L’Artroscopia di spalla è una metodica chirurgica alternativa alla tecnica di chirurgia a campo aperto (tecnica open o open surgery) e viene scelta dall’operatore con due finalità, diagnostica o terapeutica.
Cos’è l’Artroscopia di spalla
L’Artroscopia di spalla è una metodica eseguita dagli anni ’70 e permette di effettuare una diagnosi puntuale delle numerose problematiche acute o croniche che possono coinvolgere il complesso articolare della Spalla (Artroscopia diagnostica di Spalla). Non solo: tramite l’accesso diretto alla capsula articolare permette di eseguire interventi di precisione con finalità terapeutiche (Artroscopia terapeutica di Spalla).
Sia in caso si esegua la chirurgia artroscopica con finalità diagnostiche sia in caso si esegua con finalità terapeutiche, si procede tramite piccole incisioni cutanee a tutto spessore (incisioni complete) per poter inserire lo strumento chirurgico, l’artroscopio, direttamente in sede articolare.
L’artroscopio: lo strumento della chirurgia mini-invasiva
L’artroscopio è lo strumento più rappresentativo dell’artroscopia: si presenta come un tubicino delle dimensioni di una cannuccia con diametro inferiore a 1 cm e alloggia una rete di fibre ottiche in grado di illuminare il campo operatorio e, allo stesso tempo, di filmarlo: la fotocamera visualizza le immagini su un monitor video ed il chirurgo le impiega per guidare gli strumenti chirurgici di precisione.
Cenni di anatomia e biomeccanica della spalla
Il complesso articolare della spalla rappresenta l’articolazione più mobile del corpo umano. È composto da tre ossa (l’omero, la scapola e la clavicola) e due articolazioni (l’articolazione scapolo-omerale e acromio-clavicolare).
A queste strutture anatomiche si aggiunge lo sterno, che si rapporta con la clavicola nell’articolazione sterno-clavicolare (o sterno-costo-clavicolare), e le coste o costole, che si rapportano con la faccia costale della scapola.
L’articolazione gleno-omerale
L’articolazione scapolo-omerale è la principale responsabile delle ampissime escursioni del braccio nei tre piani dello spazio: la testa dell’omero, di forma sferica, si articola con una specifica regione della scapola, chiamata glenoide (ecco perché questa articolazione prende anche il nome di articolazione gleno-omerale). Si tratta di un’articolazione sinoviale e, più nello specifico, di un’enartrosi.
Particolarità dell’articolazione gleno-omerale
L’articolazione che mette in relazione la testa dell’omero con la regione glenoidea della scapola si caratterizza per l’estrema differenza nelle dimensioni dei due capi coinvolti nei rapporti articolari: la glenoide è grande come il profilo di una noce e solo approssimativamente concava, mentre la testa dell’omero, sferica, ha dimensioni notevolmente maggiori. Questa specifica anatomia rappresenta un fattore di rischio per instabilità articolare rispetto alle altre articolazioni sinoviali.
I due capi articolari sono rivestiti da un tessuto connettivo appositamente differenziato per resistere all’usura e permetterne il movimento; questo prende il nome di cartilagine articolare. Tale tessuto connettivo amplia la struttura della glena, aumentando la superficie di contatto tra le due strutture coinvolti nell’articolarità.
Elementi che completano l’anatomia osteo-cartilaginea dell’articolazione gleno-omerale
L’articolazione gleno-omerale, come le altre articolazioni sinoviali, non è a diretto contatto con l’ambiente circostante, ma è isolata, mantenuta in sede e protetta da fasce di tessuto connettivo, i legamenti, che formano la capsula articolare. La capsula circonda i capi ossei e rappresenta un mezzo di stabilità in grado, tra le altre cose, di generare forza elastica. La superficie interna della capsula articolare è rivestita da una sottile membrana chiamata sinovia, la quale produce un liquido, il liquido sinoviale che lubrifica l’ambiente articolare.
La cartilagine articolare si estende oltre la struttura ossea della glena della scapola, a rivestire quello che viene chiamato labrum o labbro glenoideo. Il labbro forma una guarnizione attorno alla glenoide e aggiunge stabilità al complesso articolare.
Alla stabilità articolare concorre anche un insieme di tendini chiamato cuffia dei rotatori. Si tratta di quattro fasci di tendini che circondano la capsula della spalla ed aiutano a mantenere l’osso del braccio centrato nella sua posizione anatomica. La presenza di una borsa sinoviale, che favorisce lo scivolamento dei tendini della cuffia dei rotatori sulla sporgenza ossea dell’acromion (apofisi acromiale) della scapola, completa l’anatomia articolare gleno-omerale.
Quando è consigliata l’artroscopia della spalla
L’ortopedico può indicare un intervento artroscopico mini-invasivo se si verificano i presupposti idonei a procedere chirurgicamente. L’opzione chirurgica è una valida alternativa per trattare le condizioni dolorose che non rispondono al trattamento conservativo.
