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Top Physio Engineering

Top Physio Engineering è una società di consulenza in ambito sanitario che si occupa di strategia, organizzazione, progettazione, assistenza e sviluppo per le strutture sanitarie complesse, specializzata in ottimizzazione e miglioramento della produttività di Centri di Fisioterapia e Case di Cura private.

Competenze

Le strutture sanitarie hanno bisogno di essere gestite con un’attenta e precisa attività di management. L’aumento del fatturato è frutto della giusta pianificazione, consentita dalla conoscenza e continuo monitoraggio degli indicatori di performance della propria azienda. Sono numeri sconosciuti persino ai consulenti contabili o economici più vicini all’imprenditore, perché questi ultimi non hanno mai avuto esperienza di gestione diretta di un’attività sanitaria.

Tutti i responsabili di struttura conoscono o immaginano di sapere quali sono i medici, fisioterapisti o collaboratori reputati “più bravi” o “più performanti” del loro centro. Ma chi ha il tempo e il modo di sedersi per analizzarli analiticamente ad uno ad uno? E chi riesce davvero a verificare cosa succede ad ogni singolo paziente?

Troppo spesso il percepito è diverso da quel che accade in realtà. Senza una precisa strategia di controllo di gestione, vivendo “alla giornata” o in base a semplici “sensazioni”, l’imprenditore sanitario non andrà molto lontano.

Top Physio Engineering consente innanzitutto di scoprire e approfondire analiticamente ogni più intima informazione del proprio centro. In questo modo permette all’imprenditore sanitario di fare “il vero salto”, trasformando una realtà artigiana-professionale in azienda strutturata e pronta ad evolversi, con importanti conseguenze dirette e durature sulla marginalità.

Scoprendo, studiando e governando i parametri dell’impresa sanitaria, l’imprenditore riuscirà a dominare il proprio business, incrementando i ricavi netti non solo attraverso l’aumento di pazienti, ma anche lavorando sulle proprie capacità e strategie gestionali.

Attraverso l’analisi del passato e del presente aziendale, comprendendo i fenomeni, le cause di eventuali problemi e soprattutto le determinanti dei risultati ottenuti, Top Physio Engineering supporta ed indirizza scientificamente ogni decisione strategica finalizzata al concreto aumento della produttività d’impresa, in modo di assicurarsi che rimanga in linea gliobiettivi di marginalità attesa della proprietà.

Il percorso evolutivo dell’imprenditore sanitario è una via in forte salita, con infinite difficoltà che continuamente si scontrano con il fisioterapista o medico titolare. Il segreto per superarle al meglio è affrontarle con il giusto spirito e mentalità: non si può continuare a ragionare da artigiano se si sceglie di crescere e trasformarsi in imprenditore. La difficoltà maggiore è sicuramente rappresentata da questo cambio di atteggiamento, fondamentale per far funzionare un intero centro, dinamica molto diversa rispetto a riempire solo un paio di lettini o ambulatori. Il rischio di ritrovarsi con un importante rischio d’impresa sulle spalle e con uno stipendio per nulla adeguato rispetto alla fatica necessaria per far girare la giostra è dietro l’angolo.

Ad esempio, la fase di passaggio da studio professionale a centro di fisioterapia e riabilitazione è estremamente delicata: non solo prevede un cambiamento organizzativo, ma anche un cambio di mentalità dei pazienti, che non dovranno più essere attirati dal singolo professionista, ma dal marchio del presidio in sé e dai suoi risultati complessivi. Il paziente del singolo professionista inizierà quindi gradualmente ad affidarsi alla struttura, all’interno della quale si aspetterà di trovare dei professionisti qualificati, perché identificati dal marchio riconosciuto e fidato, ricevendo un servizio ottimale a 360° da parte sia dell’amministrazione, che del medico e del fisioterapista.

Per raggiungere questo obiettivo e quindi garantire lo stesso ottimale livello di servizio erogato, è necessaria una costante verifica e allineamento delle tante eterogenee professionalità presenti in struttura. Questo tipo di attività, sommata a quella gestionale-organizzativa e legata strettamente al futuro sviluppo d’impresa, teoricamente dovrebbe spingere il fisioterapista o medico imprenditore a scegliere di svincolarsi dall’attività clinica, per riuscire a dedicarsi interamente all’evoluta realtà aziendale, consolidandola e radicandola nel tempo.

Tuttavia, purtroppo, fare solo questa scelta non basta. Aumentando il numero di pazienti diventa infatti sempre più difficile mantenere alto il livello di qualità dei servizi erogati, contenere i costi, massimizzare le entrate e soprattutto la marginalità, in modo importante e stabile nel tempo. Nel dettaglio, le difficoltà e i rischi imprenditoriali aumentano parallelamente alla crescita del centro: i costi si moltiplicano e difficilmente si tengono sotto controllo, la gestione del personale diventa molto impegnativa in quanto le tipologie di professionisti e collaboratori sono estremamente diverse, i rapporti con i consulenti esterni sempre più rilevanti, complessi e costosi, la gestione delle pratiche e della burocrazia diventa soffocante, il rispetto di ogni più improbabile sfaccettatura normativa e fiscale, in continua evoluzione, irrigidisce fortemente le modalità lavorative, aumentando l’incertezza in ogni programmazione progettuale.

Tutte queste criticità non trovano soluzione chiedendo aiuto a chi non conosce le specifiche criticità settoriali e le particolari esigenze aziendali di un Centro di Fisioterapia o una Clinica, ma solo tramite le competenze organizzative e ottimizzatrici di chi è esperto in questi ambiti, come ad esempio Top Physio Engineering.

