Diversi studi stanno tentando di determinare il rapporto tra benefici e potenziali danni dell’utilizzo di corticosteroidi per l’artrosi di ginocchio.
L’osteoartrosi è tra le malattie articolari più comuni, con un’incidenza che sembra accentuarsi con l’aumento della prospettiva di vita e la diffusione dell’obesità. Il dolore provocato dall’osteoartrite è invalidante e può compromettere la qualità di vita delle persone che ne soffrono. Le infiltrazioni di corticosteroidi sono tra i trattamenti più eseguiti per trattare il dolore provocato dall’artrosi al ginocchio, tuttavia, negli ultimi anni, sempre più studi si propongono di indagare il rapporto costi-benefici di questa pratica mettendola in relazione con le infiltrazioni di acido ialuronico.
Alla fine del 2022 a Chicago, al congresso annuale della Radiological Society of North America, sono stati presentati due studi condotti su dati forniti dall’Osteoarthritis Initiative da una ricerca osservazionale su circa 5.000 partecipanti con artrosi del ginocchio.
La University of California di San Francisco ha tenuto sotto osservazione un gruppo di 210 pazienti di cui 44 trattati con infiltrazioni di corticosteroidi, 26 con infiltrazioni di acido ialuronico e 140 hanno costituito il gruppo di controllo. Le risonanze magnetica eseguite all’inizio del trattamento sono state confrontate con quelle eseguite a due anni di distanza: mentre i pazienti trattati con acido ialuronico hanno riportato una riduzione della progressione della malattia rispetto al gruppo di controllo, quelli trattati con corticosteroidi hanno riportato un avanzamento della malattia soprattutto in sede di menisco laterale e cartilagine laterale e mediale.
Il team di ricercatori della Rosalind Franklin University di Chicago ha condotto la ricerca con le stesse modalità dell’Università di San Francisco ma ha suddiviso i pazienti in tre gruppi simili tenendo conto di sesso, indice di massa corporea e gravità dell’artrosi. I controlli, effettuati attraverso immagini a raggi X a 36 mesi di distanza dai primi, hanno riportato risultati simili a quelli ottenuti dai colleghi californiani: sollievo dai dolore nel breve periodo ma progressione della malattia considerevolmente superiore nei pazienti trattati con corticosteroidi rispetto ai pazienti degli altri due gruppi.
Gli studi dei ricercatori sull’uso di corticosteroidi continuano assiduamente e nonostante i risultati siano anche spesso contradditori (non tutti i dati clinici a disposizione della letteratura indicano un evidente rischio che i corticosteroidi accelerino la progressione della degenerazione articolare), nella pratica clinica si incentiva il ricorso a una valutazione più attenta e ponderata sulla necessità di usare i corticosteroidi per ridurre l’infiammazione e il dolore provocato dall’artrosi al ginocchio. Di fronte, infatti, a casi di artrosi al ginocchio dove non vi è una chiara indicazione chirurgica, è possibile prendere in considerazione percorsi di cura a zero costo per l’organismo, come quello fisioterapico, che possono ridurre il dolore e rallentare la progressione della malattia.
La scelta del percorso di cura più indicato dev’essere quindi il risultato di un’accurata analisi diagnostica da parte di un medico specialista, l’unico in grado di valutare il rapporto tra costi e benefici delle divere terapie a disposizione. Gli obiettivi di queste ricerche non sono quindi demonizzare una specifica cura a favore di un’altra, quanto piuttosto informare i medici ma anche i pazienti, che nella scelta della terapia più idonea è necessario prendere in considerazione la sua sicurezza e efficacia nel lungo termine.