In cosa consiste il trattamento non chirurgico delle condizioni dolorose della spalla
Il trattamento conservativo, o non chirurgico, include interventi di medicina fisica e accortezze che sono chiaramente indicate al paziente dal Medico ortopedico e dal Medico fisiatra. Questi prevedono:
- riposo
- terapia fisica e riabilitativa
- somministrazione di farmaci e preparati per via iniettiva o sistemica ad azione antidolorifica e antinfiammatoria.
Tutte queste indicazioni sono raccomandate per consentire la piena risoluzione della sintomatologia algica che tipicamente accompagna il decorso post-chirurgico artroscopico della spalla.
Le lesioni candidate all’intervento artroscopico sono quelle legate all’uso eccessivo dell’articolazione, evenienza tipica dello sportivo, e quelle proprie della degenerazione età-correlata.
L’artroscopia può alleviare i sintomi dolorosi correlati ad alterazioni di:
- Tendini della cuffia dei rotatori
- Labbro glenoideo
- Cartilagine articolare
- Altri tessuti molli che circondano l’articolazione e concorrono alla sua stabilità.
Le procedure artroscopiche escludono le metodiche chirurgiche per le quali si prevedono incisioni più estese, come la sostituzione protesica di spalla, ma includono interventi di:
- Riparazione della cuffia dei rotatori
- Riparazione o rimozione del labbro della glenoide scapolare
- Riparazione di legamenti
- Rimozione di cartilagine lassa o tessuto infiammato
- Riparazione della lussazione ricorrente di spalla
- Neurolisi
- Riparazione di frattura
- Escissione di cisti.
Prima di un qualsiasi intervento, è prevista una fase conoscitiva pre-operatoria in cui l’Ortopedico viene a conoscenza delle patologie pregresse o in atto del paziente. La fase pre-operatoria prevede una serie di accertamenti che saranno organizzati dalla struttura in cui è previsto il ricovero: un elettrocardiogramma e/o una radiografia del torace potranno essere richiesti per l’esecuzione in sicurezza della manovra operatoria e anestesiologica.
Pianificare un intervento di artroscopia di spalla
Fase artroscopica pre-operatoria per un intervento di spalla
Sarà indispensabile comunicare al chirurgo l’uso di farmaci o integratori e, se previsto, sarà necessario interromperne l’assunzione prima dell’intervento per limitare i rischi operatori.
Tutte le informazioni sulla procedura saranno fornite con anticipo, tramite indicazioni chiare anche riguardo alle modalità di consumo dei pasti precedenti l’intervento.
Il colloquio con l’Anestesista è complementare a quello con il Chirurgo e rappresenterà un momento cruciale per indicare le possibili modalità anestesiologiche.
Fase artroscopica operatoria per un intervento di spalla
L’artroscopia di spalla richiede il ricovero?
Di solito l’intervento di artroscopia è eseguito in regime ambulatoriale e non è necessario un ricovero.
Il supporto anestesiologico alla pratica chirurgica
L’artroscopia viene solitamente eseguita impiegando le tecniche anestesiologiche del blocco nervoso (o blocco nervoso regionale): si tratta di un’alterazione transitoria della trasmissione dell’impulso nervoso con finalità diagnostiche o terapeutiche. L’alterazione della sensibilità della spalla e del braccio è determinata dalla somministrazione in situ di un anestetico locale in grado di garantire il controllo del dolore per alcune ore, estendendosi anche oltre il completamento della procedura chirurgica.
Oltre al blocco nervoso regionale è poi possibile venga somministrato un anestetico generale per limitare il disconfort dei pazienti durante il protrarsi dell’intervento.
Quanto dura un intervento di artroscopia di spalla?
L’intervento di chirurgia artroscopica di spalla richiede di solito meno di un’ora, ma potrà variare in funzione delle criticità operatorie riscontrate dall’Ortopedico.
In cosa consiste l’artroscopia di spalla?
L’artroscopia di spalle si svolge nell’ambiente protetto della sala operatoria, dove il paziente sarà posizionato per permettere al chirurgo di eseguire le manovre in sicurezza.
Posizionamento e preparazione
Il paziente è orientato in posizioni precise:
- posizione beach chair, che ricalca la posizione semi-seduta di una sedia a sdraio;
- decubito laterale, in cui il paziente giace disteso su un fianco.
Ciascuna delle due posizioni assicura dei vantaggi nell’esposizione chirurgica del campo operatorio a seconda della manovra diagnostica o terapeutica eseguita.
Una volta posizionato il paziente, con l’area chirurgica ben preparata se necessario con un’attenta rasatura, la spalla ed il braccio verranno coperti con dei teli sterili e tenuti in posizione da un dispositivo di supporto per assicurarsi l’immobilità del campo operatorio.
La procedura chirurgica consiste nell’iniezione all’interno dell’articolazione di un liquido di modo da evidenziare lo spazio articolare e rendere più visibili all’artroscopio tutte le strutture che lo compongono.
