ELETTROSTIMOLATORE

Ultimo aggiornamento il 29 Aprile 2025

Gli elettrostimolatori sono dispositivi utilizzati nel trattamento di elettrostimolazione che per il loro funzionamento si avvalgono di elettrodi. L’elettrostimolatore rilascia degli impulsi elettrici che imitano l’azione volontaria del sistema nervoso al fine di aumentare l’effetto di un allenamento, di un trattamento antinfiammatorio o riabilitativo.

Le onde elettriche possono inoltre essere modulate con parametri diversi, a seconda della zona interessata o del tipo di stimolazione che si vuole applicare.

Come funziona l’elettrostimolatore muscolare?

L’elettrostimolazione è anche conosciuta come Electrical Muscle Stimulation (EMS) o Neuromuscular Electrical Stimulation (NMES). L’elettrostimolatore muscolare (EMS) invia piccoli impulsi elettrici a nervi o a muscoli provocandone la contrazione. Utilizzato soprattutto a fini riabilitativi o preventivi, si distingue dall’elettrostimolatore TENS (transcutaneous electrical nerve stimulation). Quest’ultimo ha una finalità antalgica, agisce sul dolore poiché la corrente prodotta non genera contrazione muscolare. Quindi, mentre il TENS agisce a livello cutaneo e sui nervi sensori, gli impulsi elettrici degli elettrostimolatori EMS intervengono sui muscoli e sui nervi motori.

A seconda dello scopo per cui viene adottato l’elettrostimolatore agisce in maniera diversa e viene applicato in punti diversi. Per esempio, nel caso del pavimento pelvico, possono essere applicati esternamente degli elettrodi oppure possono essere inserite delle sonde interne (come in caso di incontinenza).

Per allenare fibre muscolari differenti bisogna ricorrere inoltre a programmi diversi: l’allenamento delle fibre muscolari a lenta contrazione necessita di programmi orientati a sport di resistenza (per esempio, la bicicletta), poiché questo tipo di fibre è in grado di contrarsi con impulsi a bassa intensità per molto tempo, limitando così l’affaticamento muscolare; mentre per l’allenamento delle fibre a contrazione veloce si devono adottare programmi per sport con un alto imput iniziale (per esempio, il salto), poiché le fibre veloci hanno una resistenza molto limitata, ma possono sviluppare elevati valori di forza e potenza.

L’importanza della frequenza di stimolazione

A seconda della frequenza di stimolazione, l’azione sul muscolo cambia:

  • Tra i 2 Hz e i 4 Hz si produce un effetto rilassante sulla zona muscolare, che comporta una riduzione del tono muscolare e del dolore.
  • Per la frequenza tra 2 Hz e 8 Hz c’è un aumento della produzione di endorfine, con un miglioramento della circolazione sanguigna della zona e dell’ossigenazione dei tessuti. Questi due ultimi effetti sono ancora più intensificati nel caso di frequenze tra 8 Hz e i 18 Hz.
  • Tra 18 Hz e 40 Hz vengono attivate soprattutto le fibre lente. Questo tipo di stimolazione imita un lavoro di resistenza muscolare di media intensità.
  • Tra 40 Hz e 60 Hz agisce sulle fibre veloci e alcune fibre intermedie lente. Sia il carico di lavoro che la resistenza muscolare sono più elevati, mentre la vascolarizzazione periferica migliora a dopo l’allenamento muscolare.
  • Tra 60 Hz e 80 Hz anche le fibre intermedie si attivano, il cui scopo è quello di incrementare la forza e il tono muscolare.
  • La frequenza tra 80 e 120 Hz è quella che permette alle fibre veloci di lavorare più intensamente. In questa situazione, la stimolazione migliora i parametri legati alla forza massima e alla velocità. Combinando i due aspetti, attraverso l’elettrostimolazione, si evita l’affaticamento neurologico durante le sessioni di stimolazione.

Elettrostimolazione nella terapia fisica

Esistono diversi tipi di elettrostimolazioni e – come conseguenza – di elettrostimolatori. Quest’ultimi si distinguono quindi in base all’obiettivo che il soggetto intende raggiungere.