Attraverso lo studio dell’intera organizzazione e dei suoi singoli processi produttivi, Top Physio Engineering vi permetterà di pianificare e programmare ogni risorsa ed attività aziendale, predisporre efficaci sistemi incentivanti e seguire i livelli di qualità in ottica di efficacia ed efficienza del servizio offerto, aumentandone costantemente il valore.

Solo conoscendo, monitorando ed analizzando gli indicatori di redditività, il responsabile della struttura potrà intervenire sulle criticità del centro e su ciò che va migliorato, con conseguenze immediate e concrete sul conto economico!

Date una svolta alla gestione della vostra struttura e raggiungete finalmente i risultati che meritate!

Realtà gestite

Oltre ad erogare servizi di consulenza a terzi, Top Physio Engineering gestisce in forma centralizzata tutte le realtà del gruppo, tra cui:

  • Il reparto di Fisioterapia e Riabilitazione della Casa di Cura Villa Stuart di Roma, l’unica clinica italiana riconosciuta Centro Medico di Eccellenza FIFA e FIMS. Presso la struttura sono stati operati migliaia di atleti professionisti di centinaia società professionistiche nazionali ed internazionali, con ampio eco mediatico su numerose testate giornalistiche. I casi clinici sono consultabili nell’archivio delle notizie, oppure nella pagine dedicate agli atleti a cui si accede tramite i profili dei Top Specialist.
  • Gli otto presidi di recupero e rieducazione funzionale romani in gestione diretta e marchio Top Physio Clinics Roma presenti nei quartieri Fleming, San Giovanni, Eur, Colle Prenestino, Balduina, Monteverde, Porte di Roma, Aurelio.
  • Il servizio di Fisioterapia Domiciliare, operativo entro il Grande Raccordo Anulare di Roma e non solo.
  • Il servizio di fisioterapia a distanza efficace e personalizzato Digital Rehab, erogato tramite una piattaforma digitale con evidenze medico-scientifiche.
  • Fisionoleggio, azienda con esperienza ventennale e certificata ISO 9001 che affitta elettromedicali e vende ausili, attrezzature sanitarie e tutori. Fisionoleggio opera su tutto il territorio nazionale effettuando trasporto, consegna, installazione, ritiro, sanificazione, igienizzazione, manutenzione ordinaria, straordinaria e verifica di conformità di oltre 2.000 apparecchiature, ausili e attrezzature sanitarie di cui dispone, noleggiati anche in convenzione diretta con i principali fondi ed enti assicurativi.
  • La testata registrata in Tribunale Top Physio Magazine, quadrimestrale medico scientifico con oltre 45.000 copie di tiratura, che viene inoltre inserito nelle sacche congressuali di tutti i partecipanti e Faculty dei principali congressi di settore, quali la SIOT, SIMFER, FMSI, SIAGASCOT e SICSEG. Tra le realtà che sfruttano periodicamente la rivista per fini informativi o pubblicitari troviamo Intesa San Paolo RBM Salute, Poste Italiane, Enel, l’Associazione Nazionale delle Industrie Assicuratrici (ANIA) e Technogym.
  • Top Physio Academy, che tramite corsi, webinar e master universitari eroga formazione settoriale a 360°, anche accreditata ECM. Le docenze, particolarmente competenti circa i protocolli riabilitativi personalizzati per le patologie dell’atleta professionista, con tempi di recupero rapidi e precoce ritorno all’attività agonistica, vantano esperienze professionali presso l’AS Roma, SS Lazio, AC Milan, Juventus FC, Fiorentina, Empoli FC, Atalanta, Udinese Calcio, Paris Saint-Germain FC e la Scuderia Ferrari.
  • Il Comitato Scientifico, dedicato alla produzione di studi osservazionali o sperimentali da parte del Centro Medico di Eccellenza FIFA e FIMS, finalizzati alla redazione e sottomissione di manoscritti scientifici su riviste impattate ed indicizzate.
  • Top Physio Quality Network, il più grande circuito nazionale dedicato ai centri di fisioterapia e riabilitazione che rappresentano l’eccellenza nel loro territorio di riferimento.
    Le oltre 365 strutture aderenti hanno gestioni autonome e coprono in maniera capillare l’intero territorio nazionale. Si avvalgono di medici specialistici di esperienza e competenza pluriennale, collaborano con personale fisioterapico altamente qualificato e preparato, definiscono ed aggiornano protocolli sanitari riabilitativi mirati e garantiti, utilizzano le più moderne oltre che efficaci apparecchiature elettromedicali, dispongono di convenzioni con i principali gruppi assicurativi.
    Le finalità del Network sono:
    • l’indirizzamento di oltre 3.160 pazienti privati che ogni anno si spostano sul territorio nazionale per un intervento chirurgico o per una particolare prestazione o percorso di cura;
    • obiettivi informativi e di aggiornamento, anche tramite la testata registrata in Tribunale Top Physio Magazine.
    • iniziative di marketing, in particolare attraverso il portale topphysio.it, che massimizza e amplifica la visibilità web degli Affiliati e con le sue 300.000 visualizzazioni l’anno genera circa il 40% dei pazienti indirizzati.
    • ottimizzazione delle economie di scala favorite dal consorzio realizzato e aumento del potere contrattuale, sia rispetto ai fornitori che rispetto agli interlocutori assicurativi, tra cui citiamo Allianz SpA e Cooperazione Salute (mutua di Confcooperative), i primi che hanno scelto di avvalersi di Top Physio Network per la gestione dei loro assistiti.
Partner Top Physio

Servizi

Realizzazione strutture

  • Consulenza a 360° nella fase di start-up per aziende italiane e straniere.
  • Business plan.
  • Progettazione strutturale sede fisica.
  • Definizione dei requisiti specifici di struttura (moduli standard).
  • Direzione tecnica dei lavori.
  • Supporto all’ottenimento dell’autorizzazione sanitaria.

