Chirurgia mini-invasiva del gomito: l’esperienza del Dott. Massarella

Ultimo aggiornamento il 3 Novembre 2022
Chirurgia mini-invasiva del gomito, l’esperienza del Dott. Massarella

Capita spesso che il paziente sia spaventato dall’invasività di un intervento: sui Chirurghi ortopedici vengono così riversati fiumi di domande circa la preparazione necessaria, i tempi di recupero, il dolore post-operatorio… a maggior ragione se si parla di distretti corporei notoriamente delicati. Il Dottor Massimo Massarella, Top Specialist per la diagnosi e chirurgia di polso e mano presso il Centro di Eccellenza FIFA e FIMS della Casa di Cura Villa Stuart – Top Physio Balduina, ha recentemente pubblicato su Acta Scientific Orthopaedics i risultati della sua esperienza nella chirurgia mini-invasiva del gomito, parlando di una specifica opzione chirurgica in caso di lesione del tendine del muscolo bicipite.

Rottura del tendine del muscolo bicipite: come si presenta

Le lesioni del gomito non sono eventualità rare nella popolazione generale ma, tra queste, le rotture del tendine del muscolo bicipite rappresentano una casistica minore e forse per questo a volte poco approfondita. Colpiti da tali infortuni sono soprattutto gli uomini che eseguono esercizi di potenza che coinvolgono contrazioni eccentriche (che si verificano quando cioè il muscolo produce forza allungandosi, anziché accorciandosi) o esercizi con sovraccarichi eseguiti a gomito flesso. La rottura del tendine, quindi, è il più delle volte un evento improvviso che consegue ad un processo degenerativo in pazienti predisposti, e può verificarsi anche in caso di traumi minori.

Il dolore è il segno clinico distintivo, assieme alla deformità che coinvolge la zona del gomito, a cui si aggiunge la mancanza di forza ed l’incapacità di compire specifici movimenti del braccio. Si possono anche palesare ecchimosi e lividi e all’indagine radiografica sarà possibile verificare i processi degenerativi che, giorno dopo giorno, hanno determinato un indebolimento del tendine del bicipite; sarà invece l’ecografia a confermare il sospetto diagnostico, eventualmente approfondito da una risonanza magnetica.

Quale approccio per la chirurgia mini-invasiva del gomito in caso di lesione tendinea del bicipite?

Nonostante non vi sia ancora un consenso condiviso relativamente alla tecnica chirurgica migliore in caso di rottura del tendine del muscolo bicipite presso la regione del gomito, proporre un intervento mini-invasivo che consenta un recupero sensibile e limiti di molto le complicanze (quali dolore persistente, rigidità e sintomi neurologici), deve essere attentamente valutato dall’équipe chirurgica. Se a questi punti di forza si aggiunge anche l’impatto estetico minimo e il veloce ritorno alla vita di tutti i giorni, l’opzione vagliata dal Dottor Massarella rappresenta una valida opzione, che si contrappone decisamente ad un approccio conservativo (che non ristabilisce la piena forza e capacità motoria compromessa), come anche ad una riparazione chirurgica più destruente.

L’approccio anteriore vagliato dal Dottor Massarella: dalla chirurgia al pieno recupero

Confrontato a varie opzioni chirurgiche, l’accesso anteriore tramite chirurgia mini-invasiva del gomito si presenta come una reinserzione anatomica e comporta risultati notevoli nel medio-termine: l’ approccio prevede una incisione minima (3 cm) guidata da tracciamento radiologico intraoperatorio e permette l’ancoraggio del tendine danneggiato presso la sua sede originaria. Dopo l’intervento, seguirà un periodo di riposo dell’arto, con il gomito mantenuto piegato a 90° e, passate due settimane, si potrà cominciare il percorso riabilitativo. Già dopo 1 mese e mezzo il paziente sarà in grado di usare il braccio per affrontare tutte le attività necessarie alla vita quotidiana, avendo cura di non aggiungere pesi consistenti fino ai 3 mesi post-operatori: solo dopo questo lasso di tempo – e a seguito del via libera dello Specialista – il paziente potrà iniziare gli esercizi di rinforzo muscolare.

I risultati di questa metodica sono estremamente promettenti per atleti di alto livello, body-builder e tutti coloro che necessitano di eseguire attività di forza nelle loro abitudini di vita: nei 22 pazienti operati non solo non si sono verificate delle perdite di funzione, delle lesioni nervose o complicazioni infettive, ma anche i questionari di autovalutazione appositamente proposti hanno dimostrato l’efficacia e la bontà della tecnica mini-invasiva valutata.

Per chi volesse approfondire la pubblicazione, può visionarla nei principali database medico-scientifici come Eleonora Piccirilli., et al. “Mini Invasive Anterior Approach for the Reinsertion of Distal Biceps Tendon: Our Experience”. Acta Scientific Orthopaedics 5.11 (2022): 107-110.

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