infine il Dottor Guglielmo Torre dell’équipe del Prof. Pierpaolo Mariani. Il contributo dei chirurghi all’articolo originale, pubblicato su European Journal of Orthopaedic Surgery & Traumatology, si è distinto non solo per l’incontestabile caratura chirurgica ma anche per l’esecuzione del metodo innovativo con cui ci si è approcciati ad una specifica tipologia di frattura del radio.
Gli ortopedici della Clinica romana e gli altri autori dello studio hanno valutato una modalità operatoria per certi versi innovativa, svolta tramite un approccio transcutaneo, mini-invasivo.
Vediamo insieme gli aspetti salienti di questa specifica frattura e del protocollo chirurgico descritto nel paper.
Frattura del collo radiale: identikit di una problematica complessa
La frattura del radio che si verifica a livello di una particolare regione di quest’osso, che prende il nome di “collo del radio”, è un’eventualità abbastanza frequente nella popolazione pediatrica ma raramente interessa gli adulti. Queste lesioni rivestono infatti una vera sfida per l’équipe chirurgica, nonostante rappresentino solo l’1% della totalità degli eventi fratturativi.
Infatti, anche per eventualità non particolarmente complesse si è soliti procedere con una riduzione a cielo aperto. L’approccio chirurgico è preferito rispetto al conservativo in gesso per svariate ragioni, come minimizzare il rischio di ritardo di consolidamento e di riapertura della rima di frattura. A causa della complessità della biomeccanica dell’articolazione del gomito, tuttavia, non sempre il recupero può dirsi ottimale.
Le differenze della tecnica CRIF con la chirurgia tradizionale
La chirurgia a cielo aperto è anche un fattore di rischio per una serie di complicanze non di poco conto. Tra queste ricordiamo: rigidità articolare, artrite post-traumatica, mancato consolidamento e infezione.
L’alternativa proposta dal Professor Santucci, con il contributo scientifico del Dottor Torre, in questo studio prende il nome di CRIF (Closed Reduction and Internal Fixation) ed è già ampiamente impiegata in caso di frattura del radio nei bambini. Anche chiamato tecnica di Metaizeau, questo approccio mininvasivo promette una risoluzione accurata e una buona stabilità a medio termine.
La tecnica Metaizeau, infatti, offre vantaggi interessanti:
- Previene l’eventuale spostamento dei mezzi di sintesi utilizzati nella chirurgia open, perché non impiegati in questo approccio;
- Evita fenomeni di impingement articolare;
- Limita la rigidità del gomito.
La possibilità di ridurre anatomicamente la lesione del collo del radio senza necessariamente impiegare una tecnica open e l’occasione di ottenere un’osteosintesi stabile garantendo una mobilizzazione precoce anche durante la fase di consolidamento del callo osseo sono sicuri punti di forza da considerare. A questo si aggiunge la possibilità di preservare appieno la struttura anatomica del gomito, che può essere altrimenti alterata durante l’approccio chirurgico tradizionale.
Le conclusioni dello studio sono promettenti per il trattamento della frattura del radio
Questo studio di coorte evidenzia dei dati preliminari davvero promettenti: a fronte di nessun evento neurovascolare o infettivo, nessun caso di fallimento o re-intervento, le scale di valutazione clinica impiegate dall’équipe chirurgica e di autovalutazione proposte al paziente hanno indicato ottimi risultati. Confermano la bontà di questi riscontri i referti radiografici, che sottolineano la validità della tecnica CRIF in caso di frattura del collo del radio nell’adulto.
Lasciamo i riferimenti per chi volesse accedere allo studio: Giannetti S, Smimmo A, Torre G, Stancati A, Pagano E, Santucci A. Percutaneous treatment of radial neck fractures in adult patients. Eur J Orthop Surg Traumatol. 2024 Jan 16. doi: 10.1007/s00590-023-03811-8. Epub ahead of print. PMID: 38227012.