Hai intenzione di aprire un centro di fisioterapia e vuoi consigli da chi ha esperienza trentennale?

Affari generali

Organizzazione & Gestione

  • Ottimizzazione delle performance e della produttività.
  • Massimizzazione della marginalità.
  • Valutazione delle performance del personale amministrativo, medico e fisioterapico attraverso la definizione di Key Performance Indicators e l’implementazione di reportistica “ad hoc” richiesta dal cliente.
  • Modelli di incentivazione.
  • Analisi dei fornitori in ottica di ottimizzazione dei costi di struttura.
  • Consulenza amministrativa.
  • Organizzazione e controllo di gestione.
  • Gestione degli acquisti e della logistica.
  • Gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria.
  • Noleggio attrezzature specifiche.
  • Definizione protocolli sanitari.
  • Analisi ed applicazione di processi, procedure e metodologie sanitarie.
  • Gestione progetti di ricerca scientifica, indagini cliniche, medical writing.
  • Gestione centralizzata chiamate (call center).
  • Gestione archivi.

Selezione e formazione del personale

Sistemi informativi

  • Digitalizzazione, informatizzazione e dematerializzazione dei processi.
  • Analisi, implementazione e gestione progetti ICT – SW di gestione integrata per le attività del centro (informatizzazione appuntamenti, scheda medica del paziente, contabilità, referti e molto altro).
  • Implementazione e connessioni a data-base centralizzati.
  • Gestione delle licenze software.
  • Software Gestionali.
  • Installazione e gestione applicativi hardware e software.

Hai un centro di fisioterapia o una struttura sanitaria e vuoi crescere nel modo giusto?

Legale, Fiscale & Sicurezza

Marketing & Comunicazione

  • Marketing & Communication Package.
  • Web Marketing, SEO, SEM.
  • Realizzazione immagine coordinata aziendale (logo, brochure, materiale informativo).
  • Realizzazione carta dei servizi.
  • Realizzazione di campagne pubblicitarie (tv, stampa, radio, web).
  • Consulenza per il lancio e la promozione di nuovi servizi e/o macchinari.

Hai investito in una attività imprenditoriale sanitaria o fisioterapica e vuoi aumentare la tua marginalità?

Staff

  • Bruno Turchetta – Fondatore e Socio Unico
  • Ing. Assunta Puerio – Direttore Generale
  • Simonetta Prezioso – Responsabile del Coordinamento dei Servizi Amministrativi
  • Dott. Claudio Di Gregorio – Direttore Amministrativo
  • Dott. Claudio Genco – Responsabile Sviluppo
  • Dott. Raimondo Astarita – Responsabile Comunicazione
  • Giuseppe Turchetta – Amministrazione
  • Marco Romani – Uff. Acquisti e Gestione Impianti e Tecnologie
  • Dott.ssa Emanuela Gueli – Ufficio Legale
  • Alessia Di Vincenzo – Contabilità
  • Serena Mariani – Contabilità
  • Dott.ssa Greta Gorietti – Gestione Crediti
  • Dott.ssa Federica Pattofatto – Responsabile sviluppo commerciale
  • Prof. Fabio Pigozzi, Direttore Scientifico per l’accreditamento FIFA & FIMS della Casa di Cura Villa Stuart di Roma
  • Prof. Pier Paolo Mariani – Direttore Scientifico Ricerca Clinica
  • Prof. Andrea Macaluso – Direttore Scientifico Ricerca Fisiologica
  • Dott. Matteo Turchetta – Comitato Scientifico
  • Dott. Guglielmo Torre – Comitato Scientifico
  • Dott.ssa Marianna Citro – Data Manager Comitato Scientifico
  • Dott.ssa Marta Porcu – Quality Network Management
  • Dott.ssa Anastasiia Kalashnykova – Area Sponsor
  • Mila Bonomi – Copywriter & Content Creator
  • Dott.ssa Mariarosaria Calvetta – Copywriter & Content Creator
  • Dott. Daniele Bison – Area Formazione
  • Dott. Simone Sette – Ufficio del Personale
  • Dott.ssa Francesca Stancati – Risorse Umane
  • Dott. Nicola Reghellin – Risorse Umane
  • Dott. Alessandro Virgulti – Coordinamento Medici
  • Dott.ssa Rita Guitaldi – Coordinamento Medici
  • Dott.ssa Giovanna Brancaleoni – Coordinamento Fisioterapisti Ambulatoriali
  • Dott. Alessandro D’Alesio – Coordinamento Fisioterapisti Ambulatoriali
  • Dott.ssa Sara Tosoni – Coordinamento Fisioterapisti Domiciliari
  • Dott. Roberto Rossi – Coordinamento Preparatori Atletici e Laboratorio di valutazione funzionale
  • Dott.ssa Alessia Fanciulli – Responsabile Segreterie
  • Dott.ssa Giulia Cappelli – Coordinamento Segreterie
  • Valeria Lucariello – Responsabile Servizio Clienti
  • Roberta Caredda – Servizio Clienti
  • Miriana Tonarelli – Servizio di Teleriabilitazione
  • Dott.ssa Martina Mancini – Responsabile Servizi Domiciliari
  • Dott.ssa Sara Orrù – Organizzazione Servizi Domiciliari
  • Dott. Valerio Funari – Organizzazione Servizi Domiciliari
  • Dr.ssa Amira Bodareva – Referente pazienti internazionali
  • Elenco dettagliato di tutto il personale delle strutture Top Physio Clinics Roma
  • Studio Michelini & Associati – Consulente Fiscale
  • Avv. Emanuela Errighi – Consulente Legale
  • Ing. Alessandro Sarandrea – Consulente Area Sicurezza
  • Arch. Giulia Milani – Consulente Area Progettazione
  • Dott.ssa Elisabetta Bartoszcze – Consulente Commerciale Estera
  • Multiservizi Integrati – Consulente Organizzazione e Gestione
  • Fabricamente – Consulente Editoriale
  • NitAGE – Consulente Area Programmazione Web
  • Iteel – Consulente Area Impianti
  • Dott. Luciano Olivetti – Consulente del Lavoro

A chi ci rivolgiamo

Centri di Fisioterapia

Top Physio Engineering® è un supporto fondamentale sia per tutti quelli che vogliono aprire un centro di fisioterapia e riabilitazione, sia per chi volesse ottimizzare, rinnovare ed incrementare la propria attività nel centro di fisioterapia che già gestisce.

