Gestione pratica della lesione muscolare
DOTT. DIEGO MANTOVANI – FISIOTERAPISTA PARIS SAINT GERMAIN PRO
A differenza degli altri infortuni nel calcio, statisticamente la lesione muscolare è l’unica che aumenta, a livello di incidenza, nonostante la ricerca scientifica e l’utilizzo diffuso di tecnologie all’avanguardia. Diverse teorie spiegano la tendenza con l’incremento dell’intensità di gioco così come degli allenamenti. L’infortunio muscolare nel calcio rappresenta circa il 30% delle lesioni con un elevato numero di recidive entro i primi quattro mesi dalla lesione.
La prevenzione, così come il trattamento, rappresenta per lo staff medico che lavora all’interno delle squadre professionistiche una fetta enorme del carico di lavoro.
Quando la prevenzione fallisce, bisogna preparare un percorso individualizzato per accompagnare il processo di cicatrizzazione, rispettando ogni fase lesionale e limitare la perdita della condizione atletica del calciatore. La gestione iniziale è medico-riabilitativa: la diagnosi fatta dallo staff medico della squadra col supporto della radiologia fornisce precise indicazioni per costruire il piano riabilitativo.
Non appena la clinica dell’infortunato lo permette, inizia la collaborazione con lo staff performance che apporterà il suo prezioso contributo con l’obiettivo di far lavorare il calciatore, limitandone le perdite della condizione atletica.
In fase diagnostica, cerchiamo di comprendere non solo la struttura e il grado di lesione ma anche il livello qualitativo. L’architettura del muscolo consiste nella configurazione esterna e nella dimensione ma anche nel “design” interno tra tessuti contrattili e connettivo: comprendere esattamente il livello e quali strutture sono coinvolte, ci permette di essere molto precisi nella prognosi e nel processo di riabilitazione.
Dopo la prima valutazione medica, procediamo ad una serie di test da ripetere ogni 3 o 4 giorni per comprendere l’evoluzione del processo di guarigione. Nel piano di lavoro sono proposti dei micro-cicli settimanali con obiettivi specifici da raggiungere a livello di estensibilità e forza del muscolo lesionato. Ad ogni seduta si cerca di incrementare lo stimolo alla struttura danneggiata, sempre sotto la soglia di dolore, dando molta importanza alle sensazioni e al feedback del giocatore.
Una volta superata la fase acuta, si comincia col lavoro di forza isometrica per passare velocemente alla forza concentrica e finalmente eccentrica. La progressione viene guidata da criteri e non dal tempo.
Inizialmente proponiamo esercizi semplici a bassa intensità per aumentare gradualmente la complessità e la potenza, cercando di lavorare al massimo della capacità di produrre forza eccentrica, in assenza di dolore. In parallelo al lavoro di palestra, appena possibile facciamo ritrovare al calciatore il suo ambiente preferito: il campo da calcio. Una volta che validiamo che i test muscolari risultano indolori e che l’atleta è in grado di correre a 10/12 km/h senza alcun fastidio, iniziamo il lavoro sul campo. In questa fase risulta essere di grande aiuto il GPS: ci permette di monitorare il lavoro, di mettere dei limiti alla progressione, ad esempio di velocità, per fare un aumento graduale in sicurezza. Una volta raggiunti gli obiettivi di forza, velocità, accelerazione, decelerazione, carico metabolico e meccanico, inizia il percorso di introduzione in gruppo in cui la partecipazione sarà inizialmente limitata alle attività più semplici e il lavoro con la squadra verrà incrementato gradualmente.
Questo può sembrare un modello semplice, ma la complessità deriva dalla necessità di gestire tanti professionisti, con differenti ruoli e competenze. La collaborazione nella presa di decisione e la condivisione della responsabilità in fase di rientro in gruppo giocano un ruolo fondamentale nel successo dell’intero processo.