Diabete: l'efficacia della riabilitazione cardiovascolare

Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2023
diabete riabilitazione

EFFICACIA DELLA RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE NEI SOGGETTI DIABETICI

del dott. Tamburlani Matteo, dott.ssa Cuscito Rossana, dott.ssa Sanrocchi Laura

La malattia cardiovascolare nel diabete è multifattoriale, ed il controllo dei suoi fattori di rischio porta a sostanziali riduzioni degli eventi, appunto, cardiovascolari, in quanto tali malattie rappresentano la principale causa di morte nei pazienti con diabete.1

Un corretto stile di vita è da considerare una condizione essenziale per la prevenzione e il controllo di queste nei pazienti con DM, nei quali è necessario monitorare non solo l’aspetto glicemico, ma anche di tutti i fattori di rischio cardiovascolare.

Le caratteristiche peculiari dello status di paziente diabetico e l’elevato rischio globale di tali soggetti rendono imprescindibile, quindi, un approccio riabilitativo multidisciplinare e specifico per ogni paziente, nel quale è divenuta indispensabile la presenza di programmi di riabilitazione cardiovascolare.

Gli studi clinici pubblicati negli ultimi decenni suggeriscono come un trattamento ad ampio raggio della dislipidemia, dell’ipertensione e dell’ipercoagulabilità possa migliorare il tasso di sopravvivenza libera da eventi nei soggetti con diabete, i quali sono già esposti ad una morte precoce per malattia cardiovascolare clinica.2

Già nel 1999 l’American Diabetes Association (ADA) e l’American Heart Association (AHA) si sono impegnate nella pubblicazione di una dichiarazione volta ad indicare la necessità di una cooperazione multiorganizzativa per la prevenzione delle malattie cardiovascolari nei pazienti con diabete. Negli ultimi anni, sebbene l’incidenza di eventi cardiovascolari nei pazienti con diabete sembri essere diminuita, l’attuazione delle strategie preventive è tutt’ora spesso inadeguata.2

Tenendo ben presente, inoltre, che circa l’80% dei pazienti con diabete mellito di tipo 2 sviluppa e andrà incontro a morte per malattie macrovascolari2, questo fenomeno di prevenzione necessita di estrema attenzione da parte della comunità scientifica e riabilitativa, con il fine ultimo di migliorare la qualità di vita dei soggetti diabetici, massimizzare la loro capacità funzione e ridurre l’impatto economico in termini di spesa sanitaria che tale condizione produce.

Negli studi presi in esame, frequentemente è stato rilevato un miglioramento dei valori di HbA1c, in particolare nei gruppi sottoposti ad un intervento di HIIT, di esercizio fisico regolare multicomponente e di attività con inserimento di training aerobico (Ahmadreza 20163, Cassidy 20164, Johannsen 20135, Rossen 20156). 2 studi hanno rilevato miglioramenti significativi nel profilo lipidico nei soggetti che hanno partecipato al programma SSAET e in coloro che hanno svolto un esercizio fisico regolare come riabilitazione cardiaca (Shakil-Ur-Rehman 20177, Ahmadreza 20163).

In 2 studi è risultato evidente l’influenza di programmi di riabilitazione cardiovascolare sulla composizione corporea, in particolare in termini di % di grasso corporeo, e specificatamente viscerale, per i soggetti che hanno partecipato ad un programma di allenamento completo che comprendesse riscaldamento, esercizi aerobici e di resistenza e defaticamento (Szilágyi 20198); inoltre, per coloro che sono stati sottoposti ad un intervento di HIIT è stata rilevata una riduzione relativa di grasso epatico (39%) (Cassidy 20164).

Si ritiene necessario considerare cruciale trovare e valutare strategie per aumentare l’adozione e il mantenimento di un’attività fisica regolare nella popolazione con diabete e di come la realizzazione di percorsi specifici di riabilitazione cardiologica a fini preventivi debba rappresentare un aspetto fondamentale del loro percorso clinico e assistenziale.