La genesi

Le Cliniche medico-chirurgiche private italiane non accreditate SSN hanno da sempre avuto un’impostazione incentrata sulla figura del medico. Questi ha rappresentato la figura di riferimento del paziente: colui che lo indirizza presso una Casa di Cura piuttosto che su un’altra e che “gestisce” l’intera dinamica sanitaria.

Le Case di Cura, normalmente di proprietà di costruttori congregazioni religiose o associazioni di medici, hanno sempre fornito la logistica, ovvero la “sede alberghiera”, le sale operatorie e le necessarie attrezzature sanitarie.

Considerato un ricovero medio per patologia chirurgica di almeno 4 o 5 giorni, con questo sistema tutte le figure coinvolte hanno avuto il proprio tornaconto personale:

  • Il medico ha ricavato tutto il possibile dalle sue prestazioni sanitarie e spesso è stato “ospite” della struttura, poiché le assicurava giornate di degenza e la presenza di pazienti a lui legati dalla specialità chirurgica;
  • I proprietari delle cliniche hanno fatto investimenti contenuti sul blocco operatorio e sulla diagnostica di base, preoccupandosi invece di ospitare medici che garantissero l’occupazione totale delle camere.

Le patologie chirurgiche, poche ma con una media elevata di giorni di ricovero, hanno di fatto assicurato una occupazione al 100% dei posti letto ed una cospicua lista di attesa; quest’ultima a sua volta, ha garantito un ricavo certo per il proprietario-albergatore: la proprietà, di fatto, non ha ricavato nulla dalla prestazione sanitaria, ma solo dall’affitto della stanza e della sala operatoria.

In sintesi, sarebbe più appropriato parlare di “affitta-camere” anziché di “Imprenditori Sanitari”, data la bassissima percentuale di ricavo percepita dalla Casa di Cura (un quinto) rispetto all’équipe professionista.

Le innovazioni tecnologiche

I progressi degli ultimi 25 anni hanno spezzato l’equilibrio consolidato delle Cliniche chirurgiche private. Le micro e nano tecnologie hanno trovato ampia diffusione in ambito sanitario. Abbinate all’applicazione di tecniche chirurgiche mininvasive ed endoscopiche, questi passi avanti hanno abbassato drasticamente i giorni medi di ricovero per patologia. I medici hanno mantenuto i mezzi necessari alle proprie necessità, gli spazi per effettuare gli interventi, senza alcun rischio che potesse intaccare i ricavi delle prestazioni erogate, eccezion fatta per la componente fiscale.

Tuttavia, il mondo chirurgico, in continuo mutamento, ha determinato un decentramento delle professionalità e delle specializzazioni: ciò che prima era una competenza di pochi è diventata una capacità di molti. Il proprietario-albergatore ha visto diminuire l’occupazione delle stanze di degenza, quindi il proprio fatturato, ed è stato costretto a far fronte ad investimenti sostanziosi, dedicati sia al blocco operatorio sia alla diagnostica, al fine di mantenere le attrezzature della Casa di Cura ad un buon livello qualitativo e concorrenziale.

La situazione attuale

L’aumento dei costi e la diminuzione dei ricavi ha fatto sì che molti proprietari non riuscissero più a portare avanti una economicità sostenibile e conducessero le loro strutture al decadimento. Altri hanno timidamente tentato nuove strade, seguendo prevalentemente tre criteri: aumento del costo della stanza di degenza, incremento del costo della sala operatoria, richiesta di una parte dei ricavi derivante dalle prestazioni dell’équipe medica, seguendo una logica a percentuale.

Nessuna delle proposte ha però prodotto risultati economici rilevanti e l’equilibrio, precario, si fondava su immobili normalmente di proprietà, e non considerati nel business plan aziendale.

L’evoluzione del mercato assicurativo

Negli ultimi tempi, a modificare ulteriormente la situazione si è aggiunta l’evoluzione del sistema assicurativo privato. In passato i pazienti assicurati rappresentavano una minoranza, mentre nell’ultimo decennio essi sono diventati oltre l’80% degli assistiti delle Case di Cura, in particolare nel centro-nord Italia. Tale tendenza ha comportato un accrescimento del potere d’acquisto dei principali gruppi assicurativi.

Nell’ultimo periodo, però, anche le assicurazioni hanno dovuto far quadrare i propri bilanci. Per questa ragione, hanno cercato di sfruttare il più possibile la capacità di stipulare connessioni convenienti con le Case di Cura private. Tali accordi sono andati a buon fine rispetto ai costi della degenza e delle sale operatorie, mentre per i compensi delle équipe mediche non è stato possibile trovare una soluzione. I gruppi assicurativi hanno trovato un unico interlocutore nella Casa di Cura con cui hanno instaurato nuovi contratti, ignorando i singoli medici professionisti.

Qual è quindi il futuro delle Case di Cura?