Electrical Muscle Stimulation (EMS)

L’elettrostimolatore di tipo EMS prevede una stimolazione elettrica dei muscoli volta al miglioramento del tono e della forza muscolare. Si rivela quindi un dispositivo ottimo per la riabilitazione con stimolazione muscolare diretta. Da momento che gli impulsi elettrici generano contrazioni muscolari controllabili, è possibile allenare il muscolo in modo mirato migliorando le capacità di resistenza. È usata per esempio al fine di:

  • Ripristinare la perdita di funzionalità
  • Riabilitazione fisica
  • Aiuto nella perdita di peso
  • Rilassamento in caso di spasmi muscolari
  • Atrofia

Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation (TENS)

La TENS permette di controllare il dolore poiché gli impulsi, come è stato visto, raggiungono i nervi e non, invece, direttamente i muscoli, è infatti chiamata stimolazione transcutanea. Questo tipo di elettrostimolazione è utile in caso di trattamenti per dolore cronico (per mal di schiena, artrite ecc.) dove, grazie alla regolazione degli impulsi, è possibile gestire il dolore. È indicata in particolare per il trattamento di:

  • Artrite
  • Fibromialgia
  • Dolori pelvico, al ginocchio, schiena o collo
  • Neuropatia diabetica

Functional Electrical Stimulation (FES)

L’elettrostimolazione FES è utilizzata per stimolare direttamente i nervi motori attraverso correnti a bassa frequenza. È fondamentale nella neuro-riabilitazione. Aiuta, per esempio, in caso di lesioni al midollo spinale alla deambulazione o a migliorare la funzionalità della mano in caso di ictus, andando quindi a simulare il movimento mancante.
Indicata quindi per:

  • Recuperare funzionalità
  • Paralisi

Ionoforesi

La ionoforesi è una elettroterapia utilizzata nella terapia fisica, in cui viene somministrato un farmaco attraverso la cute, quindi in via transcutanea. La corrente è responsabile di trasportare il medicinale con l’ausilio degli elettrodi.
La ionoforesi è utile:

  • a ridurre gonfiore e/o infiammazione
  • in caso di borsite
  • in caso di tendinite
  • lesioni fibrolitiche
  • contratture

Interferential Current Electrical Stimulation

La terapia interferenziale funziona attraverso l’incontro di due frequenze medie. È utile per alleviare il dolore e può essere utilizzata nei casi che seguono:

  • Incontinenza da sforzo
  • Spasmo muscolare
  • Edema
  • Ematoma
  • Lesione cronica dei legamenti
  • Radicolopatia

High Voltage Electrical Stimulation

Questo tipo di stimolazione elettrica serve per la guarigione profonda delle ferite. Il processo di stimolazione elettrica nel momento di alta tensione aumenta il flusso sanguigno e sostituisce le cellule perdute, creando una zona nuova e pronta per la guarigione.
È indicata per:

  • Distorsioni
  • Borsite adesiva
  • Guarigione delle ferite
  • Disco degenerativo
  • Dolore post-operatorio

Electrical Muscle Stimulation (NMES)

La stimolazione elettrica neuromuscolare, o elettroterapia, è una metodica applicata a un gruppo di muscoli, dove gli elettrodi sono posizionati in corrispondenza del muscolo che si intende stimolare. Le contrazioni ripetute favoriscono il recupero delle funzionalità persa.
Indicata per:

  • Patologie muscoloscheletriche
  • Debolezza muscolare
  • Incontinenza
  • Rieducazione neuromuscolare
  • Rilassare spasmi muscolari

Russian Electrical Stimulation

La modalità di corrente russa è una corrente che agisce con frequenze medie ed è generalmente utilizzata per il rafforzare e rieducare i muscoli. La corrente piò essere applicata in modalità alternata, pulsata o burst.
Utile in caso di:

  • Rafforzamento muscolare
  • Rieducazione muscolare

Galvanic Electrical Stimulation

È una corrente intermittente usata alla frequenza di 30 impulsi al minuto. Se la durata aumenta, deve diminuire anche la frequenza della corrente. Questo tipo di corrente interviene sulle terminazioni neurali in modo che l’elettrodo catodico incrementi la sensibilità dei nervi diminuendo il dolore.
Utilizzata per:

  • Migliorare l’elasticità della pelle
  • Aumentare la circolazione sanguigna e i livelli di ossigeno nella pelle

Faradic Electrical Stimulation (FES)

Utilizza una corrente intermittente con una frequenza di 50-100 Hz e con una durata di impulso tra 0,1 e 1 Ms. Questo tipo di corrente agisce sui muscoli innervati, differenziandosi così da quella galvanica rispetto ai termini di effetto fisiologico.
È usata spesso per le situazioni che seguono:

  • Rieducazione muscolare
  • Sollievo dal dolore nella sindrome del ginocchio
  • Atrofia muscolare
  • Ripristino del flusso sanguigno nutriente nell’area trattata

Gli elettrostimolatori sono quindi dispositivi che si prestano a molteplici utilizzi a seconda dello scopo per cui sono impiegati e al tipo di trattamento.