Questo fenomeno necessita di estrema attenzione da parte della comunità scientifica e riabilitativa, con il fine ultimo di migliorare la qualità di vita dei soggetti diabetici, massimizzare la loro capacità funzionale e rendere più agevole il percorso riabilitativo in termini di risultati e costi sia per la Sanità, ma specialmente per la popolazione diabetica stessa.

BIBLIOGRAFIA

  1. Joseph JJ, Deedwania P, Acharya T, Aguilar D, Bhatt DL, Chyun DA, Di Palo KE, Golden SH, Sperling LS; American Heart Association Diabetes Committee of the Council on Lifestyle and Cardiometabolic Health; Council on Arteriosclerosis, Thrombosis and Vascular Biology; Council on Clinical Cardiology; and Council on Hypertension. Comprehensive Management of Cardiovascular Risk Factors for Adults With Type 2 Diabetes: A Scientific Statement From the American Heart Association. Circulation. 2022 Mar;145(9):e722-e759. doi: 10.1161/CIR.0000000000001040. Epub 2022 Jan 10. PMID: 35000404
  2. American Diabetes Association, National Heart, Lung, and Blood Institute, Juvenile Diabetes Foundation International, National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, American Heart Association: Diabetes mellitus: un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari: una dichiarazione editoriale congiunta dell’American Associazione Diabete; il National Heart, Lung, and Blood Institute; la Juvenile Diabetes Foundation International; l’Istituto Nazionale di Diabete e Malattie Digestive e Renali; e l’American Heart Association.Circolazione 100:1132–1133,1999
  3. Ahmadreza A, Nehzat A, Masoume M. Effect of cardiac rehabilitation on endothelial function and HbA1c in diabetic patients with ischemic heart disease (IHD). Research Journal of Pharmaceutical, Biological and Chemical Sciences 2016 May-Jun;7(3):2633-2636
  4. Cassidy S, Thoma C, Hallsworth K, Parikh J, Hollingsworth KG, Taylor R, Jakovljevic DG, Trenell MI. High intensity intermittent exercise improves cardiac structure and function and reduces liver fat in patients with type 2 diabetes: a randomised controlled trial. Diabetologia. 2016 Jan;59(1):56-66. doi: 10.1007/s00125-015-3741-2. Epub 2015 Sep 9. PMID: 26350611; PMCID: PMC4670457
  5. Johannsen NM, Swift DL, Lavie CJ, Earnest CP, Blair SN, Church TS. Categorical analysis of the impact of aerobic and resistance exercise training, alone and in combination, on cardiorespiratory fitness levels in patients with type 2 diabetes: results from the HART-D study. Diabetes Care. 2013 Oct;36(10):3305-12. doi: 10.2337/dc12-2194. Epub 2013 Jul 22. PMID: 23877979; PMCID: PMC3781553
  6. Rossen J, Yngve A, Hagströmer M, Brismar K, Ainsworth BE, Iskull C, Möller P, Johansson UB. Physical activity promotion in the primary care setting in pre- and type 2 diabetes – the Sophia step study, an RCT. BMC Public Health. 2015 Jul 12;15:647. doi: 10.1186/s12889-015-1941-9. PMID: 26164092; PMCID: PMC4499440
  7. Shakil-Ur-Rehman S, Karimi H, Gillani SA. Effects of supervised structured aerobic exercise training program on high and low density lipoprotein in patients with type II diabetes mellitus. Pak J Med Sci. 2017 Jan-Feb;33(1):96-99. doi: 10.12669/pjms.331.11758. PMID: 28367180; PMCID: PMC5368338
  8. Szilágyi B, Kukla A, Makai A, Ács P, Járomi M. Sports therapy and recreation exercise program in type 2 diabetes: randomized controlled trial, 3-month follow-up. J Sports Med Phys Fitness. 2019 Apr;59(4):676-685. doi: 10.23736/S0022-4707.18.08591-2. Epub 2018 Jul 9. PMID: 29991214.

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