Il futuro cui si auspica di giungere presto è la costruzione di una organizzazione in grado di assorbire pienamente le esigenze di coloro che oggi “portano” il paziente, ovvero le assicurazioni: è necessario dare loro un interlocutore unico per tutta la sfera sanitaria e offrire un servizio fatto di professionisti che lavorano per la struttura, non solo per il proprio tornaconto.

La Casa di Cura chirurgica privata deve riuscire a gestire i costi dei propri medici ed in generale dei propri professionisti. Deve riuscire a dare delle regole organizzative che non devono esser percepite come imposizione, ma come parte integrante del rapporto medico-azienda-paziente.

Il futuro è fatto di quelle Case di Cura che portano pazienti al medico grazie agli accordi con le assicurazioni. Le Proprietà diventano in questo modo Imprenditori Sanitari e smettono di essere “affitta camere”: concorrono alla gestione, organizzazione, efficientamento.

Il futuro prossimo è solo delle cliniche che oggi investono su questa prospettiva e si preparano ad affrontare in maniera consistente il cambiamento.

Perché Top Physio Engineering?

Top Physio Engineering® è una importante realtà di consulenza e management sanitario, che fa della “gestione del costo medico” il proprio punto di forza. Gestisce “l’azienda” – Casa di Cura, ne governa le dinamiche, ne prevede gli sviluppi e li anticipa secondo una precisa pianificazione di lungo periodo.

Top Physio Engineering® investe sulla struttura e non sul singolo medico, vanta 35 anni di esperienza e grandi traguardi alle spalle, sperimentati anche su una delle più prestigiose Case di Cura italiane: Villa Stuart, Centro Medico di Eccellenza FIFA.

Affida a noi la crescita della tua Clinica!

Ospedali

In Italia tutti i cittadini, Italiani e stranieri, sono assistiti dalla Sanità Pubblica, che attraverso il pronto soccorso si prende cura di tutte le persone che vi si recano o che vi vengono portate.

Anche la figura del “medico di famiglia” o “medico di base”, considerata un diritto del cittadino, viene pagata dallo Stato.

Non esistono Ospedali italiani totalmente privati, o che operano senza l’ausilio di fondi pubblici. Esistono invece le Case di Cura, anche dette Cliniche, che pur operando in regime totalmente privato, senza alcun finanziamento pubblico, offrono un ventaglio di servizi sicuramente ridotto rispetto a quello offerto dagli ospedali; possiedono, inoltre, un minor numero di posti letto.

La conduzione di un Ospedale non equivale in nessun modo alla conduzione di una azienda in regime di libero mercato; di conseguenza non viene valutato come fondamentale il fatto che la vision e la mission aziendali vadano verso l’efficientamento ed il miglioramento continuo delle attività. Risulta invece più forte il concetto della “stampella” economica che arriva continuamente dai fondi pubblici.

In Italia, di norma, un Ospedale Privatoviene gestito da Organismi dello Stato quali Regioni o reti di aziende ospedaliere, oppure Congregazioni religiose o altri Soggetti Privati accreditati con la Sanità Pubblica.

Dei tre soggetti sopra elencati, i risultati peggiori in termini di investimento si riscontrano negli ospedali gestiti dalle congregazioni religiose, che lavorano più per “grazia ricevuta”, che secondo criteri economici. In tali strutture, le spese sono sempre state dei veri e propri “rimborsi a piè di lista” e storicamente non ci sono state figure manageriali con la capacità di farsi carico della situazione. Tali figure sarebbero state invece fondamentali per riportare la gestione sulla strada della virtuosa conduzione aziendale, soprattutto in mancanza di imponenti fondi economici. Le congregazioni religiose sono state sempre ostiche all’apertura verso l’esterno, ed in virtù di ciò hanno evitato il coinvolgimento di manager esperti. Questo ha generato la pessima situazione organizzativa ed economica nella quale si trovano la maggior parte di questi Istituti.

Come dicevamo, nella maggioranza dei casi il soggetto pubblico ha gestito le proprie strutture attraverso le Regioni. Queste, a loro volta, hanno nominato i direttori generali delle aziende ospedaliere non tanto per capacità dei singoli, quanto per questioni di natura politica. Di conseguenza, i direttori generali sono stati chiamati a rispettare una nomina politica, più che a seguire un incarico professionale. La gestione è andata avanti per pura inerzia e senza precise linee guida. Ciò ha evidentemente creato gravi ripercussioni sull’andamento di gran parte delle strutture pubbliche.

Al contrario, nella maggior parte dei casi il soggetto privato accreditato si è occupato direttamente della gestione con personale efficiente, generando ricavi molto importanti, soprattutto grazie agli stanziamenti pubblici. Tali soggetti rappresentano dei “finti imprenditori” (ce la perdoneranno), in quanto non operano in un regime di libero mercato e tendono a non adoperarsi per aumentare il livello di efficacia ed efficienza dei servizi che offrono: devono solo trovare il modo per ottenere più finanziamenti. Questi soggetti, grazie alla completa assenza di razionalizzazione e di controllo del sistema sanitario italiano che hanno caratterizzato il passato, hanno avuto la fortuna di accumulare margini al di fuori della portata di qualunque imprenditore sanitario nel mondo.

La Mission della Top Physio Engineering per gli Ospedali si presenta come progetto di ristrutturazione globale e si fonda sull’analisi e sul miglioramento di quattro differenti aree che, negli anni, hanno rappresentato un oggettivo impedimento al loro sviluppo: la struttura del complesso architettonico, le tecnologie, l’organizzazione e la sostenibilità economica.