Il Chirurgo eseguirà una piccola incisione, delle dimensioni di un’asola, per consentire l’accesso alla strumentazione e procedere con la diagnostica o la terapia: le immagini della procedura vengono proiettate in tempo reale sullo schermo video mostrando all’Ortopedico un forte ingrandimento dell’ambiente interno della spalla. Altri strumenti dedicati saranno inseriti attraverso ulteriori minime incisioni e serviranno a trattare la problematica individuata in fase diagnostica.
Al termine della manovra, il Chirurgo può chiudere le incisioni con punti o steri-strip e coprirli con una benda ampia e morbida.
Fase artroscopica post-operatoria dell’artroscopia di spalla
La fase post-operatoria dell’artroscopia di spalla mira ad un completo recupero delle condizioni precedenti alla lesione che ha richiesto la manovra correttiva.
Il risveglio post-chirurgia
Una volta terminato l’intervento si attenderà in una Recovery-room preposta allo scopo per una o due ore prima di essere dimessi. In questo lasso di tempo il personale infermieristico monitorerà la reattività agli stimoli e, al bisogno, fornirà farmaci antidolorifici.
Per poter tornare a casa sarà necessario essere accompagnati da un care-giver (familiare, amico/a, conoscente) che, è auspicabile, rimanga anche la prima notte.
Il decorso post operatorio precoce
Il decorso post-operatorio è di solito più veloce rispetto al recupero di un intervento chirurgico open; ciononostante potrebbero essere necessari da settimane a mesi prima che sia ripristinata la piena funzionalità articolare.
Quanto dura il dolore dopo un intervento di artroscopia di spalla e come trattarlo?
Occorre mettere in conto di provare dolore e disagio per diverso tempo dopo l’operazione. Il ghiaccio può aiutare ad alleviare la sintomatologia, così come possono contribuire i farmaci antidolorifici, inclusi gli oppioidi, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e gli anestetici locali: ogni intervento farmacologico deve essere attentamente vagliato dopo un colloquio medico.
Come dormire dopo un intervento di chirurgia di spalla?
Sebbene non influisca sulla modalità di guarigione della chirurgia artroscopica di spalla, sdraiarsi supino (a pancia in su) può modificare la posizione della spalla e causare disagio. Molti pazienti sono più a loro agio nel dormire su una sedia reclinabile o appoggiandosi alla testiera del letto durante i primi giorni post-chirurgia.
Norme igieniche dopo un intervento di chirurgia di spalla
Si può sostituire il bendaggio operatorio con dei cerotti a pochi giorni dall’operazione. È possibile anche fare la doccia, cercando di non bagnare o strofinare le incisioni.
Si consiglia l’impiego di tutori?
Può essere consigliato utilizzare un’imbracatura o un tutore tipo sling, da applicare per il tempo indicato dal Medico specialista.
L’importanza della fisioterapia e riabilitazione
La riabilitazione gioca un ruolo fondamentale per il corretto recupero post-chirurgico: un programma di esercizi fisici sarà dirimente per maturare la precisione e la forza del movimento propri di un corretto ritmo scapolo-omerale.
Sarà importante compiere l’intero percorso riabilitativo sotto supervisione di un Fisiatra e uno o più Fisioterapisti abilitati ed iscritti regolarmente all’Ordine.
Quali sono le principali complicanze dell’artroscopia di spalla?
La maggior parte dei pazienti non presenta complicazioni maggiori dovute all’esecuzione della tecnica artroscopica. Come qualsiasi intervento chirurgico, però, ci sono alcuni rischi da valutare con attenzione, generalmente minori e risolvibili.
Le potenziali complicanze correlate alla metodica artroscopica includono:
- infezione della sede chirurgica;
- sanguinamento eccessivo;
- formazione di coaguli;
- lesioni ai vasi sanguigni e ai nervi.
Sarà compito del chirurgo discutere di ogni possibile eventualità durante il colloquio pre-operatorio.
Ogni intervento chirurgico è una procedura a sé che prevede dei tempi di recupero caratteristici: in caso di interventi minori è possibile non aver bisogno di un tutore ortesico ed il pieno recupero può verificarsi dopo un breve ma essenziale periodo di riabilitazione.
Risultati a lungo termine della chirurgia artroscopica
Più la procedura è invasiva, più ci vorrà del tempo per tornare alle attività di tutti i giorni, recuperando la piena funzionalità articolare e in questo l’artroscopia, se perseguibile, permette di guadagnare tempo prezioso sulla tabella di marcia.
Occorre tuttavia ricordare che l’invasività chirurgica non dipende solamente dall’estensione delle incisioni, ma anche dalla tecnica operatoria applicata: è possibile esplorare e riparare, all’interno della capsula articolare, danni piuttosto estesi che quindi potranno richiedere un tempo maggiore per la completa restitutio ad integrum. Anche in questo caso sarà essenziale seguire le indicazioni del Chirurgo ed il piano riabilitativo prescritto dal Fisiatra.
Sitografia
Shoulder Arthroscopy: https://orthoinfo.aaos.org/en/treatment/shoulder-arthroscopy/