Quando non usare l’elettrostimolatore?

Come visto, ci sono diversi tipi di elettrostimolazioni, quindi le circostanze in cui non utilizzare l’elettrostimolatore variano a seconda del tipo di dispositivo utilizzato.
Nel caso dell’elettrostimolazione muscolare (EMS), i medici possono sconsigliare l’utilizzo a persone:

  • in gravidanza;
  • con pacemaker impiantati;
  • che soffrono di epilessia;
  • lesioni cutanee o irritazioni;
  • a seguito di un intervento chirurgico recente;
  • che presentano ernie addominali o inguinali e diastasi addominale (l’uso dell’elettrostimolatore muscolare può incrementare la pressione sulla zona addominale, con il la conseguenza di aggravare l’ernia);
  • che soffrono quando di carenza venosa cronica con vene varicose importanti;
  • con malattie neurologiche gravi;
  • in stato febbrile;
  • con lesioni cutanee.

Consuetare un medico o un professionista sanitario è sempre opportuno prima di iniziare l’uso di un elettrostimolatore, soprattutto nel caso di dubbi sul corretto utilizzo del dispositivo.

Come usare l’elettrostimolatore

In ambito fisioterapico e riabilitativo il numero di sedute è stabilito dal medico o dal professionista sanitario, mentre nel settore del fitness è possibile utilizzare elettrostimolatore anche tutti i giorni evitando di stimolare lo stesso gruppo muscolare e di fare sessioni di massimo 60 minuti al giorno per ogni muscolo. La durata di ogni sessione può cambiare in base alle condizioni del paziente ed è importante fare almeno 10 minuti di pausa all’ora nel momento in cui il dispositivo è utilizzato più volte al giorno.

Dove posizionare gli elettrodi dell’elettrostimolatore?

Per una corretta elettrostimolazione muscolare è bene che gli elettrodi siano bene posizionati, ma non è l’unica cosa da considerare durante il trattamento. Di seguito si elencano alcuni passaggi utili a un corretto funzionamento dell’apparecchio.

  1. Identificare il muscolo su cui si intende agire.
  2. Predisporre l’area interessata all’applicazione degli elettrodi. La pelle non deve avere residui di lozioni o liquidi; quindi, deve rimanere asciutta e pulita in modo che gli elettrodi aderiscano. In tale modo si riduce anche la probabilità di generare irritazioni.
  3. Applicare il gel conduttivo, laddove necessario. Quando previsto, il gel favorisce il contatto tra elettrodo e pelle garantendo la trasmissione degli impulsi elettrici, diminuendo la resistenza elettrica della pelle.
  4. Posizionare degli elettrodi. La giusta collocazione degli elettrodi è essenziale per ottimizzare l’efficacia del trattamento e minimizzare il rischio di disagio o effetti collaterali. Gli elettrodi sono dispositivi conduttivi che trasferiscono la corrente elettrica dall’elettrostimolatore ai muscoli. Solitamente, sono costituiti da materiali soffici e flessibili per aderire meglio alla pelle.
  5. Assicurarsi che i cavi siano correttamente collegati all’apparecchio e che ci sia connessione. Questo riduce le possibilità di interruzioni durante la sessione, favorendo quindi l’efficacia del trattamento.

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Come si puliscono gli elettrodi dell’elettrostimolatore?

Una corretta pulizia degli elettrodi favorisce la funzionalità dell’elettrostimolatore e prolunga la durata dell’apparecchio nel lungo periodo. Non tutti gli elettrodi sono uguali, e in base al materiale con cui sono fatti, il metodo di pulizia cambia.

Elettrodi in acciaio inox

Per la pulizia degli elettrodi in acciaio inossidabile ci sono tre possibilità:

  1. Applicare un po’ di detergente apposito per l’acciaio su un panno o dello scottex e poi risciacquare l’elettrodo.
  2. Immergere gli elettrodi per trenta minuti circa nell’aceto; rimuovere l’eccesso di sporco con un panno e risciacquare.
  3. Utilizzare il bicarbonato di sodio.

