Il Dott. Fabrizio Forconi, specializzato in Ortopedia e Traumatologia, specialista in Diagnosi e Chirurgia di piede e caviglia, docente nel Master Universitario di primo livello in Fisioterapia nello Sport di Top Physio Academy è stato intervistato in merito all’alluce valgo nel programma UnoMattina Estate su RAI1, andato in onda il 10 luglio.
Si tratta di una deformità del piede che colpisce il 35 – 40% delle donne sopra i 65 anni. Con l’alluce valgo, la falange devia lateralmente verso le altre dita creando una condizione, spesso, molto dolorosa. Il metatarso, l’osso che abbiamo all’interno del piede, viene spinto verso l’interno e forma una tumefazione ossea molto prominente. Tra le cause che determinano questa patologia ossea vi è la genetica e la predisposizione familiare ma anche alcuni fattori esterni. Nelle donne, ad esempio, che indossano spesso tacchi alti o delle punte particolarmente strette, l’incidenza è più alta.
Quando è il momento opportuno per consultare uno specialista?
Il dott. Forconi ha spiegato che è il caso di consultare uno specialista non appena si palesa la deformità. In questi casi, il medico, in un primo colloquio, può rendere edotto il paziente sulle buone e cattive abitudini da osservare per cercare di rimandare il più possibile l’intervento chirurgico.
L’alluce valgo si può correggere senza intervento chirurgico?
In bambini ed adolescenti, quindi in uno scheletro in accrescimento, l’alluce valgo può essere trattato con dei divaricatori, utilizzati di notte per rallentare la progressione della deformità. L’intervento chirurgico è previsto nell’adulto, dove non è prevista riabilitazione correttiva ma un’eventuale terapia antalgica per ridurre i sintomi e le condizioni dolorose.
Intervento chirurgico per alluce valgo: tutto ciò che c’è da sapere
Trattandosi di una deformità ossea, la vera terapia è la chirurgia. Si parla di un riallineamento dei metatarsi dentro al piede ma tecnicamente cosa succede? Vengono eseguite delle osteotomie che allineano le ossa. Per eseguire questo intervento si possono utilizzare diverse tecniche – ne esistono più di 100, afferma il dott. Forconi -, sia percutanee, sia più tradizionali. In ogni caso, va valutata nel suo complesso, la condizione clinica del paziente. L’intervento, generalmente, viene eseguito con un’anestesia periferica e una sedazione lieve che permetta al paziente di non rendersi conto. Al suo risveglio, la copertura farmacologica permetterà di non avere dolore. Nei 5-6 giorni successivi all’intervento, la terapia antalgica a base di oppiacei renderà gestibile il decorso post operatorio.
Come funziona la riabilitazione per l’alluce valgo?
La rieducazione post chirurgica, in una fase iniziale, prevede degli esercizi in autonomia. E’ bene che il paziente gestisca da solo i sintomi, facendo riferimento alle proprie sensazioni e poi quando si forma il callo osseo, previa radiografia di controllo, ci tranquillizza sulla possibile evoluzione della terapia. Il paziente si affida, quindi, al terapista che mette in campo una serie di attività utili a rimettere in grado di camminare senza atteggiamenti apprensivi o antalgici.
Il primo mese è proprio quello dell’utilizzo della scarpa post-operatoria dove è possibile poggiare solo il tallone e quindi proteggere l’osteotomia recente. Superato il primo mese comincia la fisioterapia. Un primo esercizio si può fare in piedi posizionandosi con il piede operato leggermente posteriore rispetto all’altro piede. Qui, andremo a poggiare il tallone e mettere in tensione tutta la catena muscolare posteriore, evitando un sovraccarico sull’avanpiede appena operato. Si può, poi, fare un esercizio di rinforzo con l’utilizzo di una penna, posizionata sotto le dita che eserciterà l’apertura e l’estensione delle dita. Infine, per il recupero dell’articolarità, si può eseguire un esercizio da sdraiati, con tecniche di mobilizzazione, mettendo in detensione la catena muscolare posteriore. La fisioterapia è consigliata, soprattutto nei primi tempi, in maniera intensiva ovvero 3 – 4 volte a settimana.
In cosa consiste la riabilitazione?
La risoluzione dell’infiammazione e controllo del dolore che post-intervento chirurgico sono molto elevati per mezzo della terapia fisica e strumentale, quale la laser ad alta potenza, la tecar, la magneto e ultrasuono terapia e poi rinforzo muscolare della muscolatura di caviglia e di piede.
Per un risultato ottimale è bene che vi sia collaborazione e comunicazione tra i membri del team multidisciplinare, ortopedico fisiatra e fisioterapista e con il paziente quanto segue la terapia.
Ma l’alluce valgo può tornare dopo l’intervento chirurgico?
C’è un tasso di recidiva ed esiste, formalmente, del 5%. Questo è direttamente proporzionale all’entità della deformità preoperatoria.
Il profilo del Dott. Fabrizio Forconi
Il Dott. Forconi, già invitato in RAI per parlare della salute dei piedi e l’utilizzo di scarpe adatte, opera presso la Casa di Cura Villa Stuart di Roma, Centro Medico di Eccellenza FIFA e FIMS dove nel corso degli anni sono stati operati migliaia di atleti di oltre 124 diverse società professionistiche italiane ed internazionali.
È docente del Master Universitario di primo livello in Fisioterapia nello Sport organizzato da Unicamillus, Top Physio Academy e Villa Stuart. Il Master, attraverso una platea di docenti di altissimo livello, tra cui professionisti con esperienze presso l’AS Roma, SS Lazio, AC Milan, Juventus FC, Fiorentina, Empoli FC, Atalanta, Udinese Calcio, Paris Saint-Germain FC e la Scuderia Ferrari, è incentrato sui protocolli riabilitativi personalizzati per le patologie dell’atleta professionista, con tempi di recupero rapidi e precoce ritorno all’attività agonistica.
Recentemente il Dott. Forconi è stato anche protagonista di un Live Webinar di grande successo dal titolo“L’Instabilità di caviglia: dal trauma distorsivo alla riparazione artroscopica”, con oltre 400 iscritti. Chiunque se lo fosse perso, può comunque rivederlo gratuitamente e in qualsiasi momento, facendo richiesta attraverso la pagina dedicata.