La struttura fisica del complesso architettonico, le tecnologie, l’organizzazione

Storicamente l’Ospedale è sempre stato strutturalmente concepito come “camerata” o, in seguito, come “padiglione”. In entrambi i casi doveva prevedere enormi spazi comuni ove collocare i pazienti, in attesa che il primario, la cui bravura era direttamente proporzionale al numero dei posti letto gestiti, passasse per il consueto giro visite con la sua équipe. In quest’ottica, l’Ospedale aveva più l’aspetto di un’area predisposta per le esigenze pratiche del medico, che non dei singoli pazienti. Col tempo, questi spazi sono stati ridimensionati: il numero di persone costrette a condividere una stanza d’Ospedale è drasticamente sceso, ma a tutt’oggi non siamo ancora giunti al vero obiettivo, quello cioè di avere una camera per ciascun paziente. Nel peggior momento della vita di un individuo, quando cioè sta affrontando una malattia, lo costringiamo a dividere la stanza ed i suoi disagi con degli sconosciuti. Una società che professa la cultura della privacy a 360° non riesce a dare al paziente uno spazio lui dedicato, che abbia la dimensione giusta per il miglioramento sostanziale della sua permanenza in Ospedale. La nostra soluzione è dare al paziente il suo spazio vitale, 12.5 metri quadri a lui interamente dedicati, inclusi i servizi igienici personali per i diversamente abili.

Per quanto riguarda il complesso architettonico, e in particolare gli spazi dedicati alle aree di pronto soccorso, partiamo da un numero: nelle strutture ospedaliere di Roma si registrano ogni anno poco meno di 1 Milione di accessi al pronto soccorso, e ciò vuol dire che il 14% della popolazione di Roma e provincia accede al pronto soccorso in media una volta l’anno. Le attuali dimensioni dei “pronto soccorso” sono mediamente troppo piccole per rispondere in maniera efficiente alle esigenze dei cittadini. Di conseguenza, la situazione consente a mala pena di affrontare in modo appropriato i codici di massima urgenza. Si tenta di tutto per salvare la vita del paziente in estrema emergenza, ma non si prova nemmeno a gestire il paziente con una urgenza che potrebbe aspettare l’indomani.

Si pensi ad esempio ad un paziente che arriva al pronto soccorso con un trauma molto frequente nella società odierna: una frattura di femore. Dato che non rischia la vita, il paziente non subisce subito l’intervento di stabilizzazione del femore, ma viene messo in reparto in attesa che l’Ospedale sia pronto per l’operazione. Questo ritardo genera un sovraffollamento delle camere e, a causa della maggiore permanenza del paziente in Ospedale, un peggioramento del suo quadro clinico oltre che una maggiore spesa causata dal conseguente accrescimento delle cure da fornirgli. In sintesi, ci troviamo di fronte quasi sempre a cure mediche non ottimali, spazi insufficienti e costi lievitati.

Con metodi e modalità diverse, nel corso del tempo si è più volte tentato di ridurre il numero di accessi al pronto soccorso, gestendo il paziente attraverso i medici di base o dirottandolo su altre strutture. Nonostante ciò, nessuna strada finora intrapresa ha portato risultati o costi di implementazione apprezzabili. La nostra soluzione è quella di strutturare un pronto soccorso che, dopo un approfondito inquadramento diagnostico complessivo del paziente, sia in grado di seguire due strade: dimetterlo nel caso non abbia una patologia chirurgica, al fine di indirizzarlo presso una struttura medica post-acuzie, a basso costo e adeguata alle sue esigenze (da non confondere con il post-acuzie riabilitativo); oppure eseguire l’intervento puntando alla degenza ridotta, e organizzare un adeguato percorso post-acuzie.

In sintesi, occorre una analisi approfondita e tempestiva, che offra nell’imminente una chiara capacità di scelta, dando vita a una struttura flessibile. Le patologie non sono tutte uguali: l’infarto e la polmonite non devono essere gestite allo stesso modo, perché non necessitano delle stesse cure e non vi è la necessità di far attendere entrambi i pazienti che ne sono affetti al pronto soccorso.

Ovviamente, per poter fare tutto ciò è necessario:

  • dare la gestione dell’azienda ospedaliera non ad un medico, profilo dedicato a fornire una prestazione sanitaria, ma ad un imprenditore, maggiormente consapevole della realtà da gestire;
  • attuare una razionalizzazione degli spazi, al fine di avere un’area di pronto soccorso almeno pari al 20% della superficie globale della struttura;
  • riorganizzare quest’ultima in modo che giri intorno alle esigenze del paziente e non a quelle del medico;
  • dedicare i migliori specialisti in organico non ai reparti, ma alle aree ove ce n’è più bisogno, quali quelle di pronto soccorso;
  • valutare le risorse umane e l’intera struttura non secondo una logica di quantità, ma di qualità del servizio reso al paziente;
  • creare delle specialità per singola struttura ospedaliera presente sul territorio cittadino o provinciale, cosicché ciascuna di esse possa gestire nella maniera ottimale i pazienti aventi quella determinata patologia;
  • essere dotati di almeno una terapia intensiva, cardiologica e non, oltre che di tutte le specialità chirurgiche disponibili H24;
  • introdurre tecnologie all’avanguardia, a supporto dei professionisti.

Nel complesso, dedicando 12.5 mq a ciascun paziente, ampliando le aree di pronto soccorso, investendo in tecnologia e riorganizzando la struttura, come si possono rispettare gli spazi esistenti, contenendo la spesa?

Intervenendo subito e bene sul paziente, attraverso tecnologie e specialisti adeguati e sempre disponibili, lo curiamo in tempi più rapidi e con risultati migliori: la sua degenza risulterà ridotta, serviranno meno posti letto e sarà possibile predisporre camere singole con lo spazio residuo. Inoltre, non avremo necessità di avere dei reparti separati per specialità, in quanto tutte le competenze saranno già presenti in pronto soccorso, che potrà assolvere alla sua mansione. In sintesi, avremo un servizio migliore, spazi razionalizzati e spesa ridotta, o comunque meglio investita su professionisti e tecnologie.