Elettrodi in alluminio

Rispetto all’acciaio, l’alluminio tende a graffiarsi più facilmente; richiede quindi un’accortezza maggiore e una pulizia più frequente.

  • Nel caso gli elettrodi presentino una patina, il consiglio è quello di pulire l’apparecchio con un detergente non abrasivo, come l’alcol, applicandolo su un panno morbido;
  • Se ci sono incrostazioni di calcare è utile ricorrere ad acqua e bicarbonato, facendo una miscela con il bicarbonato fine (nel caso si ricorra a un tipo di bicarbonato più grossolano, è possibile ridurre la dimensione dei granelli mescolando bene il composto). L’impasto deve risultare liscio, in modo da non graffiare l’alluminio e permettere in seguito alla sporcizia di incrostarsi.
  • Se il deposito persiste è possibile immergere gli elettrodi in acqua e bicarbonato per circa trenta minuti (la dose consigliata è di un cucchiaio di bicarbonato ogni libro d’acqua).

Elettrodi in silicone

Anche il silicone, come nel caso dell’alluminio, richiede una pulizia frequente. Alla fine di ogni trattamento è bene utilizzare un panno morbido e un po’ di alcool. Per rimuovere il calcare in eccesso è possibile mettere gli elettrodi a mollo per 12 ore.

Quanto costa un elettrostimolatore?

Il costo di un elettrostimolatore varia per caratteristiche dell’apparecchio, marca, grado di professionalità, completezza delle prestazioni, sicurezza. Gli elettrostimolatori più economici hanno un prezzo medio che va dai 50 ai 100 euro; mentre gli apparecchi che rientrano nella fascia alta di prezzo possono raggiungere anche i 400 euro.

Che tipo di elettrostimolatore comprare?

Per scegliere il giusto elettrostimolatore è bene considerare alcune caratteristiche:

  1. Il tipo di onda utilizzata dal dispositivo per trasmettere gli impulsi. Per esempio, le onde rettangolari bifasiche compensate conferiscono un buon livello di comfort durante la seduta e riducono il rischio di dolori e fastidi in seguito.
  2. Generatore. Verificare se il tipo di elettrostimolatore scelto ha un generatore di tensione o un generatore di corrente. Il generatore elettrico si occupa di produrre energia elettrica, convertendola da un’altra fonte. Nel generatore di tensione sia la tensione che la corrente variano di poco; nel generatore di corrente, la tensione varia mentre la corrente rimane costante.
  3. Numero di canali: di solito, gli elettrostimolatori più efficaci possiedono quattro canali. Il numero di canali presenti consente di lavorare su più gruppi muscolari in contemporanea, adattando l’intensità a seconda del canale scelto. Anche un dispositivo a due canali può essere buono, la scelta quindi dipende dal grado di professionalità che serve al paziente.
  4. Qualità accessori dell’elettrostimolatore: è importante che anche gli accessori, quali elettrodi e cavi siano di qualità e ben funzionanti. È bene sostituirli dopo circa ogni quindici o dieci sedute. In tale modo si garantisce la capacità di trasmissione dell’elettrodo e la sua funzionalità.
  5. Caratteristiche fisiche del dispositivo: un dispositivo facile da maneggiare, leggero e non ingombrante al fine di garantire un trattamento continuo e quindi ottimale.
  6. Modalità di alimentazione: un’alimentazione a batteria permette la portabilità del dispositivo e garantisce comunque un elevato standard.
  7. Assistenza al cliente: può sempre capitare di avere un problema con il macchinario, in tale caso è utile avere un’assistenza disponibile e competente per risolvere il disagio nel più breve tempo possibile.

Quanto costa noleggiare un elettrostimolatore?

Noleggiare un elettrostimolatore può essere l’alternativa migliore, quando comprarlo risulta costoso oppure non funzionale all’utilizzo che se ne vuole fare – ad esempio se questo è circoscritto al breve periodo.

In genere, il noleggio di un elettrostimolatore si aggira attorno ai tre euro ed è possibile affittarlo per un quantitativo di giorni minimo di circa quindici giorni. Può essere inoltre utile considerare anche i costi di spedizione e di restituzione dell’apparecchio.

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