Come correggere la scoliosi?

Ultimo aggiornamento il 25 Novembre 2022
come-correggere-la-scoliosi

Due i trattamenti: il busto ortopedico e l’approccio chirurgico

della Dott.ssa Barbora Tirpakova

La scoliosi idiopatica dell’adolescente (AIS) è una deformità evolutiva della colonna vertebrale che ha una componente ereditaria complessa e multifattoriale. Questa patologia si manifesta durante l’età puberale e progredisce fino alla fine dell’accrescimento scheletrico. L’AIS può essere curata con diverse modalità di approccio, in funzione della sua gravità.

Generalmente la deformità della colonna vertebrale nei pazienti affetti da scoliosi ha due periodi di progressione:

1) durante la pubertà, il periodo di rapida crescita staturale del paziente,

2) in età adulta, nelle forme gravi, in seguito all’invecchiamento della colonna vertebrale e alla degenerazione dei dischi vertebrali.

Fig. 1: l’ossificazione delle creste iliache consente di determinare il grado
di maturità ossea del paziente
Fig. 1: l’ossificazione delle creste iliache consente di determinare il grado
di maturità ossea del paziente

Per la valutazione clinica della maturità scheletrica si utilizzano generalmente normali riferimenti radiologici della colonna vertebrale e del bacino. L’indice di Risser, universalmente accettato dalla comunità scientifica, consente di stabilire il grado di sviluppo osseo valutando la progressiva ossificazione delle creste iliache (vedi figura 1).

Dall’indice di Risser si valuta la maturità scheletrica di un bambino su una scala da 0 (assente) a 5 (completa). I bambini che hanno il valore 0 o 1 sono in crescita e di conseguenza la scoliosi può nettamente peggiorare. Gli adolescenti che hanno raggiunto il valore 4 o 5, e quindi sono al termine del periodo di crescita, hanno bassa probabilità di peggioramento della scoliosi.

Le valutazioni cliniche e radiologiche periodiche durante le quali si misura il grado di scoliosi e si osserva scrupolosamente l’altezza del bambino, hanno dunque il fine di monitorare il grado di accrescimento e la maturazione scheletrica, derivando quindi la potenzialità di aggravamento della curva scoliotica.

L’angolo della scoliosi (Angolo di Cobb) che esprime la gravità della deformità permette, oltre che di valutarne la gravità, di determinare la strategia terapeutica:

1) nelle curve comprese tra 10° e 20° il trattamento è fisico ed osservazionale

2) nelle deformità angolari comprese tra 25° e 35° il trattamento destinato ai pazienti è il busto ortopedico

3) il trattamento chirurgico viene indicato nelle scoliosi con Angolo di Cobb superiore a 40°.

La prognosi della scoliosi dipende da molteplici fattori:

  • maturazione scheletrica
  • età
  • sede della scoliosi (toracica, toraco-lombare, lombare)
  • entità della curva in gradi.

Trattamenti alternativi

I trattamenti alternativi come la chiropratica, la terapia fisica non specifica, lo yoga, ecc. non si dimostrano statisticamente efficaci per prevenire o bloccare un’ulteriore progressione della curva. Quando si affronta una scoliosi moderata o grave, non vi sono evidenze che attività sportive specifiche siano superiori ad altre per la gestione specifica della deformità scoliotica lieve. Attività come il nuoto non sono superiori ad altre pratiche sportive nella gestione clinica di scoliosi sotto i 20°.

L’attività fisica risulta, così come la letteratura medica dimostra, efficacemente coadiuvante e necessaria nella scoliosi moderata, ovvero tra 20° e 35 °, e viene generalmente gestita con il corsetto.

Busto ortopedico

Il busto ortopedico è considerato il trattamento d’elezione, durante la fase di accrescimento, per i pazienti con le deformità che generano l’Angolo di Cobb tra 20°- 40°. L’obiettivo del busto, così come quello della chirurgia o il trattamento riabilitativo, è di evitare il peggioramento della curva. Il busto ortopedico per risultare efficace deve essere indossato generalmente full-time, riducendo progressivamente e peculiarmente il tempo di utilizzo in funzione della riduzione del rischio di progressione della deformità, fino a quando la fase di accrescimento non sarà terminata.

Trattamento chirurgico

Il trattamento chirurgico trova indicazioni nelle deformità che superano circa 45°, sempre dopo aver tentato la terapia conservativa con il busto o in rari casi di gravi deformità ove è inutile proporre il trattamento conservativo perché destinato a un fallimento sicuro.

L’obiettivo del trattamento chirurgico è la correzione e la stabilizzazione definitiva della curva, prevenendo così il progressivo peggioramento della deformità, i dolori rachidei o gli effetti negativi sulla gabbia toracica che la deformità vertebrale può nel tempo determinare sull’apparato respiratorio e cardiocircolatorio.

La correzione chirurgica avviene tramite il posizionamento di viti nelle vertebre e di barre nel tratto spinale interessato dalla deformità. Il trattamento chirurgico può essere eseguito per via posteriore e/o anteriore, toracica e/o addominale. La scelta dell’approccio dipende da molteplici fattori, quali:

  • il tipo e l’entità della deformità
  • l’età
  • le caratteristiche del paziente.

Il blocco e la correzione del tratto di colonna vertebrale interessato dalla deformità scoliotica – artrodesi stabile e definitiva che necessariamente deve essere raggiunta per ritenere di successo il trattamento chirurgico – si ottiene esclusivamente grazie all’innesto osseo, prelevato dallo stesso paziente durante il posizionamento di viti e barre senza ulteriori incisioni chirurgiche, oppure, nel caso in cui la quantità d’osso non sia sufficiente, dalla banca dell’osso o l’osso artificiale.

Dopo il trattamento chirurgico nella maggior parte dei casi non vengono utilizzati i tutori esterni né ingessature. La permanenza in ospedale è generalmente compresa tra 5 e 7 giorni. Dopo il ricovero segue un periodo di riabilitazione assistita posturale e respiratoria. Alla fine del primo mese il paziente è di norma in grado di svolgere le normali attività quotidiane e riprendere l’attività scolastica (nel caso dei bambini).

Vivere con la scoliosi

Nella maggior parte dei casi l’AIS non causa sintomi che generano limitazioni funzionali nello svolgimento delle attività fisiche. I pazienti affetti da scoliosi di grado lieve possono svolgere tutte le attività fisiche senza alcuna restrizione e rischio di lesioni. Sia per i pazienti in terapia conservativa (busto ortopedico) che per coloro che si sono sottoposti a correzione chirurgica della scoliosi, le attività fisiche sono concordate con il medico curante (frequenza, tipo di attività sportiva) e spesso sono accompagnate anche con un protocollo riabilitativo personalizzato.

ARTICOLI CORRELATI

La scoliosi idiopatica dell’adolescente del Dott.Virgulti

Scoliosi idiopatica dell’adolescente del Dott. Turchetta  

Vita sedentaria e mal di schiena

Deformità strutturate del rachide

Dove ti fa male?

Compila il form e un nostro specialista ti risponderà

Oppure