Per concludere, l’Ospedale deve offrire cure immediate e complete, legate a patologie gravi e/o chirurgiche. Dopodiché, deve indirizzare il paziente o presso una struttura post-acuzie medica che fornirà vitto, alloggio e osservazione medica costante, oppure presso una struttura post-acuzie riabilitativa, che fornirà vitto, alloggio e riabilitazione. Due strutture snelle, a basso costo e adatte alle specifiche esigenze dei pazienti.

La sostenibilità economica

Per dare un freno agli sprechi della sanità, nei primi anni Novanta venne introdotto un sistema già sperimentato in America dieci anni prima, denominato Diagnosis Related Group (DRG). Il DRG si basava, e tuttora si basa, sulle informazioni contenute nella scheda di dimissione ospedaliera del paziente, che rappresenta la determinante dell’ammontare del finanziamento erogato dalla regione alle Aziende Ospedaliere. Il Servizio Sanitario Nazionale eroga infatti i finanziamenti sulla base delle attività ospedaliere rilevate, remunerando le prestazioni mediante tariffe predeterminate come da DRG. Il meccanismo è interessante e senza dubbio logico, ma trova una attuazione completamente inadeguata per il momento attuale.

I finanziamenti tuttora erogati agli ospedali pubblici dal Servizio Sanitario Nazionale sono basati su tariffe di spesa di tre decadi fa. Vale a dire che lo stato rimborsa all’Ospedale le spese degli interventi così come essi sono stati quotati 30 anni or sono. Fa quindi riferimento a un tempo in cui non c’erano le giuste tecnologie, il preoperatorio durava giorni, la degenza era estremamente più lunga e l’approccio all’intervento era totalmente diverso dall’attuale. Ecco perché le tariffe del DRG non sono aggiornate rispetto alla realtà odierna. Vista la velocità di evoluzione dell’innovazione tecnologica e della prestazione medica, non è possibile utilizzare questo sistema in maniera efficace senza un aggiornamento almeno semestrale. Ne consegue che, anche per questo, le strutture ospedaliere corrono dietro ad un criterio di sostenibilità economica che non riusciranno quasi mai veramente a raggiungere, perseverando in una gestione “demandata”, non curata in prima persona e priva di qualunque tipo di assunzione di responsabilità.

Aggiungiamo che il Ministero dell’Economia dovrebbe erogare il denaro richiesto dalle Regioni secondo un fabbisogno reale e verificato dal Ministero della Sanità. In realtà, il Ministero della Sanità sostiene che è impossibile controllare la spesa, mentre le Regioni, attraverso il fabbisogno, controllano il denaro che arriva nelle loro tasche dal Ministero dell’Economia. Quest’ultimo, avendo una spesa sanitaria esorbitante e prendendo atto della completa mancanza di collaborazione degli altri attori coinvolti, finisce con l’effettuare tagli trasversali su tutte le voci di costo, senza un criterio logico, né umano.

Il Ministero della Sanità invece, potrebbe e dovrebbe controllare la spesa pubblica attraverso un progetto di ristrutturazione del costo della prestazione da DRG. Ciò nonostante, finora nessun Ministro della Sanità, tra i tanti che si sono succeduti negli anni, ci ha mai pensato. Analizzare e aggiornare il costo della singola prestazione del DRG equivarrebbe ad assumersi le proprie responsabilità, nell’unico modo possibile. Tuttavia, nessuno sceglie di cambiare le cose.

La nostra proposta

Urge un completo ribaltamento della situazione attuale. L’Ospedale deve essere gestito da manager professionisti che conoscano l’importanza della qualità del servizio reso e della sostenibilità economica. La struttura e l’organizzazione non possono ruotare intorno al medico, ma devono invece essere incentrate sul paziente e sulle sue esigenze. Solo se si sposa questa filosofia si può realmente attuare un cambiamento. Qualità del servizio, cura del paziente, sostenibilità economica. La nostra scelta. La nostra sfida. Il nostro percorso.

Cliniche riabilitative post-acuzie

Il termine “post-acuzie” definisce l’insieme delle cure che vengono erogate ad un paziente a seguito della fase acuta della malattia e prima della fase stabilizzata. Le Case di Cura post-acuzie sono strutture pubbliche, o private accreditate con il pubblico, che erogano questo insieme di cure.

Top Physio Engineering® rappresenta un valido aiuto per il ridimensionamento dei processi e dell’organizzazione, al fine di ridurre gli sprechi e migliorare la qualità del servizio offerto da questa tipologia di strutture.

La Storia

Il settore della post-acuzie ha registrato negli ultimi anni una progressiva crescita sia in termini di posti letto, sia di risorse impegnate. Tutto è questo è prevalentemente determinato dalla trasformazione della rete ospedaliera indotta dalla introduzione del sistema a DRG-Diagnosis Related Group. Ciò ha impedito il rimborso delle spese mediche attraverso una “diaria”, mentre ha determinato un contributo specifico per singola patologia e prestazione medica, quindi costo a prestazione. Il tutto al fine di arginare la spesa sanitaria ed ottimizzare i servizi offerti. Il DRG ha provocato una drastica riduzione dei giorni di degenza media negli ospedali. A sua volta, questo fenomeno ha determinato un elevato turnover dei posti letto, favorendo più disponibilità per le persone in acuto che avevano bisogno di un trattamento medico. Il SSN ha pensato di salvaguardare il paziente precocemente dimesso a seguito della fase acuta introducendo l’assistenza post-acuzie, senza però preoccuparsi di allargare il concetto del DRG anche a questo tipo di servizio. La situazione clinica prevede quindi che il paziente venga dimesso da un punto di vista medico chirurgico, pur senza essere completamente guarito. Da un punto di vista logistico, il paziente viene trasferito dall’Ospedale ad una Casa di Cura post-acuzie, affinché possa seguire il percorso di guarigione completo. Economicamente, l’introduzione del DRG è solo parziale. Il Sistema Sanitario Nazionale rimborsa la prestazione medica, non la diaria ospedaliera, e risparmia sulla prestazione chirurgica. Contestualmente, per la fase post-acuzie paga attraverso una diaria un nuovo soggetto, la Casa di Cura, che dovrebbe avere un costo più basso rispetto all’Ospedale. Il costo del post-acuzie invece supera quello della fase acuta!

