Sintomatologia, diagnosi, trattamento
La maggior parte dei pazienti che soffrono di dolore lombare ha una patologia degenerativa del disco intervertebrale, il cui esordio si verifica tra i 30 e i 60 anni. La colonna vertebrale è costituita da 23 dischi intervertebrali posizionati tra i corpi vertebrali (non ci sono dischi tra la prima e la seconda vertebra cervicale e tra le vertebre sacrali e coccigee). I dischi sono costituiti da materiale fibrocartilagineo.
Ogni disco intervertebrale ha due elementi:
- L’anello più esterno, chiamato annulus fibrosus, è costituito da foglietti concentrici di fibre collagene collegate a formare una spirale attorno all’asse longitudinale della colonna vertebrale. Gli strati individuali si intersecano tra di loro e questo dà al disco la forza di assorbire i movimenti di rotazione.
- L’anello fibroso racchiude il secondo elemento, un core gelatinoso chiamato nucleus pulposus, costituito principalmente da acqua. La sua natura deformabile gli permette di agire come un cuscinetto tra i corpi vertebrali.
I dischi intervertebrali, perciò, funzionano come cuscinetti che assorbono e distribuiscono il carico corporeo. A differenza di altri tessuti, il disco intervertebrale è irrorato attraverso la diffusione. Questo significa che assorbe o cede acqua alle strutture che lo circondano. Quando la colonna vertebrale è soggetta al carico, i dischi intervertebrali rispondono alla risultante pressione deformandosi per accomodare i movimenti della colonna vertebrale e, rilasciando acqua, diminuiscono il proprio spessore.

Al contrario, quando il carico diminuisce, per esempio quando siamo sdraiati, i dischi sono riforniti di acqua contenente le sostanze metaboliche necessarie e quindi diventano nuovamente spessi ed elastici. La costante alternanza di carico e scarico della colonna vertebrale è di primaria importanza per il metabolismo del disco e quindi per preservarne la fisiologica funzione.
I principali fattori predisponenti alla degenerazione discale sono: l’avanzare dell’età, il sovrappeso e la scarsa attività fisica (sport a forte impatto, per esempio sollevamento pesi, sono però fattori predisponenti).
Con l’avanzare dell’età il disco intervertebrale perde acqua, riducendo la sua elasticità e la sua capacità rigenerativa e diventando fibroso, perdendo spessore e aumentando il suo rischio di rottura. A questo punto può verificarsi l’erniazione del disco intervertebrale. Data la vicinanza tra quest’ultimo e i nervi spinali, può esservi un contatto con successivo dolore e sintomi neurologici, come deficit sensitivi o motori.
Qualunque disco intervertebrale può erniare, ma i più comuni sono quelli lombari e alla transizione con il sacro, seguiti da quelli cervicali. I sintomi variano in base al disco interessato e al contatto più o meno marcato con la radice nervosa. I pazienti possono lamentare dolore irradiato (all’arto superiore, se la causa è un’ernia discale cervicale, o all’arto inferiore, se la causa è un’ernia discale lombare), deficit sensitivi e motori.
Per la diagnosi è indispensabile un’accurata visita medico specialistica, un’elettromiografia e una risonanza magnetica.

I trattamenti sono molteplici e si dividono in trattamenti conservativi e trattamenti chirurgici (ernia discale, lombare o cervicale).
Trattamenti conservativi (non chirurgici)
- Analgesici, rilassanti muscolari e antiflogistici
- Fisioterapia: stretching dei muscoli della schiena e core balance (per le ernie discali lombari), massaggio di scarico dei muscoli trapezi, TENS e LASER (per le ernie discali cervicali)
- nfiltrazioni epidurali
Trattamenti chirurgici per l’ernia discale lombare
- Elettrotermia intradiscale
- Microdiscectomia
- Decompressione monosegmentale/bisegmentale e artrodesi usando TLIF (transforaminal lumbar interbody fusion)
- Decompressione monosegmentale/bisegmentale usando ALIF (anterior lumbar interbody fusion)
Trattamenti chirurgici per l’ernia discale cervicale
- Microdiscectomia e artrodesi eseguite per via anteriore