Il quadro sopra delineato prevede quindi la garanzia di una completa assistenza sanitaria per i pazienti e un più che considerevole afflusso di persone nelle Case di Cura post-acuzie. La mancanza di un DRG anche per le cliniche post-acuzie si traduce in una conseguente dissipazione di denaro per la fase riabilitativa, più che per la fase chirurgica. In sostanza è uno spostamento del problema economico, piuttosto che la risoluzione. Il Sistema Sanitario Nazionale depaupera le proprie risorse economiche prima negli ospedali e poi nelle Case di Cura post-acuzie, in maniera incontrollata. Un esempio lampante è la protesi d’anca, che per la fase di acuto costa al pubblico circa 7.500 euro mentre, attestandosi su una media di 200 euro al giorno per 60 giorni, per la fase riabilitativa si aggira intorno a 12.000 euro!

Per anni le strutture post-acuzie sono state dei veri contenitori che hanno accolto tutto e tutti indistintamente pur di liberare posti letto in Ospedale, producendo costi altissimi per il pubblico senza una comprovata validità medica. Questa fase di trasformazione, a livello economico ha reso le cliniche post-acuzie le uniche beneficiarie del nuovo approccio del sistema pubblico. La situazione è stata ulteriormente aggravata dall’arrivo in struttura di pazienti senza una comprovata esigenza medica.

Oltre alla remunerazione incontrollata e agli alti profitti, il management delle strutture post-acuzie ha puntato alla gestione prolungata dei pazienti clinicamente più semplici rispetto a quelli effettivamente più gravi. Questo ha fatto sì che malati complessi, con il reale diritto ad un posto letto post-acuto riabilitativo, non trovassero un posto che potesse ospitarli poiché le strutture risultavano sature di pazienti che non avevano una necessità oggettiva, ma che erano più appetibili dal management che si occupava del servizio.

A questa impostazione schizofrenica, nell’ultimo periodo le Regioni responsabili dei bilanci di queste strutture accreditate hanno iniziato a mettere dei freni, finalizzati a inserire nel contenitore solo quei pazienti con evidente necessità medica, e a porre dei tetti di spesa a limiti di copertura giornaliera. Ad esempio, per un traumatizzato ortopedico, i giorni di post-acuzie sono passati da 60 a 25. È evidente che tutto ciò non basta per risollevare economicamente queste strutture: si dovrà studiare in modo analitico un DRG sostenibile sia per i pazienti che per i bilanci della regione.

In una logica di sviluppo sostenibile, infatti, non è tollerabile che un “finto imprenditore” della Casa di Cura post-acuzie, operante in un mercato “falsificato”, dove non esiste il concetto di reperimento del paziente e dove i rischi di impresa sono garantiti dal Sistema Sanitario Pubblico, possa avere una marginalità da imprenditore di libero mercato. In questo periodo di efficientamento dell’intero Paese e con sempre meno risorse a disposizione, si dovrà ridimensionare l’intera vicenda, figlia di un passato dall’aspetto glorioso ma senza alcun fondamento economico, nella primaria speranza che qualcuno si occupi seriamente dei veri malati.

La Realtà

In ortopedia, normalmente, il paziente di qualunque età che in una clinica privata non accreditata subisce per esempio un intervento di protesi d’anca o di ginocchio, dopo una degenza media di 5/8 giorni ritorna a casa propria, seguendo una riabilitazione ambulatoriale. Solo poche patologie ortopediche molto complesse ma statisticamente irrilevanti hanno la necessità, nel post-acuto, di un periodo di riabilitazione in degenza.

La situazione cambia se invece si parla di patologia neurologica. Tale paziente mostra evidenti necessità di una fase post-acuta e talvolta non ci sono strutture in grado di ospitarlo e di sopperire alle sue esigenze. Nel mondo, le strutture post-acuzie sono quasi prevalentemente neurologiche, perché il paziente tipo, colpito da ictus o da una lesione midollare, dopo la gestione della fase acuta ha necessità di un periodo di riabilitazione in degenza. Quest’ultima, infatti, è propedeutica alla stabilizzazione della malattia ed alla rieducazione di una persona che, nella propria vita, dovrà confrontarsi con gravi limitazioni e avrà bisogno di un graduale adattamento nel tempo. In Italia invece, le strutture post-acuzie sono quasi prevalentemente ortopediche.

Top Physio Engineering è in grado di progettare e realizzare una struttura post-acuzie che si rivolga in particolare a due tipologie di pazienti: neurologici o traumatizzati complessi e ortopedici gravi. Il nostro obiettivo è quello di disegnare una struttura che ruoti intorno alle loro esigenze ed alla loro patologia: una struttura economicamente sostenibile sia in forma totalmente privata, sia in forma accreditata, ma comunque con sostenibilità economica propria e INDIPENDENTE dalle finanze della sanità pubblica. Top Physio Engineering è in grado di progettare e di realizzare una struttura orientata alle esigenze reali dei pazienti, che sono per fortuna eventualità rare, ma di cui quasi nessuno in questo sistema ha intenzione di occuparsi. Ridiamo spazio a chi ne ha bisogno!